Il limite e i limiti, l’innovazione e la tecnologia, la movida, il rapporto con il mondo degli adulti, l’ambiente e la sostenibilità, le politiche per i giovani, l’affettività, la legalità, l’interculturalità e la guerra, il viaggio e la mobilità, corretto rapporto tra i generi e delle pari opportunità sono questi i temi affrontati oggi dai giovani in occasione dell’assemblea generale del servizio civile. Più di 350 giovani in servizio civile hanno riempito oggi la sala della cooperazione a Trento.
Ufficio Stampa Provincia, 11 dicembre 2015
Prima i lavori di gruppo e poi la restituzione in plenaria alla quale ha partecipato l’assessora alle politiche giovanili Sara Ferrari. “Siate protagonisti attivi di questa esperienza che state vivendo attraverso il servizio civile” ha detto ai giovani l’assessora Ferrari. L’assemblea è proseguita nel pomeriggio con la testimonianza di Alessandro Gozzo, uno dei primi obiettori di coscienza.
Un appuntamento importante quello di oggi per i ragazzi e le ragazze che stanno svolgendo il Servizio civile in Trentino: una giornata interamente dedicata alla condivisione, cogliendo l’occasione di incontrarsi finalmente tutti insieme per conoscersi e mettere a confronto sia esperienze positive, sia problematiche e difficoltà riscontrate durante questi mesi di Servizio civile. All’assemblea hanno partecipato più di 350 giovani attualmente in Servizio civile in provincia di Trento. “Quella di oggi – ha detto nel suo intervento l’assessora Ferrari – è un’occasione preziosa per avere nuovi stimoli, nuove idee per le politiche giovanili. Politiche giovanili che non sono per i giovani ma con i giovani. Per questo vi chiedo di essere protagonisti dell’oggi. Noi ci siamo e siamo disposti ad accompagnarvi dandovi gli strumenti ma ci serve il vostro contributo e la vostra responsabilità. Il servizio civile è uno degli strumenti attivati dalla provincia di Trento. I giovani sono al centro del nostro agire e per voi sarà attivato uno specifico sportello giovani, un luogo sia fisico che virtuale, che raccolga tutte le iniziative a voi rivolte”.
Nella mattinata i giovani sono stati suddivisi in 11 gruppi di lavoro e hanno lavorato su altrettante tematiche legate al mondo giovanile guidati da conduttori esperti sulla tematica. Nello specifico Sara Boselli, peer leader della formazione continua di SCUP, ha lavorato sul tema del limite e dei limiti. Bruno Giovanni Caprile, ricercatore presso la Fondazione Bruno Kessler, ha trattato il tema dell’innovazione e della tecnologia. Luca Bizzarri, del Servizio Giovani della Provincia autonoma di Bolzano, ha parlato di movida e sballo. Barbara Altare, psicologa e operatrice sociale, ha tratto il tema del rapporto tra giovani e il mondo degli adulti. Mirco Elena, fisico e divulgatore scientifico, ha parlato di ambiente e sostenibilità. Riccardo Santoni, delle politiche giovanili del comune di Trento, ha discusso con i ragazzi di cosa vuol dire fare politiche per i giovani. Loredana Plotegher, counsellor professionista, ha parlato dell’affettività mentre Elisabetta Pulice, assegnista di ricerca presso l’Università di Trento, ha parlato della legalità. Interculturalità e guerra sono invece discussi nel gruppo coordinato da Miassimiliano Pilati, presidente del Forum per la pace e i diritti umani presso il Consilio della provincia autonoma di Trento. Infine Marina Marcorin, responsabile del centro di documentazione europea ha fatto riflettere i giovani sul tema del viaggio e della mobilità, mentre Giulia Selmi, coordinatrice del progetto “Educare alla relazione di genere” ha trattato il tema del corretto rapporto tra i generi e delle pari opportunità.
Quanto emerso nei singoli gruppi è stato riportato in seduta plenaria. La discussione, condotta dalla giornalista Adele Gerardi e dal direttore dell’Ufficio Servizio civile Giampiero Girardi, ha messo in luce un filo rosso che fra tutti i vari temi, alimentato dagli interventi dei ragazzi che si sono fatti portavoce e protagonisti della discussione. Si è creata una vera e propria piazza reale, non virtuale o mediata dalla tecnologia, attraverso la quale sono emersi molti contributi da parte dei giovani del servizio civile.
L’assemblea è proseguita nel pomeriggio con la testimonianza di Alessandro Gozzo. “Sono qui – ha spiegato ai giovani - perché nel 1976, dopo la legge 772 del 1972, mi sono dichiarato obiettore di coscienza e all’età di 26 anni ho svolto il servizio Civile alternativo a quello militare nella Comunità per disabili mentali di Prunella di Melito Porto Salvo. Ho trascorso un periodo bellissimo e ancora oggi, dopo quasi 40 anni tengo contatti con gli amici del posto. Allo scadere del dodicesimo mese, dopo averla debitamente preparata, ho iniziato la protesta di autoriduzione del servizio Civile, che allora durava 8 mesi in più di quello militare, equiparandomi ai coetanei sotto le armi. A questo periodo di intenso impegno per promuovere l’obiezione e il Servizio Civile e poi per organizzare l’autoriduzione come protesta collettiva, ne è seguito uno silenzioso, nel mio lavoro di insegnante e di volontario. Per continuare la lotta dei primi obiettori di coscienza – ha concluso Gozzi - dovreste a vostra volta prendere il loro posto e convincere altri dell’urgenza di eliminare la guerra dal mondo. È questa missione che dovrebbe costituire il retaggio più importante del vostro servizio”.