#TRENTO - Stazione all’ex Sit e polo espositivo in Destra Adige «Nucleo centrale dell’azione della legislatura»

TRENTO L’immagine l’ha disegnata Alessandro Andreatta: «Ricordo ancora una delle prime tavole portate a Trento dall’architetto catalano Joan Busquets. In quel piano, si prevedeva lo spostamento della stazione delle autocorriere, permettendo così alla badia di San Lorenzo di recuperare il giusto spazio». Un «sogno» che in parte, nei prossimi anni, potrebbe diventare realtà. Niente interramento della ferrovia e creazione del tanto discusso boulevard , sia chiaro: ma lo spostamento della stazione potrebbe in effetti essere realizzato. 
M. Giovannini, "Corriere del Trentino", 24 ottbre 2015

 

Nel vertice tra le giunte comunale e provinciale, che ieri mattina ha impegnato per quasi quattro ore sindaco, governatore e assessori a Villa de Mersi, la riorganizzazione della parte di città compresa tra la stazione e il parcheggio ex Sit, allargando poi lo sguardo fino alle aree della Destra Adige, si è dimostrata una dei punti forti del confronto. 
«Lo spostamento della stazione delle corriere all’ex Sit e la partita della Destra Adige sono il nucleo centrale dell’azione di questa legislatura» ha messo in chiaro il governatore Ugo Rossi. E «prioritaria e strategica per la città ma anche per l’intera provincia», ha spiegato Andreatta, rimane la dorsale nord-sud, il sistema di mobilità alternativa che dovrebbe collegare i due estremi del capoluogo. 
Progetti non nuovi, per i quali Provincia e Comune si dicono pronti ora a spingere sull’acceleratore. Per quanto riguarda il polo intermodale dell’ex Sit, l’intenzione è di realizzare nell’attuale area di sosta la nuova stazione delle autocorriere, un parcheggio multipiano, delle attività commerciali e la futura stazione a valle della funivia di Sardagna. Di fatto, un centro di raccordo gomma-rotaia-fune, dal quale passerà in primo luogo la «dorsale» di collegamento tra le zone nord e sud di Trento. «La mobilità sull’asse nord-sud rimane prioritaria» ha confermato Rossi. Che ha parlato di possibili «fondi europei» per la realizzazione dell’opera: un’opportunità che potrebbe essere utilizzata anche per il progetto (anch’esso da tempo nell’agenda politica di Palazzo Thun) di collegamento alternativo tra il fondovalle e la collina est, «un sistema — ha ricordato il sindaco — a servizio non solo degli studenti dell’università di Trento, ma anche delle seimila persone che abitano a Povo». 
E dal polo dell’ex Sit partirà anche la funivia di Sardagna. Con uno «sguardo ancora più in alto» ha sorriso Rossi, dettando però regole chiarissime per quanto riguarda l’eventuale proseguimento del collegamento funiviario verso il monte Bondone (quel «grande impianto» su cui, in città, si vagheggia ormai da tempo immemore). «Con la nuova stazione creiamo delle opportunità — ha sottolineato Rossi —. Il collegamento fino a Sardagna rappresenta un sistema di trasporto pubblico. Ma il suo proseguimento fin sul Bondone può avvenire solo se ci saranno dei privati che vorranno investire in quell’operazione». Così Andreatta: «Ci sono degli studi in corso. Ma si tratta di un’ipotesi che potrà essere concretizzata solo con soldi privati». 
E nel vertice di ieri la riorganizzazione dell’ex Sit è stata disegnata guardando al futuro dei terreni collocati sulla riva opposta del fiume Adige. «Ex Sit e Piedicastello saranno collegati da un ponte pedonale» ha assicurato Andreatta. Mentre sul destino dei terreni ex industriali a sud di Piedicastello si è espresso il governatore: «Solo un paio di anni fa c’erano ipotesi diverse per quanto riguarda le funzioni (l’idea era di spostare in quell’area gli istituti scolastici tecnici cittadini, ndr ). Per quanto ci riguarda, condividiamo con il Comune la prospettiva di creare lì un mix di funzioni: residenza, magari anche housing sociale, ma anche verde e commercio». Oltre, naturalmente, allo spazio espositivo cittadino quando Trento Fiere dovrà abbandonare i padiglioni destinati a servizi per l’ateneo. «Faremo un masterplan comune» ha assicurato Rossi. «Noi dobbiamo in ogni caso attenerci al percorso consiliare» ha messo in chiaro il sindaco: un refrain che il primo cittadino sta ripetendo sempre più spesso negli ultimi giorni, rivolto ai vertici provinciali.
Dal consiglio dovrà maturare anche il nuovo Prg del capoluogo, «in linea — ha osservato Andreatta — con la nuova legge urbanistica, che ci è di grande aiuto: lavoriamo per valorizzare l’esistente, puntando su riutilizzo e riqualificazione». Con un occhio di riguardo alle aree produttive: «Vogliamo creare più flessibilità. In questo senso chiederemo anche alla Provincia di indicarci le intenzioni sulle proprie aree, a Ravina e a Trento nord». 
E la Valdastico? «Abbiamo aggiornato la giunta comunale sugli ultimi incontri» ha sintetizzato il presidente della Provincia. «A sindaco e assessori — ha proseguito — abbiamo ribadito la posizione che abbiamo sempre portato avanti». «Per quanto ci riguarda — gli ha fatto eco Andreatta — confermiamo la richiesta di un coinvolgimento nel caso in cui il capoluogo venisse direttamente coinvolto nell’opera. Nel nostro Piano della mobilità non si faceva menzione della Valdastico». 
Al termine della mattinata di lavoro, le due giunte si sono date un appuntamento fisso. «Non possiamo lasciar passare altri sei anni prima di programmare un altro vertice. Ci rivedremo tra sei mesi. È fondamentale lavorare insieme».