Collocamento, pronta la rivoluzione

Per far incontrare meglio domanda e offerta di lavoro, cambia a fondo in provincia il sistema del collocamento. Il nuovo piano delle politiche del lavoro da discutere entro fine mese prevederà un passo indietro del pubblico, che avrà un compito di orientamento, e la competizione tra scuole, centri di formazione professionale, ma anche sindacati e associazioni di categoria a suon di premi.
A. Conte, "L'Adige", 27 settembre 2015

In pratica, a differenza di quanto accade oggi, i corsi di formazione in gran parte saranno messi in concorrenza e non assegnati invece attraverso i bandi finanziati spesso dai fondi europei. Ai disoccupati in cerca di un posto verranno assegnati dei voucher che consentiranno loro di scegliere tra le varie offerte formative. Alla fine del percorso, se l'ente scelto dal disoccupato sarà stato in grado di trovargli una occupazione, allora verrà anche premiato dalla Provincia attraverso le risorse stanziate nel piano di politiche del lavoro.
A spiegare come cambierà il sistema del collocamento, è il vicepresidente della Provincia e assessore provinciale al lavoro, Alessandro Olivi.
«Con il piano di politiche del lavoro - spiega Olivi - metteremo sul piatto circa 15 milioni di euro per sostenere una nuova visione del collocamento: non più occupandosi dell'occupabilità della persona in cerca di un posto, bensì di trovargli una occupazione. Per questo pensiamo a un passo indietro del pubblico, a partire dal fatto che i centri per l'impiego, che già oggi hanno tantissimi altri compiti da svolgere accanto a quello di far incontrare domanda e offerta di lavoro, dovranno avere un compito di orientamento e informazione nei riguardi dei disoccupati».
In pratica, alla persona senza lavoro che si rivolge ai centri per l'impiego provinciali, saranno date informazioni utili a indicargli gli enti di formazione e collocamento che meglio fanno al caso suo. Questi ultimi saranno messi in concorrenza tra loro, dando al disoccupato un voucher per pagarsi il corso che più lo convince. Dopo di che, come detto, sarà ulteriormente premiato l'ente che saprà collocare effettivamente il disoccupato trovandogli un posto di lavoro.
«È una sfida per tutti quei soggetti, dal sindacato ai centri di formazione professionale, alle associazioni di categoria degli imprenditori - afferma Olivi - per riuscire a farsi parte attiva nell'incrocio tra domanda e offerta di lavoro. In questa fase in cui la disoccupazione morde, è paradossale non riuscire a saturare l'offerta di posti che arriva dalle imprese perché non ci sono le competenze adatte». 
Per cercare di risolvere il problema, nel piano per le politiche del lavoro, poi, si sostituiranno i corsi generici di formazione «con corsi più concreti e ritagliati sulle necessità del singolo lavoratore». 
Come auspicio per il futuro, poi, Olivi si augura che si «rafforzi il sistema duale, dell'alternanza tra studio e lavoro, non solo sui profili scolastici più tradizionali ma anche a livello di alta formazione ovvero di università. Qui serve un accordo con le imprese affinché gli studenti negli ultimi due anni di università facciano esperienza di lavoro o formazione sul campo. Inoltre serve un tavolo permanente in cui le imprese possano dialogare con scuola e università al fine di orientare i piani di studio della scuola tecnica e università a una preventiva lettura di dove oggi c'è maggior offerta di lavoro».