Dal Trentino all’Italia e al mondo intero, con un unico ponte chiamato: Vigilianum. Il ministro dei beni e delle attività culturali, Dario Franceschini, ha inaugurato ieri il nuovo palazzo della cultura di Trento, sorto alle spalle del Collegio Arcivescovile in via Endrici 14. Cinque piani per 200.000 monografie e 23 chilometri di volumi, con corridoi in cui perdersi accarezzando opere millenarie.S. Pagliuca, "Corriere del Trentino", 10 dicembre 2015
«Testimonianza di identità, culture e religioni che qui, più che in altri luoghi, si parlano — ha rilevato il ministro — Perché oggi è una giornata speciale e ciò che si è fatto a Trento deve essere d’esempio in tutta Italia, soprattutto in un momento così difficile».
E il pensiero, dinnanzi agli scaffali imbanditi di letteratura, saggistica, storiografia, veri e propri pilastri delle società moderne, corre svelto al terrorismo, alle distruzioni di Palmira, patrimonio dell’Umanità ridotto in frantumi dai miliziani dell’Isis, «e al tentativo — ha ripreso il ministro — di far credere a tutti noi che quello in atto sia uno scontro di civiltà». «Nulla di più sbagliato: proprio Trento, con il suo Vigilianum dimostra come l’incontro tra culture sia non solo auspicabile, ma anche concretamente realizzabile» ha assicurato Franceschini, fotografando e twittando a più riprese quella che ha definito «un’incredibile culla di conoscenza», soffermando l’attenzione tra lettere cardinalizie, pergamene cinquecentesche e finanche su un atto di condanna intestato a Benito Mussolini. Anno 1909.
Ecco, dunque, il senso di una proposta universale che il ministro ha lanciato proprio da Trento, in una sala gremita di persone accomunate da una straordinaria passione per la lettera scritta: la creazione un «Erasmus della cultura internazionale». «Immagino un progetto globale che permetta di condividere patrimoni e saperi, estendendo la modalità Erasmus al momento applicata ai soli Paesi europei, a molti altri territori e allo stesso Medioriente. Una scommessa ambiziosa, ma che trae linfa proprio da attività come quelle del Vigilianum» ha dichiarato, ribadendo quanto sia importante avere finalmente maggiori risorse a disposizione della cultura. «Negli ultimi vent’anni, questo comparto non ha subito che tagli. Adesso questo dissanguamento è terminato» ha spiegato, chiarendo di aver volutamente indirizzato tali risorse agli istituti di cultura e alle biblioteche presenti lungo tutto lo Stivale «perché sono queste, ancor più che dello spettacolo e del cinema, le vere fondamenta della nostra società».
«Per scientiam ad vitam», dunque, ovvero attraverso la conoscenza, l’erudizione e le scienze, alla pienezza della vita personale e sociale, proprio come indicato sulla targa scoperta nell’atrio di un Vigilianum appena battezzato, alla presenza delle massime autorità politiche e religiose. «Un simbolo ma anche un monito, per tramandare e prospettare quanto fatto» ha commentato l’arcivescovo Luigi Bressan che, agli sgoccioli del proprio mandato, lascia il monumentale palazzo del pensiero in dono alla sua comunità di fedeli. «Un luogo eretto a partire da una pietra prelevata significativamente dalla nostra cattedrale — ha specificato Bressan — a testimonianza di una continuità di intenti e valori e della volontà di rilanciare l’attività di alfabetizzazione e formazione di cui la Chiesa si è fatta sempre garante, in Trentino e nel mondo».
Quella di ieri è stata, dunque, una giornata della cultura a tutto tondo, culminata con la visita del ministro Franceschini al Muse del quale ha detto: «Provo ammirazione e invidia: è stato fatto un lavoro davvero straordinario e intuisco quante potenzialità rimangano inespresse nel sistema museale italiano. La verità — ha concluso — è che si è investito molto in tutela e poco in valorizzazione, mentre il Muse dimostra che si può, partendo da una collezione storica importante, investire in ricerca, in innovazione e in tecnologia proiettandosi nel futuro. Una sfida vinta e un esempio che dovrebbe essere importato nel resto d’Italia».
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