Intervista ad ALESSANDRO ANDREATTA - Trento Nord: «Non decide la Provincia»

«L'assessore Daldoss si è allargato un po' troppo, forse ha nostalgia del suo essere stato sindaco per tre, quattro consigliature». Il sindaco di Trento Alessandro Andreatta misura le parole, prudente. Calibra gli aggettivi. Ma replica deciso. Lo fa perché l'intervista rilasciata a l'Adige dall'assessore all'urbanistica della Provincia, con la sua proposta di realizzare un parco pubblico sulle aree inquinate di Trento Nord ed altre aree verdi sui siti dismessi e degradati, per dare da subito una risposta al bisogno di vivibilità, «sanare le ferite e renderle fruibili», lo ha spiazzato.
D. Sartori, "L'Adige", 23 ottobre 2015

 

Daldoss, tra le altre cose, ha proposto di realizzare il nuovo stadio via al Desert, alle Ghiaie, qualora il nuovo ospedale fosse realizzato a Mattarello, e al posto del Briamasco alloggi per la prima casa.
Sindaco Andreatta, perché Daldoss «si è allargato un po' troppo»?
«Gli vorrei ricordare che a Trento un sindaco c'è, c'è un assessore all'urbanistica, c'è una Commisione urbanistica. Che a Trento si sta costruendo un nuovo Prg, un percorso al centro del nostro mandato amministrativo, una grande occasione per la città, in una prospettiva di futuro, con un respiro come minimo ventennale, anche oltre».
Insomma, non ha gradito...
«Quando ci si allarga, si rischia qualche scivolone. Semplicemente, vorremmo poter essere noi a fare la riflessione sulla città, nei tempi previsti con il Prg, perché occorre un ripensamento a 360 gradi, su tutti gli aspetti, economici, culturali, urbanistici e architettonici, utili alla vita e al benessere dei cittadini».
L'assessore Daldoss ha premesso che il Comune ha in corso la fase di revisione del Prg. Ma ha suggerito l'idea di «Trento città dei parchi», per valorizzarla e farne un esempio virtuoso.
«Ma Trento è già città dei parchi. Trento, tra fondovalle e frazioni, ha 140 parchi, grandi e piccoli, pari a 1.572.000 metri quadri. È una porzione notevole di città, di verde fruibile, senza contare il verde scolastico, gli orti comuni, il verde cimiteriale. E in settembre abbiamo consegnato il terzo lotto del parco di Melta, da 4,2 milioni di euro, con Gocciadoro e Le Coste uno dei più grandi, e poi c'è quello delle Albere... Questo non significa che non se ne possano prevedere di ulteriori».
Daldoss avrebbe fatto meglio a starsene zitto?
«Osservo solo che proprio nel giorno in cui, con il presidente Rossi abbiamo concordato di avviare una istruttoria condivisa, un percorso tecnico-politico, per valutare i pro e contro sia dell'ipotesi ospedale a Mattarello, preferita dalla Provincia, sia di quella di via al Desert, che per noi resta quella migliore, l'assessore Daldoss propone funzioni specifiche proprio per l'area di via al Desert. C'è qualcosa che non va: o l'istruttoria condivisa è una cosa seria, o la Provincia ha già deciso. Io non voglio ragionare di funzioni e destinazioni finché l'istruttoria non sarà conclusa. Sarebbe come se io mi mettessi a dire cosa mettere a Mattarello: ho le mie idee, ma non le dico. Quello di Daldoss è un atteggiamento quanto meno curioso».
L'assessore ha espresso la sua preoccupazione per le aree inutilizzate, a partire dall'ex Carbochimica ed ex Sloi a Trento Nord...
«Sì, ma con una affermazione che io non condivido. Ha detto che problemi complessi possono avere soluzioni semplici. Non è così, è un'affermazione leggera: a problemi complessi, come Trento Nord, vanno date soluzioni giuste, corrette, articolate».
Cosa intende, sindaco?
