Cooperazione internazionale e profughi, Maestri propone una mozione "di commissione" sull'utilizzo mirato dello 0. 25% del bilancio, no di Civica e Lega. Alimentazione sostenibile, proposta una mozione per sollecitare la giunta ad attuare la legge provinciale 22 del 2009.Ufficio Stampa Provincia, 29 ottobre 2015
Sulla Risoluzione per un approccio sostenibile dell'Unione europea in materia di migrazione, la presidente Maestri (Pd) ha ricordato l’idea di presentare al Consiglio provinciale una proposta di mozione per orientare lo 0,25% delle risorse del bilancio provinciale destinate per legge alla cooperazione internazionale a progetti mirati di partenariato con i Paesi di provenienza dei richiedenti asilo per ridurre le partenze. Si tratterebbe di promuovere per questo degli accordi con gli Stati africani d’origine dei migranti premiando le iniziative finalizzate alla permanenza in quei territori progettate dalle associazioni trentine di volontariato internazionale. Progetti che per Maestri dovranno avere soprattutto un taglio formativo, per creare condizioni favorevoli all'autosviluppo di questi Paesi. Di qui la sua proposta di presentare una mozione condivisa da tutta la Commissione, in alternativa alla quale Maestri intende comunque sottoporre un testo all'aula durante l'ormai prossimo esame della legge finanziaria 2016.
D’accordo Upt e Simoni (Progetto Trentino). Il “no” di Civica e Lega.
A condividere l'unanimità auspicata da Maestri sono stati Passamani dell'Upt e Simoni di Progetto Trentino, per evitare scontri ideologici, portare avanti un percorso concreto di aiuto e dare forza politica alla proposta nei confronti della Giunta. Simoni ha aggiunto che la mozione della Quinta Commissione potrebbe anche essere sottoposta anche al Dreier Landtag del 21 aprile 2016 a Trento, visto che solo due giorni fa i capigruppo delle assemblee legislative di Trento, Bolzano e Innsbruck hanno espresso la volontà di impegnarsi sulla questione dei profughi,
Civettini (Civica Trentina) ha chiesto di sospendere il voto mozione proposta, un passo della quale a suo avviso legittimerebbe i clandestini. Per Civettini occorre distinguere il tema, che va affrontato, dei profughi costretti a fuggire per disperazione, da quello riguardante invece “chi viene qui con le scarpe griffate in cerca di condizioni ancor migliori di vita”.
Fugatti (Lega Nord), che non è membro effettivo della Commissione, ha avvertito che su 850 profughi ospitati in provincia di Trento non vi è un solo siriano. Circa 750 non otterranno quindi lo status di rifugiato perché solo il 10% dei migranti in Italia è considerato profugo.
Borgonovo Re replica Fugatti: i richiedenti asilo non sono clandestini.
Borgonovo Re (Pd) ha evidenziato che la mozione proposta da Maestri si pone nella scia della richiesta di intervenire con progetti mirati di cooperazione volti a creare condizioni di vita adatte alla permanenza delle persone nel loro territorio d'origine. “Tutt’altra questione – ha precisato – è quella dell'accoglienza dei richiedenti asilo che sono tutelati dall'ordinamento europeo fino a quando la loro richiesta d'asilo è definita dalle strutture competenti”. “Comunque – ha sottolineato la consigliera – nessun richiedente asilo è da considerare clandestino perché se anche lo status di rifugiato non viene riconosciuto o Stato adotta per queste persone altre soluzioni. Quanto ai non siriani ospitati in Trentino, Borgonovo Re ha sottolineato il dovere della Provincia di proteggere in particolare i giovani provenienti dal Mali e della Nigeria, “che in molti casi sono vittime di violenze dovute non ad un conflitto tra eserciti, ma a piccole o medie guerre tribali legate alle diverse appartenenze religiose”.
Per Maestri (Pd) se si è tutti d’accordo nel chiedere che la proposta di mozione sia discussa in aula contestualmente all’esame della legge finanziaria 2016 probabilmente attraverso un apposito ordine del giorno è accettabile anche la richiesta di sospensione avanzata da Civettini.
ALIMENTAZIONE SOSTENIBILE. MAESTRI PROPONE UNA MOZIONE PER SOLLECITARE LA GIUNTA AD ATTUARE LA LEGGE PROVINCIALE 22 DEL 2009.
