L’altra sera chi ha potuto essere presente alla serata di riflessione dedicata alla figura di Alexander Langer ha ricevuto un grande regalo. Al pubblico è stato infatti riservato un momento «più lento, più profondo, più soave» come sosteneva proprio Langer in contrapposizione all’essere «più veloce, più in alto, più forte».Anna Pironi, "Corriere del Trentino", 10 ottobre 2015
Un dibattito, insomma, che si è interrogato sul senso della vita, proprio come amava fare Alex. Una serata emozionante, quella che abbiamo organizzato come circolo Pd delle Giudicarie. Un circolo che tra i suoi obiettivi ha proprio la proposta di momenti dove approfondire e ribadire i concetti di una politica diversa, alimentata da un’etica nuova. Una politica che sappia contaminare una comunità attenta, responsabile, partecipe alle scelte che la riguardano.
Qualcuno dei presenti si è positivamente stupito dell’incontro su Alexander Langer voluto, appunto, da un circolo Pd. Possiamo tranquillamente dire che i democratici sono anche questi. Diverse le persone all’interno del partito che lavorano per affermare nella quotidianità i molti valori rappresentati da Langer.
Quindi, riflettere sul «cattolico autodidatta» (come amava definirsi) oggi è più attuale che mai. Sono giorni, mesi, anni, in cui vediamo il ripetersi di storie e di situazioni causate da guerre, egoismi, corruzioni, focolai razzisti che riemergono con forza. Vediamo migranti in parte rifiutati e in parte aiutati. L’inquinamento della nostra «Casa comune» raggirato anche dalla grande Germania. Problemi per i quali Alex si era già speso con smisurata generosità, lottando per tutta la sua breve e tormentata vita cercando di affermare i valori della pace, del rispetto dei diritti degli uomini.
Qualcuno lo aveva descritto come «un uomo senza patria e con molte patrie...Un intellettuale che parlava cinque lingue e aveva cento vite e sapeva unire i popoli...un politico di professione ma di una politica che non esiste (se non in piccola parte), che rendeva pubbliche entrate e uscite di denaro...che costruiva per gli altri e mai per sé stesso...che riusciva a dialogare anche con il più difficile degli avversari, sempre sospinto da quell’ostinata voglia di costruire ponti e di non piegarsi...che ci ha chiesto di continuare in ciò che è giusto anche se difficile... lasciandoci un’eredità impegnativa proprio negli anni in cui l’Europa si affannava a scegliere una via condivisa che ancora oggi stenta a trovare».
Se oggi Langer fosse ancora tra noi, avrebbe forse sposato la filosofia della «decrescita felice», così come avrebbe gradito l’enciclica di papa Francesco sulla cura della «Casa comune» e la Carta di Palermo sulla «Mobilità umana internazionale» presentata dal sindaco della città siciliana, Leoluca Orlando al Bundestag di Berlino.
Langer scrisse: «Forse è troppo arduo essere portatori di speranze collettive: troppe le invidie e le gelosie di cui si diventa oggetto, troppo grande il carico di amore per l’umanità, troppa la distanza tra ciò che si proclama e ciò che si riesce a compiere». Per le sue aspettative, i suoi ideali, considerava poveri e piccoli i risultati della sua azione. Qualche ragione l’aveva, anche se oggi i molti che continuano a parlare dell’importanza del suo impegno politico sta a testimoniare come ci siano persone che ogni giorno provano a «riparare questo mondo». È proprio in un simile passaggio che il nostro circolo trova la ragione della sua attività. Non a caso abbiamo scelto come relatori Mattia Civico e Donata Borgonovo Re. I due consiglieri con molto entusiasmo hanno accolto l’invito a «fermarsi» per ripercorrere, nell’arco di una serata, il «patrimonio morale» di Alexander Langer che, per dirla con le parole del cardinale Loris Capovilla, scritte alla notizia della sua morte nel 1995, «...appartiene alla schiera degli eletti che non muoiono...». L’altra sera Alex era lì, con noi, a tracciare un possibile percorso di vita che sa «di buono e di giusto».
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