Comunicato Stampa - MICHELE NICOLETTI eletto capogruppo del PSE all’interno dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa

Michele Nicoletti è stato eletto ieri capogruppo del PSE all’interno dell`Assemblea parlamentare del Consiglio d`Europa. Una nomina di grande prestigio e non scontata, frutto com’è del lavoro costante e competente di Nicoletti in un organismo che, fondato all’indomani della Seconda guerra mondiale, è tutt’ora impegnato nella promozione della democrazia, nella difesa dei diritti dell'uomo, nella costruzione di un'identità europea. Obiettivi e concetti che in questa stagione di tragiche e disperate migrazioni assumono particolari significati e implicazioni profonde. Il Partito Democratico del Trentino e il Gruppo consiliare provinciale si congratula quindi con Michele Nicoletti e augura a lui e a tutto il Consiglio d’Europa buon lavoro.

 

Roma, 28 set. (askanews) - Michele Nicoletti, deputato del Partito Democratico, è stato eletto capogruppo del Pse all'interno dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.

Una nomina che Ettore Rosato, presidente del gruppo Pd alla Camera, commenta così: "L'elezione di Michele Nicoletti a capogruppo del Pse all'assemblea parlamentare del consiglio d'Europa è il giusto riconoscimento per un'attività seria e costante svolta in merito al fenomeno migratorio, attraverso il superamento del Trattato di Dublino, e sulla lotta contro la povertà e la disoccupazione, punti salienti della Carta sociale europea. E grazie a questo nuovo, importante ruolo Nicoletti potrà svolgere un'azione ancora più proficua per le istituzioni europee", conclude Rosato.

 

LEGGI il resoconto della settimana a STRASBURGO di MICHELE NICOLETTI

Questa settimana, in occasione della sessione plenaria, ho partecipato a Strasburgo alle riunioni dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa. Molte sono state le tematiche affrontate così come molteplici e significativi sono stati i risultati raggiunti.
In particolare abbiamo trattato dei risvolti umanitari e politici delle crisi migratorie in Europa in un'ottica di tutela e garanzia dei diritti umani, delle condizioni di vita dei migranti e delle possibili risposte a queste tragedie, del diritto d'asilo e della sua necessaria revisione alla luce della realtà attuale, delle nuove sfide che l'Europa e tutti i Paesi coinvolti da tali fenomeni devono affrontare, della libertà di religione e della necessità di garantire la democraticità delle società attuali, della tutela e garanzia dei diritti sociali e della salute pubblica, nonché del ruolo di monitoraggio dell'Assemblea parlamentare nei confronti dei diversi Paesi e delle condizioni di vita dei detenuti alla luce dei principi enunciati nella Carta Europea dei Diritti dell'Uomo.


L'approvazione del rapporto "Dopo Dublino, urgente istituire un nuovo sistema d'asilo europeo"

Dopo mesi di lavoro e di confronto con le colleghe ed i colleghi parlamentari dei diversi Paesi, con le ONG e le istituzioni internazionali, con i volontari e i componenti del Governo, il rapporto "Dopo Dublino, urgente istituire un nuovo sistema d'asilo europeo" di cui sono relatore è stato approvato con amplissima maggioranza dall'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, raccogliendo un consenso trasversale sia tra le diverse forze politiche che tra i diversi Paesi.
Le novità introdotte sono molteplici e significative in quanto, partendo dalle attuali criticità, è prevista la radicale riforma di una componente importantissima del sistema di asilo europeo: il Regolamento di Dublino (2013), che rappresenta indubbiamente uno dei regolamenti più controversi e rilevanti per la gestione del fenomeno.

Il rapporto intende valorizzare la dimensione unitaria dell'Unione Europea e dei suoi Stati nella gestione dei fenomeni migratori e del diritto d'asilo, enfatizzando e richiamando i principi di responsabilità, cooperazione, solidarietà, umanità, che oltre ad essere sanciti e riconosciuti dai Trattati europei sono alla base delle nostre civiltà democratiche. L'Europa deve continuare ad essere un esempio di tutela dei diritti, di democrazia e di Stato di diritto, ma può esserlo davvero solo se agisce in maniera condivisa.
Tra i principali contenuti del rapporto vi sono quindi la costruzione di un effettivo sistema di asilo europeo basato sullo status europeo di rifugiato e sul mutuo riconoscimento tra gli Stati, una più forte attenzione alle preferenze dei richiedenti asilo, il rispetto dei diritti umani dei rifugiati e la solidarietà tra i Paesi grazie anche alla redistribuzione dei rifugiati e alla previsione di quote obbligatorie. Insomma, la volontà è quella di superare il principio per cui la responsabilità ricade sullo Stato di primo ingresso (sancita dal Regolamento di Dublino) garantendo allo stesso tempo la presa in carico in maniera sollecita della richiesta di asilo.