Dall'ultima seduta della Quinta Commissione – ha ricordato Maestri – era emerso che la legge provinciale sull'alimentazione sostenibile in vigore da alcuni anni non è ancora stata attuata.
Per Simoni (PT) l’allarme lanciato dall'Oms sul consumo delle carni rosse lavorate e insaccate rende il tema attuale e urgente. Perplesso si è dichiarato invece Simoni sul no agli Ogm contenuti nella Risoluzione europea, perché un conto è tutelare la sicurezza e la salute dei consumatori e un altro è escludere in assoluto il “geneticamente modificato” contenuto negli alimenti di cui ci nutriamo ogni giorno. Per Simoni su questo punto “c'è molta disinformazione spesso strumentale che rischia di compromettere anche produzioni di nicchia e di qualità come quelle trentine”. Sì quindi all’alimentazione della Risoluzione europea sull’alimentazione sostenibile ma non con questi argomenti.
Civettini (Civica Trentina) ha avvertito che la mutevolezza delle letture che si danno storicamente dei problemi ambientali riferiti anche alla sostenibilità alimentare. Su questo tema le scelte sono di ordine politico e l'Unione europea ha causato talvolta gravi danni alle produzioni agricole.
Maestri (Pd) ha ricordato che le Risoluzioni dell'Unione europea non sono da recepire tout court dalla Provincia ma servono per effettuare approfondimenti che riguardino la situazione del Trentino. “Questo è il compito della Commissione: si può essere d'accordo o meno con la Risoluzione, ma avendo strumenti legislativi provinciali su questi temi possiamo intervenire noi”.
L’alimentazione sostenibile è stata inserita nel Piano della salute?
Secondo Per Borgonovo Re (Pd) i passaggi più interessanti della Risoluzione riguardano la moderazione nell’l'utilizzo dell’acqua, la riduzione dei trattamenti fitosanitari, le filiere corte per l'approvvigionamento dei prodotti alimentari nelle scuole, negli ospedali, nelle università e nelle altre strutture residenziali. Alla domanda di Borgonovo Re se questo tema dell'alimentazione sostenibile sia stato intercettato nella stesura del piano per la salute della Provincia (“spero sia così – ha auspicato – perché altrimenti occorrerà colmare questa lacuna recuperando nel testo il tema dell'alimentazione sostenibile perché la qualità del cibo consumato è fondamentale per la salute delle persone”), ha risposto Federico Bigaran, dirigente intervenuto sul in Commissione a nome della Giunta. Bigaran ha ammesso di non sapere se del tema sia stata investita l'Azienda sanitaria per la stesura del Piano della salute.
Stanziati 341 mila euro in tre anni ma normativa ancora lettera morta.
Quanto all’attuazione della legge 22 del 2009 sull'alimentazione sostenibile, Bigaran ha evidenziato che la Giunta aveva deciso di realizzare la normativa attraverso programmi capaci di sostenere iniziative nei vari settori, dall'agricoltura al turismo, dall'industria ai trasporti. Ma nonostante due delibere adottate al riguardo e una modifica della stessa legge avvenuta in finanziaria, la normativa rimane ancora lettera morta. “La volontà dell’esecutivo – ha spiegato Bigaran – era di intervenire sulla disciplina degli appalti e con un piano triennale per il quale sono stati stanziati in tutto 341 mila euro. Data però la complessità del tema gli obiettivi non sono stati ancora attuati. Si tratta di programmi volti a premiare, ad esempio, le scuole che compiono scelte salutari evitando la vendita di bibite gasate o che superino certe percentuali di zucchero, che promuovano nei piani di studio la conoscenza dei prodotti dell'agricoltura, educhino il personale delle mense e i genitori ad una sana alimentazione, ridurre il consumo di cereali e pasta con glutine garantendo ai celiaci i cibi di cui hanno bisogno. Vi è poi l'impegno di diffondere il consumo di prodotti di qualità, di ridurre le emissioni di anidride carbonica scegliendo soprattutto verdura e frutta e diminuendo il consumo di latte e carne. Il problema è che la sola l'agricoltura non basta a concretizzare tutti questi obiettivi.
In conclusione Maestri (Pd) ha suggerito di predisporre con la Commissione una mozione per sollecitare la Giunta a realizzare questi obiettivi con – ha consigliato Bigaran – un costante monitoraggio, un coordinamento tra i vari settori coinvolti e un rapporto annuale sull'attuazione degli obiettivi.
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