«Io ho grandi ambizioni per il Pd, per questo penso che l'unica cosa ragionevole in questo momento, in cui il partito non riesce a esprimere una linea e a interpretare un ruolo e una visione, sia lavorare per il congresso, per verificare quale sarà la voce del Pd trentino».
L. Patruno, "L'Adige", 15 ottobre 2015
Donata Borgonovo Re, l'ex assessora alla salute ora consigliera provinciale, che negli ultimi giorni è stata al centro della polemica con il suo successore Luca Zeni e con il governatore Ugo Rossi, vuole sgombrare il campo dall'idea che stia pensando di lasciare il partito.
È vero che pensa di lasciare il Pd qualora al congresso non dovesse vincere la linea da lei sostenuta?
È assurdo partire dicendo se perdo esco. Io ho citato Civati solo perché a suo tempo lo avevo votato come candidato segretario e come esempio di una persona che è rimasta nel Pd finché ha creduto di essere una voce significativa. Penso che il Pd sia un grande partito con tante voci diverse. Il congresso serve per darci una direzione di marcia, che adesso a noi manca perché stiamo governando senza una strategia precisa né una percezione dei temi che riteniamo più importanti. La riunione del gruppo e del coordinamento di lunedì scorso ha dimostrato che pur con posizioni diverse si può trovare una mediazione, perché tutti noi sappiamo che spesso va accettata una via intermedia, il meglio possibile in quel momento.
Ma è vero come dice Olivi che il Pd è diviso tra «integralismo identitario» e «conformismo istituzionale», dove nel primo incasella lei e nel secondo Zeni?
Non condivido questa semplificazione. Il fatto è che siamo un gruppo e un partito che ha grandi sogni e desideri, mentre le realizzazioni non sono state all'altezza, perché invece di trainare siamo al traino degli altri.
Nella riunione del partito di lunedì scorso lei ha insistito nel dire che Zeni ha cambiato la sua linea sulla sanità, lui ha negato parlando di scelte puntuali non di linea sulla politica sanitaria. Il partito ha confermato la fiducia all'assessore.
Diamo una lettura diversa. Io penso che cambiale la localizzazione del Not non sia una bazzecola. E nemmeno cambiare il metodo di lavoro nel rapporto con le case di cura private, trattando come un fesso chi si è seduto al tavolo e ha fatto anche delle rinunce, e invece, proprio all'italiana, offrendo un risultato eccezionale, con 400 mila euro per tre anni, a chi non si è seduto (l'Eremo, Ndr.). Zeni dice che sono briciole. Ma non mi sembrano briciole. Comunque il documento approvato dal gruppo e dal coordinamento era molto equilibrato. C'è la conferma della fiducia a Zeni. E ci mancherebbe che non ci fosse stata. Ma l'abbiamo anche messo sull'avviso che nel suo lavoro non è solo. La localizzazione del Not, ad esempio, sarà il risultato di una discussione in cui ognuno esprimerà il suo punto di vista.