«L'ospedale di Arco con il suo punto nascite, i numeri li ha; il nostro intento - parola di Luca Zeni - è quello di mantenerlo anche perché c'è il valore aggiunto del Centro di procreazione assistita». L'assessore provinciale alla salute e alla solidarietà sociale, mercoledì sera, è stato ospite del circolo del Partito democratico di Arco.
"L'Adige", 25 settembre 2015
Si è discusso di tutti i temi caldi del momento, da quelli interni al partito, a quelli provinciali fino a quelli internazionali che hanno ripercussioni sul locale.
«Il ragionamento si è sviluppato su tante tematiche per un confronto a trecentosessanta gradi. Per la questione ospedale - osserva Zeni - ho spiegato che mi attendo di capire qualcosa di più dall'incontro che avremo mercoledì 30 settembre a Roma al ministero della sanità, per comprendere cosa possiamo fare e quello che non possiamo fare. Andremo con una richiesta forte di maggiore autonomia nelle scelte. In ogni caso Arco rientra negli standard e ad oggi ha numeri tali per cui non si può nemmeno mettere in discussione il punto nascite, anche perché il Centro di procreazione assistita è un valore aggiunto per la sanità trentina. per cui non mi pare che possano esserci dubbi».
Zeni assicura la posizione del suo assessorato: «Per noi il punto nascite è da mantenere questa è la nostra volontà». Quanto poi alla sanità privata e in particolare ai problemi sollevati in questi mesi dalla casa di cura Eremo ma non solo da questa, Zeni ribadisce che «abbiamo diversi incontri in agenda. Abbiamo il mandato politico da parte del consiglio provinciale per trovare un accordo che tuteli una realtà molto importante come la casa di cura Eremo e non solo per la qualità del servizio offerto ma anche per il contesto dell'Alto Garda e Ledro».
Alla riunione presso la sede del partito democratico Zeni ha anche ribadito la sua linea sulla accoglienza dei profughi. «Anche all'Alto Garda e Ledro chiediamo una disponibilità uguale a quella di tutte le altre comunità di valle, la nostra strategia è quella dei piccoli nuclei distribuiti sul territorio».
In agosto l'assessore provinciale alla salute e alla solidarietà sociale ha incontrato i sindaci e «ho chiarito - spiega - quello che è il nostro concetto chiave: l'accoglienza di due persone ogni mille abitanti; questo come riferimento base, con le opportune flessibilità di caso in caso. Ora siamo alla fase due, con l'individuazione degli immobili adatti, e si tratta soprattutto di appartamenti. Ricordo che noi paghiamo l'affitto a chi ospita grazie a finanziamenti che provengono dall'Unione europea e dello stato italiano. Quello che chiediamo e su cui puntiamo e cerchiamo il massimo della collaborazione con il territorio - prosegue l'assessore provinciale Luca Zeni - è il coinvolgimento da parte della società civile del mondo del volontariato e dell'associazionismo per creare una vera integrazione di queste persone che arrivano da noi. L'obiettivo è quello di creare una solida rete di solidarietà che consenta ai profughi di sentirsi parte di una comunità viva e accogliente».