Un'anagrafe di tutti i sussidi pubblici di sostegno al reddito (per evitare cumuli su una stessa persona oggi non immediatamente riscontrabili) e una revisione degli aiuti esistenti, che saranno accorpati in un assegno unico, che avrà natura non solo monetaria ma in parte avrà la forma di buoni di servizio (voucher). Sono queste le principali novità a cui sta lavorando il vicepresidente della Provincia, Alessandro Olivi, che ha la competenza oltre che sugli ammortizzatori sociali, per chi perde il lavoro, anche sul reddito di garanzia e altri interventi di sostegno economico delle famiglie.
L. Patruno, "L'Adige", 12 ottobre 2015
Olivi intende riorganizzare la miriade di rivoli di sussidi esistenti con norme da inserire già nella legge finanziaria per il 2016 e assicura: «Senza ridurre le risorse stanziate».
«Il reddito di garanzia è calcolato sulla famiglia - spiega Olivi - mentre il reddito di attivazione per chi perde il lavoro è calcolato sul singolo. Oggi noi abbiamo due elenchi separati dei beneficiari degli interventi senza possibilità di verifiche incrociate. L'intenzione ora è quella di fare un'anagrafe di tutti i sussidi pubblici di sostegno al reddito perché l'obiettivo deve essere: trasparenza, efficacia ed equità. Per questo ci serve una banca dati per differenziare poi le misure anche in base alle tipologie del bisogno».
Il vicepresidente sottolinea che in certi casi non è il sostegno monetario la misura più urgente o comunque non è quella che permette da sola di risolvere il problema. «Pensiamo - spiega - al caso di una persona che ha problemi di alcolismo e perde il lavoro. L'assegno di disoccupazione non è sufficiente se non c'è insieme un intervento di supporto dei servizi sociali per affrontare il problema con l'alcol. Serve dunque un'anagrafe dei fabbisogni e di coloro che oggi sono i destinatari di questa somma di affluenti di sussidi. Oggi abbiamo infatti solo i dati per settore e non un'anagrafe incrociata. Vogliamo evitare che si sovrappongano gli aiuti ma soprattutto di salarizzare la povertà e il disagio».
«Farò delle proposte - annuncia Olivi - soprattutto per il reddito di garanzia e per la somma di altri rivoli di sussidi, oggi sono una decina, per l'aiuto al bisogno, perché si arrivi a prevedere un assegno unico provinciale, sul presupposto di un'anagrafe. E decidere, fatto 10 il totale degli interventi che possiamo mettere in campo a favore di una persona o un nucleo familiare, quanto è utile che sia monetarizzato e quanto sia trasformato in buoni di servizio. Spesso infatti per certe famiglie non si risolve il problema solo mettendogli in tasca dei soldi. Penso possa essere più utile valutare di assegnare una parte di aiuti sotto forma di soldi e un'altra come buoni spesa o di servizio, ad esempio per avere un aiuto per la cura dei bambini o degli anziani».
«Questa modalità - conclude Olivi - coinvolge nell'impegno anche le cooperative sociali e del terzo settore che offrono servizi che possono essere pagati con questi voucher».
Lunedì scorso in giunta Olivi ha presentato anche una delibera che dà attuazione a una norma contenuta nella legge finanziaria di quest'anno che prevede l'obbligatorietà per chi percepisce il reddito di garanzia sociale di mettersi a disposizione per attività coordinate dalle Comunità di valle.