ROVERETO - La Mariani rimarrà in Trentino. Dalla val di Ledro si sposterà all'ex Gallox di Rovereto dove sorgerà il nuovo stabilimento produttivo dell'azienda leader nella meccanica di precisione. La Mariani Spa, che fa capo al gruppo industriale bresciano Omr, dopo aver annunciato la scelta di lasciare definitivamente la sede ledrense, sembrava destinata a tornarsene a Brescia. Ma così non è stato. L'altra notte, grazie all'«operazione blitz» condotta dal vicepresidente Alessandro Olivi assieme a Trentino Sviluppo, è stato raggiunto l'accordo che porterà l'insediamento della Mariani in zona industriale a Rovereto.
"L'Adige", 14 novembre 2015
Nel nuovo stabilimento che ospiterà tutti i comparti produttivi, l'azienda assumerà, in agigunta agli oltre 150 dipendenti attualmente attivi in val di Ledro, altre 50 persone a partire dal gennaio 2018, ed investirà 10 milioni di euro in nuovi impianti. «Dopo una serie di incontri serrati, decisivi per il futuro della Mariani in Trentino, nelle ultime ore siamo riusciti a fermare l'intenzione dell'azienda di trasferire la produzione a Brescia», spiega il vicepresidente della Provincia Alessandro Olivi. «Il rischio di perdere un pezzo di manifattura così importante era davvero concreto - fa notare Olivi - se non avessimo avuto la Gallox pronta, la Mariani a quest'ora sarebbe altrove. Abbiamo agito in un'ottica bidirezionale, da una parte abbiamo cercato di convincere la Mariani a continuare ed ampliare la sua attività in Val di Ledro, ma preso atto che l'azienda era decisa a cambiare strada, abbiamo lavorato sull'unico spiraglio aperto, quello di un possibile nuovo insediamento a Rovereto». «Le preoccupazione che aleggiano da mesi tra i lavoratori dell'Alto Garda sono comprensibili, ma la partita era una sola: evitare che l'azienda trasmigrasse» ribadisce Olivi, che aggiunge: «Quello di Rovereto non sarà un semplice trasloco, ma la nascita di un nuovo piano di sviluppo industriale».
Ieri mattina, presso il Polo tecnologico di Trentino Sviluppo, è stato sottoscritto l'accordo con cui il colosso bresciano s'impegna a rafforzare il proprio radicamento in Trentino dando vita a un ambizioso progetto industriale che prevede un sito produttivo di circa 20 mila metri quadrati, investimenti per 10 milioni di euro e un livello occupazionale stabile di almeno 200 addetti. L'immobile di via del Garda, di proprietà di Trentino Sviluppo, qualche anno fa aveva chiuso per via della crisi. Ora, il capannone dell'ex Gallox, sarà oggetto di ristrutturazione. La società provinciale, che ha preventivato un investimento di circa tre milioni di euro, curerà l'intervento compresi i lavori di ampliamento per una porzione di 4500 metri quadrati coperti. Il contratto di locazione, ancora da definire nel prezzo, durerà 20 anni, rinnovabili per altri 20.
«Oggi è un grande giorno. Questo accordo ci permette di non disperdere le competenze professionali maturate in oltre trent'anni di insediamento in Trentino - afferma il presidente del gruppo Omr, Marco Bonometti - sono i lavoratori l'asse portante dell'azienda. Dall'altra parte ringrazio gli interlocutori provinciali che hanno creato le condizioni ideali per fare impresa manifatturiera qui. La vicenda Mariani costituisce un modello virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato».
Coinvolto nell'operazione anche il Comune di Rovereto che ha ribadito la storica vocazione industriale della città. «L'ampliamento manifatturiero garantirà nuovi investimenti e posti di lavoro, risorse che entreranno nel sistema produttivo e sociale di Rovereto e dell'intera provincia - interviene il sindaco Francesco Valduga -. Da parte nostra la garanzia dell'agilità dei rapporti e dei tempi. L'area ha la stessa destinazione d'uso: al più presto verificheremo le concessioni per l'ampliamento».
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ROVERETO Marco Bonometti, amministratore delegato di Omr-Officine meccaniche rezzatesi e presidente di Confindustria Brescia, ha avuto con la pubblica amministrazione trentina rapporti discordanti. Anche ieri ha ribadito che «se a Ledro non ci avessero bloccato i lavori, il problema si sarebbe risolto». L’«imputato» principale per l’imprenditore bresciano è il Comune di Ledro, restio all’allargamento. Parole di elogio, invece, per la Provincia. «Sono rimasto meravigliato dalla capacità di semplificare. Un punto a favore della pubblica amministrazione».
Lo scorso 20 ottobre Bonometti aveva annunciato di non ritenere più idoneo il sito di Ledro e di essere intenzionato a trasferire tutto a Brescia. «Le ragioni economiche ci avrebbero portato là — ha fatto presente in conferenza stampa Bonometti — , ma ha prevalso il buonsenso: tutelare il patrimonio umano dei nostri dipendenti, gli stessi che ci hanno aiutato ad uscire dalle burrasche della crisi avendo ancora la capacità di investire, noi, azienda familiare (620 milioni di fatturato e 3000 dipendenti , ndr ), a differenza di multinazionali che arrivano, fanno i loro affari e se ne vanno. Va anche detto che abbiamo trovato grande disponibilità nella Provincia di Trento».
Il presidente di Confindustria Brescia non ha dubbi: «A Ledro non era più possibile espandersi e noi ne avevamo bisogno. Purtroppo, ci sono Comuni che non agevolano le cose in termini di burocrazia. Certo, ci sono le leggi, ma c’è anche il buon senso. Ora con le chiacchiere abbiamo finito, adesso si fa. A Rovereto trasferiremo tutta la produzione di Ledro e i nuovi motori».
Quanto agli attuali dipendenti, che dovranno scegliere tra cercarsi un nuovo lavoro e fare i pendolari, Bonometti la vede così: «Oggi bisogna andare dove il lavoro c’è, il lavoro sotto casa non esiste più».