La mozione che la presidente Lucia Maestri aveva proposto alla «sua» commissione consiliare di approvare e portare in aula impegnava la giunta a confermare la quota dello 0,25% del Pil per la solidarietà internazionale e di concentrare i progetti nei territori di provenienza dei profughi. La consigliera del Pd, però, si è vista costretta a ritirare la proposta (che ripresenterà a propria firma in consiglio) non tanto per la contrarietà dell’opposizione, Marino Simoni (Pt) ad esempio ha votato a favore, ma per una «defezione» in maggioranza.
"Corriere del Trentino", 13 novembre 2015
Manuela Bottamedi (Patt), già M5S, appena nominata al posto di Lorenzo Baratter, ha spiegato di essere contraria «a una quota fissa per le iniziative di cooperazione internazionale», all’idea «di destinare i soldi solo all’Africa» e, in generale, al fatto che la Provincia sia competente. Il recente «invito» di Baratter a non dissociarsi dalla maggioranza pare già caduto nel vuoto.
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Intanto il presidente del consiglio MATTO RENZI, a proposito del vertice tra Unione Europea e paesi africani che si tiene in questi giorni a Malta, nel suo intervento su Avvenire dell' 11 novembre afferma: "Al Summit della Valletta per la prima volta si agirà sulle cause profonde delle migrazioni. Nessuno abbandona le persone che ama senza una ragione profonda, spesso drammatica; nessuno si allontana da casa propria se non è costretto a farlo. Per questo bisogna intervenire nei Paesi d’origine perché si creino condizioni adatte alla crescita culturale, lavorativa ed economica di ogni potenziale migrante. Perché l’Europa rappresenti una scelta, e non un approdo obbligato, un destino inesorabile.
Alla Valletta lavoreremo per tutto questo: per favorire lo sviluppo, migliorando la collaborazione tra Paesi europei e africani nella prevenzione e contrasto dell’immigrazione illegale, nella lotta alla tratta di esseri umani. Il Trust Fund del quale l’Italia sarà tra i principali contributori sarà lo strumento operativo di una cooperazione innovativa tra Paesi che non vogliono limitarsi a reagire o tamponare il fenomeno migratorio, ma che vogliono accompagnarlo con scelte politiche e non emergenziali.
L’Africa è al centro della strategia italiana e sono convinto che il continente africano sia pronto a accettare la sfida del futuro. Per questo mi sono recato in Tunisia nella mia prima missione all’estero da Presidente del Consiglio; per questo in meno di due anni ho visitato otto Paesi africani, recandomi due volte a Sud del Sahara".
IN PROPOSITO LEGGI: "Più risorse alla cooperazione", G. Pelosi, "Il Sole 24 ore", 12 novembre 2015