«Imprenditori che non pagano gli stipendi e le spettanze economiche dovute ai lavoratori non meritano domicilio in questa comunità». Quando la misura è colma, anche il vicepresidente della Provincia Alessandro Olivi (con titolarità anche sull’assessorato allo sviluppo e lavoro) perde la pazienza. E, penna alla mano, decide di mettere i puntini sulle “i”.
N. Filippi, "Trentino", 7 novembre 2015
Giusto per non essere frainteso. Dopo settimane di silenzio, dopo aver ascoltato il parere dei sindacati e la voce tonante dei lavoratori, il vicepresidente Olivi se la prende con i titolari del pastificio “Malgara Chiari & Forti”, l’azienda alimentare di Borghetto d’Avio in piena crisi industriale, che da mesi non paga gli stipendi e gli arretrati ai suoi lavoratori. «Alcuni, per la disperazione e per non affogare in un mare di debiti - spuiega Manuela Faggioni della Cgil -, si sono già licenziati, un centinaio invece resiste. Nella speranza di veder ripartire le linee di produzione di pasta». Orbene, il vicepresidente Olivi spiega che, dopo aver assunto l’impegno con le lavoratrici e i lavoratori dello stabilimento, «gli uffici provinciali stanno mettendo a punto alcune misure di carattere straordinario per contrastare al meglio del possibile l’aggravarsi della situazione che coinvolge le vere “vittime” di questa sciagurata conduzione aziendale. Sta per essere elaborata una misura ad hoc per consentire, tramite un accordo con il sistema bancario - scrive ancora il vicepresidente Olivi -, l’anticipo del trattamento di fine rapporto (tfr) ai lavoratori con garanzia prestata dalla Provincia all’ente erogatore. Su questo specifico aspetto sarà probabilmente inserito un articolo nella prossima legge finanziaria. Stiamo inoltre valutando di adattare lo strumento del reddito di garanzia perché possa intervenire anch’esso in presenza delle conseguenze provocate da situazioni di gravi crisi aziendali».
Ancora Olivi: «Stiamo collaborando inoltre con il sindacato per costruire una rete di protezione a favore dei soggetti più deboli di questa squallida vicenda». «Dopo la notizia della messa all’asta di due linee produttive di tortellini, a fine ottobre, siamo ancora più preoccupati e i lavoratori sono in ansia - conferma ancora Manuela Faggioni della Cgil - non abbiamo ancora notizie sull’avvio del processo di ricapitalizzazione, non siamo ancora riusciti ad avere un incontro con l’azienda per avere il piano industriale. E più passa il tempo, più sale la preoccupazione. Ma con la Provincia stiamo valutando manovre di sostegno economico per i lavoratori». La fine della cassa integrazione straordinaria termina la metà di gennaio. «Compiremo ogni sforzo per costruire una rete di protezione - conclude Olivi - non senza mettere in chiaro ancora una volta che proprio perché il Trentino è in grado di esprimere un modello di welfare integrato e condiviso di cui fanno parte anche i nuovi ammortizzatori sociali. Mi auguro infine che se dovesse essere sbloccato il più volte annunciato finanziamento per appianare i debiti aziendali, ciò produca anche un cambio nell’assetto della proprietà aziendale in quanto solo una gestione trasparente potrà garantire futuro alla fabbrica».
L’assessore Alessandro Olivi ha rotto gli indugi e ieri ha contattato di persona per telefono l’imprenditore Curio Pintus, Ceo del Pintus Group di Las Vegas, che dovrebbe ricapitalizzare la Malgara con l’ingresso di 30 milioni di euro. Secondo le indiscrezioni, l’imprenditore italoamericano avrebbe assicurato l’arrivo del finanziamento entro la prossima settimana. «Non abbiamo avuto comunicazioni scritte in merito - commenta il sindacalista della Cisl Franco Zancanella, che segue la vicenda Malgara da anni - ma l’auspicio è che stavolta arrivino per davvero i finanziamenti promessi. C’è molta preoccupazione, non solo per l’immediato, ma per il futuro dei lavoratori. L’azienda ha l’urgenza di far ripartire le linee produttive e di assicurarsi questa annunciata nuova commessa che garantirebbe lavoro».