Alessio Manica (Pd) ha giudicato concreto e asciutto questo bilancio in un Trentino che ha bisogno di selettività, condizionalità innovazione e responsabilità sociale. Le tracce di questo spirito in questi ultimi due anni per Manica nelle politiche della Provincia sembrano forti e capaci di produrre un calo della disoccupazione.15 dicembre 2015
Condivisibile per il capogruppo del Pd anche l'utilizzo del termine “fiducia” nella relazione di Rossi. Questa è una responsabilità che è giusto richiamare a tutti. Quanto alla manovra, secondo Manica i dati mostrano i primi risultati positivi dello sforzo politico compiuto sul terreno del lavoro. Questo emerge ad esempio dal caso Mariani. Apprezzabile è stato per Manica il protocollo d'intesa sottoscritto con la Giunta insieme alle amministrazioni locali. E' arrivato il momento di premiare gli enti che dimostrano aperture e disponibilità nuove.
Il bilancio 2016 secondo l'esponente del Pd “non arretra” e conferma la volontà di garantire risorse importanti un po' a tutti i settori. Anche l'utilizzo delle leve fiscali dimostra una volontà di continuità. Bene quindi per Manica la scelta di mettere sulla bilancia risorse per sostenere le riduzioni di Irap e Imis, mantenendo per la prima l'impostazione della precedente finanziaria. Welfare: l'ente pubblico non devo solo aiutare le componenti della comunità ma anche chiedere ai soggetti sociali corresponsabilità e compartecipazione perché tutti devono sentirsi parte di un insieme. Positiva anche l'eliminazione dell'Imis sulla prima casa. Servirebbe per Manica un punto di accesso unico anche per le famiglie e non solo per le imprese.
“Non bisogna tuttavia dimenticare – ha proseguito – che il trend delle risorse provinciali è in calo e non sono in tal senso da sottovalutare le norme sull'armonizzazione del bilancio rispetto al quadro nazionale”. A suo avviso occorre inoltre che la Provincia si impegni di più nella lotta alla povertà e si interroghi sulle ragioni del calo degli iscritti all'università, per accertarsi che non vi sia sfiducia”. Manica ha concluso con una sollecitazione: “non possiamo permetterci di non valutare se le scelte fatte producono l'effetto desiderato. Servono strumenti per verificare l'efficacia delle politiche senza accontentarsi dei dati macro”.
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