«Cerchiamo di mettere insieme le ecellenze del nostro territorio e di far collaborare Fem e Università». L’assessora alla ricerca scientifica della Provincia di Trento, Sara Ferrari, spiega così il progetto di aprire un corso di laurea a San Michele in agraria."Trentino", 12 settembre 2015
L’assessora premette che all’inizio l’obiettivo sarà contenuto, anche per una questione di costi: «Intanto, pensiamo a un corso di laurea in enologia. Si tratta di un corso che già esiste a San Michele e viene tenuto in collaborazione con l’Università di Udine. In futuro, quando il progetto sarà completato, la collaborazione sarà con l’Università di Trento. Ma stiamo pensando anche a corsi collaterali che partano dalle grandi competenze che ci sono alla Fem, pensiamo alla frutticoltura e all’agrifood, campi in cui San Michele è all’avanguardia da tempo. Stiamo anche pensando di costruire una scuola di alta specializzazione. Si tratta di progetti che dovranno essere affinati in questi mesi. A breve i due consigli d’amministrazione, di Fem e dell’Università, dovranno approvare la decisione di partire con lo studio, ma ci vorrà del tempo».
Proprio per quanto riguarda i tempi, l’assessora è prudente: «Per raggiungere l’obiettivo ci sono molte cose da mettere a punto. Per questo motivo penso che difficilmente si farà in tempo per il 2016. Penso che si possa parlare del 2017 per il primo anno di corso con l’Università di Trento. Io sono molto contenta e soddisfatta che si possa arrivare a un obiettivo del genere. Del resto, come obiettivo di legislatura, c’eravamo dati quello di far collaborare le eccellenze presenti sul nostro territorio. Questo è il nostro obiettivo. C’è da vedere come realizzarlo nella pratica».
I problemi pratici, effettivamente, sono molti. A partire dal fatto che non essendo presente a Trento una facoltà di agraria vera e propria, si tratterà di individuare una facoltà alla quale collegare il nuovo corso in ebologia. Altri problemi sono legati all’inquadramento dei professori: «A San Michele ci sono altissime competenze. Dopo l’avvio del progetto si studierà dove e come reperire i professori». Quello che è certo è che non si pensa a una facoltà generale di agraria anche per una questione di costi, dal momento che si dovrebbe reclutare un alto numero di professori.
L’assessora spiega che l’obiettivo è quello di realizzare un progetto di alta qualità, ma con numeri contenuti: «Si pensa a un numero chiuso e a un corso che possa raggiungere un’alta qualità dell’insegnamento e della ricerca. Si ipotizza il numero chiuso perché pensiamo di realizzare un progetto adatto al territorio e alle esigenze del settore. I laureati in enologia sono sempre più richiesti. E San Michele li prepara benissimo. Vogliamo continuare su questo solco, ma facendo collaborare i centri di ricerca e l’università di Trento. In questo modo, riusciremo a sfruttare al meglio le tante opportunità che il nostro territorio può offrire. L’obiettivo è fare sinergie raggiungere un elevato livello di ricerca e insegnamento».
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