Si abbassa di dieci punti percentuali il quorum previsto per referendum e consultazioni nella città di Trento, che passa dal 30 al 20%, mentre aumentano di un terzo i giorni utili per la raccolta delle sottoscrizioni al fine di promuovere una consultazione di iniziativa popolare. Inoltre, viene introdotto per la prima volta il referendum confermativo per le delibere della pubblica amministrazione per quanto riguarda le «modifiche statutarie non derivanti da adeguazione normativa».
"L'Adige", 3 dicembre 2015
Sono queste, in estrema sintesi, le modifiche operate a regolamento e statuto dal Consiglio comunale della città capoluogo nella serata di ieri, nell'ambito di una seduta interamente dedicata alla riforma degli istituti di partecipazione popolare. La delibera, che ha richiesto due giorni di dibattito in aula per il numero di mozioni ed emendamenti presentati sull'argomento, è stata elaborata dalla commissione dei capigruppo con l'intento di aggiornare il regolamento cittadino alla legge regionale di indirizzo, a cui tutti gli enti locali sono chiamati ad adeguarsi.
Il provvedimento - per il quale i cittadini erano invitati a presentare proposte e modifiche per promuovere un maggiore coinvolgimento degli aventi diritto al voto - è stato approvato in tarda serata con l'accordo di maggioranza e minoranza (salvo qualche eccezione), che si sono confrontate lungamente sull'opportunità di recepire le proposte avanzate da un tavolo di lavoro promosso dall'associazione «Più democrazia in Trentino» e di sperimentare nuove forme di coinvolgimento popolare. Ventisette i voti favorevoli su 31 votanti.
Al fine di garantire un'analisi puntuale dei suggerimenti avanzati dalla gente, si è poi deciso di valutare in un arco di tempo di sei mesi la possibilità di ampliare le materie disponibili a consultazione popolare, consentire il voto telematico e, soprattutto, approfondire l'opportunità di introdurre il principio dell'effetto vincolante per l'amministrazione (peraltro bocciato nell'emendamento presentato ieri dal Movimento 5 stelle).
Tra gli argomenti trattati ieri, e poi inseriti nel dispositivo varato, vi sono anche i termini per la presentazione di proposte referendarie da parte della cittadinanza. In merito, si è stabilito di mantenere i limiti minimi di sottoscrizioni richieste a sostegno di un referendum popolare pari al 3 per cento dei cittadini iscritti nelle liste elettorali comunali; diversamente il numero previsto per le consultazioni circoscrizionali o nelle frazioni è portato al 8% dei residenti maggiorenni aventi diritto al voto. Inoltre, il termine massimo per la raccolta delle firme viene spostato, passando dagli attuali 120 ai 180 giorni dall'accettazione della richiesta dalla commissione valutativa preposta.
Per quanto riguarda invece le disposizioni per un'informazione neutrale in caso di consultazione imminente, si è stabilito di lasciare il compito alla commissione dei garanti.
In ultimo, è introdotto il referendum confermativo delle modifiche statutarie purché non derivino da adeguamenti imposti da legge. In questo caso, la richiesta di referendum deve essere presentata entro 30 giorni dall'affissione delle modifiche all'albo pretorio.