#SANITÀ, le novità su OSPEDALE DI ARCO e PROTONTERAPIA

ARCO - Serata speciale dedicata al comparto sanitario quella di lunedì scorso in consiglio comunale. Il neo-assessore provinciale alla salute e alla sanità Luca Zeni , sollecitato dai quesiti posti dal sindaco e dai consiglieri, ha fatto il punto della situazione sui temi più delicati che da mesi tengono banco nella discussione politica e amministrativa in questo ambito, dal punto nascite di Arco fino alle importanti realtà private come Eremo e Villa San Pietro. 
R. Vivaldelli, "L'Adige", 7 ottobre 2015

Nosocomio. 
Da parte dell'assessore sono arrivate rassicurazioni: «Siamo in una situazione - ha spiegato Zeni, parlando della rete ospedaliera trentina - che è drasticamente cambiata rispetto ad alcuni anni fa. Il disegno che la Provincia sta portando avanti è quello che vede l'ospedale di Trento come l' hub dove deve essere concentrata la multidisciplinarietà, la capacità di far fronte alle casistiche più delicate e difficili, e poi una serie di ospedali periferici che vanno a formare una rete, nel loro insieme al fine di offrire il servizio migliore al cittadino. Nel caso di Arco il Centro di procreazione assistita rappresenta l'unica realtà del Trentino di questo tipo e non ci sono dubbi sulla nostra volontà di investire in questo settore. Ovviamente il pronto soccorso e medicina interna devono essere funzionali in tutti gli ospedali, non sono in discussione». 
Punto nascite.
Buone notizie per quanto riguarda il futuro del punto nascite: «Mercoledì scorso - ha spiegato Zeni - abbiamo avuto un importante incontro al ministero, da cui abbiamo avuto dei segnali molto positivi. Alla luce proprio di quel colloquio sono estremamente fiducioso che l'ospedale di Arco possa continuare a garantire quel servizio, mentre su altri avremo un po' di difficoltà sui numeri, penso ad esempio a Tione». 
Le Palme.
«L'edificio si trova in una zona strategica - ha commentato l'assessore Zeni - per questo era stato progettato, lasciandolo libero per inserire altre attività. Il progetto di ristrutturazione del padiglione "A" prevedeva un costo di 11 milioni di euro, ma già nel 2011 era stato eliminato dalla programmazione per l'investimento troppo oneroso. Medesimo discorso per il padiglione "B", che necessiterebbe di un investimento di circa 7 milioni di euro. La situazione finanziaria ci impedisce di intervenire visti gli importi. Non ci sarebbe invece alcun problema da parte nostra se l'amministrazione intendesse fruire degli spazi vuoti della struttura». 
Villa San Pietro.
«Certamente su Villa S.Pietro la situazione è problematica - ha ammesso Luca Zeni - da parte dell'Azienda sanitaria, a partire dal 2014, non c'è stato più alcun paziente convenzionato. Questo è dovuto soprattutto al cambio della metodologia rispetto alla presa in carico delle persone con problemi di disabilità mentale, è cambiato l'approccio. In Trentino i pazienti sono 45. Su questo punto non c'è quindi alcun cambio di rotta rispetto agli ultimi anni, ma viene lasciata la possibilità a Villa S.Pietro di procedere con l'attività».
Eremo. 
Per quanto riguarda l'Eremo l'assessore ha annunciato una delibera della giunta provinciale che dovrebbe ridurre il taglio dei posti letto dei pazienti trentini inizialmente previsto: «Ci sono stati dei problemi negli ultimi tempi - ha affermato Zeni - perché Eremo aveva deciso di non firmare l'accordo con la Provincia. Da parte nostra, in questi mesi, la necessità di mandare pazienti all'Eremo è stata effettivamente mantenuta, pertanto questo ci ha portato a un nuovo confronto e a un nuovo accordo. Nella delibera verranno aumentati i posti convenzionati con l'Azienda sanitaria rispetto al taglio preventivato. Credo sia una notizia positiva per tutto il sistema». 
Il sindaco Alessandro Betta ha inoltre ricordato all'assessore provinciale l'importanza della vocazione sanitaria del Garda trentino e della città di Arco, in particolare: «Nell'ultimo periodo - ha commentato il primo cittadino - abbiamo guardato con preoccupazione al nostro comparto sanitario, dall'ospedale alle numerose case di cura sparse sul nostro territorio. Personalmente credo che nella sanità privata ci siano grandi opportunità: la sanità pubblica dovrebbe gestire la parte degli acuti, mentre quella privata dovrebbe occuparsi della lungodegenza e della riabilitazione».

 

- Protonterapia, cure sotto i 6 anni. Zeni: assumiamo l'anestesista. Lea. si attende la risposta del ministero, "Corriere del Trentino", S. Voltolini, 7 ottobre 2015