TRENTO. «Ho dato la mia disponibilità alla commissione elettorale. Ho deciso di candidarmi». La voce di Alberto Pacher è rotta dall'emozione. Sono le dieci di sera e ha appena comunicato la sua decisione alla giunta comunale, a cena alla Vela. Dopo aver assicurato per mesi che non si sarebbe candidato, il sindaco di Trento ha cambiato idea e sarà presente alle provinciali: «La situazione adesso richiede tutte le energie disponibili per rafforzare il Pd e far vincere Lorenzo Dellai».Ubaldo Cordellini, "Trentino", 2 settembre 2008
Sindaco, perché ha deciso di candidarsi?Ho dato la mia disponibilità alla commissione elettorale perché il quadro è cambiato. La situazione richiede tutte le energie disponibili per rafforzare il Pd e far vincere il centrosinistra.
Ma cosa è successo per farle cambiare idea?Ho avuto crescenti pressioni, richieste di persone che mi hanno chiesto di mettermi in gioco. Siamo in una situazione in cui è necessario impegnarsi per far vincere un progetto. Solo per questo motivo ho deciso di interrompere quella che ritengo la più importante esperienza della mia vita. Questi anni come sindaco di Trento sono stati molto importanti per me.
Se fare il sindaco le piace così tanto, perché ha deciso di lasciare?C'è bisogno di un Pd forte e io ho dato la mia disponibilità per questo. E' venuto il momento di assumersi le proprie responsabilità e io ho deciso di farlo. Non è una scelta estemporanea.
Lei farà il capolista del Pd?Penso di sì, ma non sarò io a decidere.
Lei aveva sempre detto di non voler venir meno all'impegno con la città. Adesso cosa farà?Ho appena riunito la giunta comunale alla Vela per comunicare loro la mia decisione. Tra dieci giorni rassegnerò le dimissioni da sindaco come prevede la legge. La città sarà retta dal vicesindaco Alessandro Andreatta fino alle elezioni di primavera. Dal punto di vista formale, il prossimo passaggio avverrà martedì prossimo, quando comunicherò al Consiglio comunale la mia decisione di dimettermi per candidarmi.
Dalla sua voce traspare un po' di emozione o sbaglio?E' stata una scelta difficile anche dal punto di vista emotivo.
Ma cosa risponderà a tutti quelli che le ricorderanno le sue molte assicurazioni alla città sul fatto che non si sarebbe candidato alle provinciali?Dirò che ho fatto di tutto perché questa cosa non fosse necessaria. Guidare il Comune mi piace di più, ma ho deciso di assumermi questa responsabilità per spirito di servizio.
Ma cosa l'ha spinta a questo cambiamento negli ultimi giorni? Cosa è successo?C'è stata la richiesta di tanti, tantissimi amici che mi hanno spinto a candidarmi.
Le richieste pressanti di Lorenzo Dellai sono state decisive?Sono state decisive soprattutto le richieste di molta gente del Pd.
Molti pensano che, in realtà, lei è costretto a candidarsi perché la lista del Pd è troppo debole.Io ho iniziato a fare politica prima per rafforzare l'Ulivo e poi per far nascere e crescere il Pd. Mi candido in quest'ottica. L'importante è rafforzare il Pd per arrivare anche a far vincere Dellai. Questo deve essere il nostro obiettivo.
Ma alla città come lo spiegherà?Ci saranno i tempi e i modi giusti per farlo. Intanto dico che, comunque, io ero al rush finale della mia esperienza da sindaco. Nel 2010 scadeva il mio mandato e io non mi sarei ricandidato pur potendolo fare. Tutti i progetti più importanti per la città sono stati impostati e adesso devono solo essere gestiti e poi lascio la città in buone mani: quelle di Alessandro Andreatta. Lui saprà portare avanti il lavoro che abbiamo avviato insieme nell'interesse di Trento.
Intanto molti a sinistra temono che possiate perdere anche la guida di Trento alle elezioni comunali anticipate.Sono sicuro che da qui alla prossima primavera sapremo trovare un'ottima soluzione per Trento che merita il meglio. Ci penseremo da subito.
Adesso che lei si candida sarà più dura per Remo Andreolli?Sono due cose completamente slegate. La mia candidatura non ha niente a che vedere con quella di Andreolli. La mia disponibilità, come quella di Andreolli, sarà presa in considerazione dall'assemblea del Pd. Non c'è alcun legame tra le due cose.
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