Questa decisione è indubbiamente un fondamentale passo avanti che dimostra la volontà degli Stati di andare oltre le rispettive differenze e rivendicazioni per garantire e tutelare dei diritti che fanno parte del nostro patrimonio comune e che testimoniano prima di tutto il senso di umanità, il rispetto del pluralismo e delle differenze e il primato delle persone che l'Europa nel corso della sua storia ha fatto propri quali valori fondanti.
Ora l'auspicio è che gli organismi dell'Unione Europea si muovano nella stessa direzione e che grazie a questo importante passaggio si sviluppi un ragionamento tra gli Stati orientato a rafforzare e migliorare la dimensione sovranazionale delle politiche migratorie e la natura politica dell'Unione, necessaria per affrontare positivamente e con successo le nuove sfide globali che abbiamo davanti.

Qui trovate il testo del mio intervento in Assemblea.

Qui trovate il comunicato stampa del Consiglio d'Europa, la risoluzione approvata e una mia intervista.

Qui trovate tutte le informazioni sul rapporto.

Qui trovate un articolo pubblicato da ECRE (European Council on Refugees and Exiles).

Qui trovate un articolo pubblicato ieri su Avvenire che richiama l'approvazione del rapporto.


Nell'ambito del dibattito sull'immigrazione a Strasburgo è intervenuta anche la Presidente della Camera Laura Boldrini che ha sottolineato come la crisi che si trova oggi ad affrontare l'Europa sia una vera e propria crisi umanitaria. Non sono in gioco solamente le politiche migratorie, ma il diritto d'asilo, riconosciuto e sancito nei Trattati internazionali.
La Presidente ha sottolineato come sia dovere degli Stati garantire i diritti delle persone che scappano dalle guerre e dalle persecuzioni dei loro Paesi di origine, affrontando il problema in maniera condivisa e unitaria, lavorando con forza ad un sistema di asilo europeo, più integrato, solidale e responsabile e intervenendo con convinzione, anche con aiuti economici, in Siria e in tutti i Paesi caratterizzati da situazioni di conflitto.

Qui trovate il testo del discorso della Presidente Boldrini.


Il mio intervento a nome del Gruppo Socialista sul futuro del Consiglio d'Europa

Sono intervenuto a nome del Gruppo Socialista per sollecitare l'Assemblea a fare una riflessione sul ruolo del Consiglio d'Europa in questa fase straordinaria che stiamo vivendo.
Dopo aver chiuso la fase iniziale caratterizzata dalla costruzione di una cornice giuridica e di istituzioni comuni, infatti, siamo ora difronte ad una fase nuova.
Con il 1989 si è aperta la seconda fase del Consiglio d'Europa che ha visto l'allargamento di questa cornice giuridica e delle sue istituzioni. Il coinvolgimento dei nuovi Paesi è indubbiamente uno dei valori aggiunti della nostra organizzazione, sia in chiave politica che geostrategica. Il mondo globale deve infatti avere istituzioni che coinvolgono e non che escludono.
Ora però la sfida che abbiamo davanti è un'altra, quella di acquisire la profondità dei valori e del rispetto dei principi di democrazia e stato di diritto, facendo scendere questi valori dentro le coscienze dei nostri cittadini, dentro noi stessi e dentro la nostra società. Non dobbiamo avere paura della libertà di pensiero, del pluralismo, della fraternità, della solidarietà e dell'uguaglianza, come se attribuire pari diritti a tutti volesse dire togliere qualche cosa a noi, ma dobbiamo impegnarci a rilanciare la democrazia a livello internazionale e a democratizzare l'Europa e la sua governance.
Insomma, non dobbiamo avere paura del futuro, ma dobbiamo avere coraggio, forti dei nostri principi e dei nostri ideali. Non abbiamo poteri coercitivi, ma abbiamo il potere della coscienza che muove la storia.

Qui trovate il testo del mio intervento in Assemblea.