«Spostiamo risorse dalla burocrazia ai servizi». Così l'assessore alla salute Luca Zeni replica alle critiche dell'Upipa, l'unione che associa le diverse case di riposo, fermamente contraria alla proposta di un'unica azienda al posto delle 41 attuali: «Gli anziani non paghino per il Not», hanno replicato il presidente Moreno Broggi e il direttore Massimo Giordani. Ma l'assessore Zeni resta convinto che la strada da seguire sia questa. "L'Adige", 29 ottobre 2015
«Anche la comunità trentina - dice - nei prossimi anni dovrà far fronte ai crescenti bisogni che caratterizzano gran parte dell'Europa: l'invecchiamento della popolazione, l'aumento delle multimorbilità e delle patologie legate alla demenza, le nuove fragilità». Fattori che per l'assessore impongono una crescente attenzione alla qualità nei servizi per la cura delle persone anziane, anche cercando «nuove strade che ci evitino di rimanere fermi in un mondo che cambia».Zeni ricorda quanto è stato fatto finora: «Il Trentino nel campo dell'assistenza agli anziani ha costruito nel tempo un sistema dagli elevati standard qualitativi, con un alto numero di posti letto (4300 contro circa 3000 di media del nord Italia) e con una importate quota della tariffa a carico del pubblico (69 euro contro una media nazionale di 50). Ciò è stato reso possibile grazie all'azione delle comunità locali e al via via crescente intervento delle Istituzioni pubbliche: oggi la Provincia di Trento investe 130 milioni di euro in questo settore».Ma Zeni precisa che per mantenere e migliorare questi standard e aumentare i posti letto senza dover aumentare le tariffe, «dobbiamo spostare risorse dall'apparato burocratico ai servizi alle persone». Da qui la proposta di creare un'azienda unica che gestisca le case di riposo provinciali: «Obiettivo deve essere di riallocare risorse dai settori amministrativi a quelli dei servizi e delle prestazioni erogate alle persone anziane.Passare da 268 consiglieri di amministrazione a 5 - esemplifica - significa liberare più di un milione di euro di risorse annue, così come accorpare, in un unico ufficio, i quasi 200 dipendenti amministrativi che oggi si occupano di redigere bilanci o scrivere gare d'acquisto per ciascuna delle 41 Apsp consentirebbe di sviluppare economie di scala e di rendere disponibili altri sei milioni di euro l'anno da poter dedicare al miglioramento degli standard qualitativi e delle disponibilità in termini di posti letto».Zeni assicura che il progetto terrà conto dei molteplici aspetti: gestione del patrimonio, riallocazione di personale amministrativo, modalità di coinvolgimento di territorio e famiglie, miglioramento degli standard socio sanitari, individuazione dei nuclei per le demenze, aumento dei posti letto complessivi, omogeneizzazione delle tariffe e maggiore equità territoriale.Ma rilancia: «Una governance unitaria delle case di riposo consentirebbe una visione complessiva e migliori servizi per gli utenti». Per questo Zeni non vuole perdere tempo. «Nei prossimi giorni ci incontreremo con tutti coloro che avranno la volontà d confrontarsi su questa proposta per entrare nel merito, a partire da organizzazioni sindacali e amministrazioni locali».Per quanto riguarda il taglio dei 58 posti letto (l'Adige di ieri), Zeni sposa in pieno quanto detto dal direttore dell'ospedale di Rovereto, Mariano Mariotti: «È una questione amministrativa della quale i pazienti non si accorgeranno». «È un fatto organizzativo interno - aggiunge Zeni - legato a come sono cambiate anche alcune modalità di intervento. Inoltre c'è stato un riordino dei posti letto: non è un taglio, ma una riorganizzazione». Per quanto riguarda il taglio ai fondi destinati alla sanità per la spesa corrente (ridotti di oltre 20 milioni), Zeni spiega che si lavorerà soprattutto su modalità di razionalizzazione: «Ma è una riduzione assorbibile e gestibile, tanto è vero che non prevediamo nessun aumento di tariffe o ticket».
L'INTERVENTO DI LUCA ZENI - Apsp: spostiamo risorse dalla burocrazia ai servizi
Anche la comunità trentina nei prossimi anni dovrà far fronte ai crescenti bisogni che caratterizzano gran parte dell’Europa: l’invecchiamento della popolazione, l’aumento delle multimorbilità e delle patologie legate alla demenza, le nuove fragilità. Tutto questo impone una crescente attenzione alla qualità nei servizi per la cura delle persone anziane, anche cercando nuove strade che ci evitino di rimanere fermi in un mondo che cambia.
Il Trentino nel campo dell’assistenza agli anziani ha costruito nel tempo un sistema dagli elevati standard qualitativi, con un alto numero di posti letto (4300 contro circa 3000 di media del nord Italia) e con una importate quota della tariffa a carico del pubblico (69 euro contro una media nazionale di 50). Ciò è stato reso possibile grazie all’azione delle comunità locali e al via via crescente intervento delle Istituzioni pubbliche: oggi la Provincia di Trento investe 130 milioni di euro in questo settore.
Se oggi vogliamo mantenere e migliorare questi standard e aumentare i posti letto senza dover aumentare le tariffe, dobbiamo spostare risorse dall’apparato burocratico ai servizi alle persone!
Da qui nasce la proposta di creare un’azienda unica che gestisca le case di riposo provinciali: obiettivo deve essere di riallocare risorse dai settori amministrativi a quelli dei servizi e delle prestazioni erogate alle persone anziane.
A titolo di esempio, passare da 268 consiglieri di amministrazione a 5, significa liberare più di un milione di euro di risorse annue, così come accorpare, in un unico ufficio, i quasi 200 dipendenti amministrativi che oggi si occupano di redigere bilanci o scrivere gare d’acquisto per ciascuna delle 41 APSP consentirebbe di sviluppare economie di scala e di rendere disponibili altri sei milioni di euro l’anno da poter dedicare al miglioramento degli standard qualitativi e delle disponibilità in termini di posti letto.
Sono molti i soggetti che hanno manifestato disponibilità a ragionare nel concreto su un progetto che dovrà tener conto di molti aspetti: gestione del patrimonio, riallocazione di personale amministrativo, modalità di coinvolgimento di territorio e famiglie, miglioramento degli standard socio sanitari, individuazione dei nuclei per le demenze, aumento dei posti letto complessivi, omogeneizzazione delle tariffe e maggiore equità territoriale.
Oggi l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari celebra il suo ventennale, e nessuno penserebbe mai di ritornare alle 11 USL; allo stesso modo, pur operando in un settore diverso, una governance unitaria delle case di riposo consentirebbe una visione complessiva e migliori servizi per gli utenti.
Nei prossimi giorni ci incontreremo con tutti coloro che avranno la volontà d confrontarsi su questa proposta per entrare nel merito, a partire da organizzazioni sindacali e amministrazioni locali.
Il cambiamento fa parte della vita e della società. Cercare nuove vie per migliorare quanto di buono già c’è significa resistere alla tentazione dell’inerzia e immaginare soluzioni per i bisogni delle prossime generazioni.
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