«Il Partito democratico deve governare una nuova fase autonomistica, fondata su un’idea alta di autogoverno e di cooperazione fra il livello regionale e quello statuale, che parta dai Comuni, cuore vero di questo rilancio». Vasco Errani definisce una nuova idea di autonomismo. L’ex governatore dell’Emilia Romagna e presidente della Conferenza delle Regioni è intervenuto ieri nel corso di un incontro organizzato dal Pd del Trentino rilanciando il ruolo degli enti locali.
A. Rossi Tonon, "Corriere del Trentino", 7 novembre 2015
«Se si definisce una revisione della struttura governativa è perché se ne ha in mente una diversa rispetto al passato» ha spiegato Errani, sostenendo che proprio per tale ragione la riforma delle Province, seppure necessaria, è stata declinata «in modo assolutamente inadeguato». La nuova fase autonomistica deve dunque partire dai Comuni nonostante sia «chiaro che 8.000 non possono reggere». Diventa così indispensabile passare attraverso «una vera gestione associata dei servizi», ossia «flessibile», accanto alla quale «costruire sistemi di decisione rapidi e garantiti» per evitare «ciò che di peggio esiste rispetto al centralismo dello Stato», vale a dire «il centralismo regionale».
Un rischio, quest’ultimo, che secondo il vicepresidente provinciale Alessandro Olivi «anche il Trentino corre», anche se si tratta di un pericolo «soprattutto mascherato», che si riesce a cogliere «nell’idea che ogni intervento debba passare attraverso le decisioni della giunta provinciale». Errani a proposito ha evidenziato come «in Italia c’è, e c’è stata, una dialettica che oscilla tra centralismo e federalismo che ha riprodotto gli aspetti più negativi dell’uno e dell’altro», tra cui «l’illusione di potersi isolare e trovare dentro al proprio territorio tutte le risposte».
Quello del Pd deve essere però un lavoro anche introspettivo. Se infatti «Renzi ha rappresentato una rottura necessaria», per Errani «ora è il momento di ricostruire e non di destrutturare». Ora e non più tardi, in quanto «è adesso che stiamo vedendo una ripresa, è adesso che dobbiamo rispondere alla sua complessità con un sostegno, con politiche adeguate e parlando di cose nuove». I problemi «non nascono con Renzi ma arrivano persino dall’epoca dei Ds e della Margherita», ma è ancora una volta «adesso il momento di chiederci dove stiamo andando» e «rifondare le nostre idee».