I medici di tutto il Paese avevano cerchiato sul calendario la data di oggi. Guardando prima a Roma, in attesa dei movimenti del ministero della salute, poi gettando un occhio in casa, nelle rispettive Aziende sanitarie. Eccoci, dunque, al giorno «uno». Comincia la fase che segna l’adeguamento alla normativa europea sui turni di lavoro e i riposi settimanali per gli operatori sanitari. Per fronteggiare il nuovo corso, anche il Trentino s’è preparato.
M. Damaggio, "Corriere del Trentino", 25 novembre 2015
Dopo una riunione di tre ore, l’assessore Luca Zeni e il direttore dell’Azienda sanitaria, Luciano Flor, hanno condiviso «il piano di riorganizzazione». Sei punti chiave e una novità rilevante: i codici rossi notturni saranno accentrati a Trento, Cles, Rovereto. Anche i parti notturni di Cavalese, Tione e Arco saranno dirottati negli ospedali di riferimento. «Tutti i servizi sanitari saranno garantiti» commenta l’assessore. Ma non è tutto: Zeni ha già avviato le pratiche per procedere a nuove assunzioni. Servono in particolare anestesisti.
La normativa
È un sorta di rivoluzione. L’Italia, malgrado lo spauracchio della deroga, alla fine si adeguerà agli standard europei. Cosa significa? Le ore massime di lavoro settimanale, per i medici, saranno 48; il turno più lungo che può essere richiesto al professionista sarà di 13 ore e il riposo minimo da garantire è infine di 11 ore.
La riorganizzazione
Fin qui le premesse. Il cambiamento ha imposto uno sforzo logistico. Sino a oggi, infatti, i medici italiani sforavano regolarmente i tetti, tamponando così una carenza cronica negli organici. Anche l’Azienda sanitaria ha affrontato la questione, trovando una soluzione operativa. Il piano, concordato da Provincia e Azienda, prevede sei pilastri. Il primo: «In tutti gli ospedali pubblici trentini viene confermato il mantenimento dell’attività specialistica ambulatoriale, salvo possibili riduzioni orarie per talune attività legate alla necessità di assicurare le prioritarie funzioni di degenza ospedaliera». Tradotto: gli ambulatori specialistici restano intatti. Ed ecco il secondo punto: «In tutti gli ospedali pubblici trentini viene confermato il mantenimento dell’attività chirurgica programmata». Terzo: «Negli ospedali di Arco, Cavalese, Tione e Borgo viene garantita l’operatività del pronto soccorso, che in ogni sede rimane aperto 24 ore al giono, e dei reparti di medicina». Tutto ciò «a conferma dell’attività chirurgica d’urgenza attualmente garantita in orario diurno».
Le modifiche
Qui c’è però una prima novità: «Le urgenze gravi in orario notturno (i codici rossi, ndr ) verranno gestite grazie all’organizzazione dei trasporti sanitari, in particolare grazie al servizio di elisoccorso, che garantirà il rapido spostamento dei pazienti verso l’ospedale di riferimento e l’eventuale intervento assistenziale d’emergenza». Verranno quindi trasferiti nei nosocomi che possono affrontare l’emergenza notturna: Trento, Rovereto e Cles. Qui, infatti, come recita il quarto pilastro del piano, «verrà mantenuta la copertura dei servizi attualmente in essere sia in elezione sia in urgenza nell’arco delle 24 ore». C’è una postilla, però: per garantire tali servizi, i tre ospedali potranno «prevedere la necessità di riduzione di alcune attività ambulatoriali».
Ostetricia
Gli ultimi due capitoli del programma operativo introducono i cambiamenti più sensibili, legati alla mancanza di reperibilità notturna degli anestesisti. «I punti nascita di Trento, Rovereto e Cles manterranno l’attuale assetto». E gli altri? «I punti nascita di Cavalese, Tione e Arco rimangono aperti e mantengono l’operatività dei servizi, sia ambulatoriali sia di degenza, in ambito ostetrico-ginecologico. Tuttavia, pur garantendo l’assistenza ostetrica anche di notte, non potendo assicurare la presenza degli anestesisti in reperibilità notturna, non potrà essere assicurata la funzionalità del punto nascita nelle ore notturne». Le partorienti verranno quindi accompagnate a Trento, Rovereto o Cles. Se l’attività programmata nelle sale operatorie passa indenne il momento di transizione, ad oggi sono i punti nascita periferici che subiranno il contraccolpo (quantomeno di notte). La modifica verrà comunque compensata dalla presenza dell’ostetrica in ospedale, 24 ore su 24.
«Camici bianchi in arrivo»
Resta da capire se la configurazione attuale sia una misura straordinaria oppure definitiva. A detta di Luca Zeni, i reparti oggi fiaccati potranno riprendere l’attività, trovando medici anestetisti. «Ho dato mandato all’Azienda sanitaria di avviare le procedure per l’assunzione di nuovi medici» premette. Le modalità andranno definite. Potrebbe esserci anche una postilla nella Finanziaria, svicolandosi così dalle maglie strette del turnover. Molto più in generale, Zeni indica l’efficacia del piano: «Nel resto d’Italia, la riorganizzazione ha creato forti disagi, ma qui no — spiega — Siamo riusciti a garantire tutti i servizi e quelli oggi in difficoltà verranno ripristinati».
Per il personale sanitario, questa è una stagione clou. La Provincia ha infatti gettato le basi per il cambio di contratto, indicando all’Apran alcune direttive.
LEGGI ANCHE: Riposo dei medici: al via il piano di assunzioni per riprendere presto la piena funzionalità, Ufficio Stampa Provincia, 25 novembre 2015
Venerdì prossimo la Giunta provinciale approverà una delibera che definisce il piano di assunzioni del personale in modo tale da avviare le procedure di selezione e garantire un veloce ritorno alla piena funzionalità di tutte le attività.
Al fine di rassicurare i cittadini, va ribadito che rimane intatto il servizio dell’emergenza territoriale che è in grado assicurare risposte ad ogni tipo di urgenza sia ospedaliera sia territoriale e che a garanzia dei cittadini non è stato minimamente interessato da provvedimenti di riorganizzazione dell’attività e delle risorse.
Il sistema del soccorso sanitario in provincia di Trento è gestito dall’Unità operativa Trentino emergenza attraverso una precisa definizione delle modalità di allertamento e degli ambiti di intervento dei soccorsi. Trentino Emergenza 118 assicura gli interventi di emergenza sanitaria a favore di tutta la popolazione e i trasporti interospedalieri urgenti.
Il fulcro del sistema 118 è la Centrale operativa che lavora sulle 24 ore ed è presidiata anche da un medico di emergenza di centrale.
Le chiamate di soccorso sono ricevute dalla Centrale dove lavorano operatori formati per valutare la criticità del paziente e adottare le risposte più idonee all’evento. In base a quanto riportato nelle chiamate di soccorso la Centrale operativa può inviare uno dei seguenti mezzi:
Nel caso di pazienti critici i pronto soccorso degli ospedali periferici possono essere supportati dall’èquipe di soccorso medico avanzato, composta da medico anestesista rianimatore e infermiere di emergenza che vengono trasportati con l’elicottero (o nel caso di condizioni meteorologiche avverse con l’automedica) sul posto per trattare il paziente e poi trasferirlo all’ospedale di Trento.