«Due cose: primo, che Trento Nord è un sito inquinato di interesse nazionale, come Marghera per capirci, quindi la bonifica va fatta con particolare attenzione; secondo, che c'è un Consorzio di bonifica (formato dalle società proprietarie Tim, Mit e Imt, ndr) che si sta occupando di predisporre il progetto di bonifica e ha già inviato la relazione dell'analisi di rischio al Ministero dell'ambiente, che ha chiesto integrazioni».
Lei ha di recente incontrato i proprietari privati, Tosolini, Albertini e Dalle Nogare. Che intenzioni hanno?
«Vogliono metterci mano».
Che significa?
«Che vogliono procedere con la bonifica e realizzare quanto previsto dalla destinazione urbanistica, con l'ultima previsione del novembre 2011. Prima, però, devono avere il via libera del Ministero sul progetto di bonifica, elaborato una volta approvata l'analisi di rischio. La palla è nelle loro mani, hanno consulenti importanti, docenti universitari».
Tempi dell'intervento?
«Impossibile dirlo, dipende dal Ministero...».
È per questa ragione, nella previsione che possano essere lunghi, che l'assessore Daldoss ha proposto, intanto, la realizzazione di un parco.
«Un approccio frettoloso, ritenere che in modo semplice si possa interrompere una procedura indicata dal Ministero. Non basta realizzare un manto di terra o cemento per utilizzare quelle aree come parco! Non si può fare. Nelle tabelle del Ministero, i parchi sono considerati alla stregua della residenza, richiedono una bonifica profonda. Sopra ci giocano i bambini, non basta stendere un po' di terra!». 
E l'idea di «compensare» i privati, per realizzare un parco, con la perequazione?
«Daldoss fa riferimento alla legge urbanistica, suggerendo di portare altrove i metri cubi previsti a Trento Nord, una volta bonificare le aree: se Daldoss sa dove portare 320 mila-480 mila metri cubi, ce lo dica. È una proposta estremamente debole. Ma che soprattutto non tiene conto che su Trento Nord c'è una procedura in corso da anni, che ha visto anche la realizzazione di una barriera idraulica che garantisce che non c'è alcun rischio. È un'area presidiata, recintata, e non si può fare niente finché il Ministero non autorizza di intervenire. Movimentare terreno sarebbe poi pericoloso. Daldoss non conosce le procedure, bastava parlasse con il suo collega Gilmozzi (assessore all'ambiente, ndr)».
Sindaco, oltre che i tempi, visto che le fabbriche inquinanti sono chiuse da decenni, a Trento Nord c'è un problema di contenuti: prevedere lì fino a quasi 500 mila metri cubi di abitazioni, uffici, commercio, appare irrealistico pure ad uno dei proprietari, l'architetto Pallaoro: non c'è mercato. Anche al Top Center ci sono uffici sfitti...
«Non voglio affrontare ora questo problema. La priorità è la bonifica, poi un canale di confronto con i privati è sempre aperto. Ma non posso ragionare su cose che non esistono e non voglio anticipare nulla avendo davanti il percorso del nuovo Prg, che sarà legato a quanto dirà il Ministero, quando si capirà cosa si può fare e quali sono i costi di bonifica».
Restano dunque valide le previsioni del Piano guida del 2011?
«Sì, è quanto prevede oggi il Prg. Se vanno riviste, prima cosa, lo dirà il nuovo Prg. Secondo, il Prg non potrà non tenere conto della parte ambiental-sanitaria: l'obiettivo primo è disinquinare».
Ma l'analisi di rischio è fatta sulla base della previsione urbanistica, su ciò che si realizzerà.
«Esatto. Ma sarà appunto il Ministero a farci capire se l'analisi di rischio va bene o il progetto va cambiato. Se nel frattempo maturano altre destinazioni, si lavorerà su questo. Nulla di più posso e voglio dire, per rispettare il Consiglio comunale e l'iter partecipativo della procedura urbanistica. Il percorso ora è in mano ai privati e noi siamo loro vicini. Prima si disinquina, più velocemente si procede».
Vi siete dati tempi certi, con Rossi, sull'«istruttoria condivisa» per la futura area dell'ospedale?
«No».