«Tagli alle Poste, alleanza con Bolzano»

Bolzano vuole trattare con le Poste (20 milioni di euro annuali alla mano) per evitare il recapito della posta a giorni alterni. E la provincia di Trento - per cui è previsto lo stesso destino, come abbiamo scritto sul Trentino di ieri - vuole essere della partita: «Il tema è unico - dice il vice presidente della giunta provinciale Alessandro Olivi - e può essere utile ragionare assieme e presentare una proposta unica.
A. Selva, "Trentino", 12 settembre 2015


Le risorse sono scarse, ma per i servizi postali può valere lo stesso principio del commercio, settore in cui la nostra provincia investe 2-3 milioni all’anno per mantenere presidi commerciali in alcuni piccoli centri dove il mercato non lo permetterebbe». La notizia l’abbiamo data ieri: nel 2017 Poste italiane punta a recapitare la posta a giorni alterni in Trentino Alto Adige, anche nei centri maggiori (dove è prevista però la cosiddetta linea plus per posta prioritaria e stampa quotidiana). Per questo il presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, ha già avviato una trattativa con l’azienda, pronto a investire le risorse (provinciali) necessarie per mantenere il servizio di recapito attuale.

E Trento? L’assessore Olivi spiega che la strada di Bolzano può essere quella giusta, ma mette le mani avanti: «Dall’altra parte ci deve essere qualcuno disposto ad ascoltare e collaborare. E finora questo non è avvenuto: nei giorni scorsi abbiamo ricevuto una risposta sulle ultime chiusure degli uffici postali che non esito a definire sprezzante. L’azienda ragiona sui numeri e non sul servizio pubblico. Dicono semplicemente che i parametri sono stati rispettati. Ma se ragioniamo solamente con i numeri è chiaro che il nostro territorio - così complesso dal punto di vista orografico - ne uscirà sempre penalizzato. Ed è proprio nei centri minori che l’assenza di un servizio si farà sentire». Ci sarà da ragionare con Bolzano - conclude Olivi, che nelle scorse settimane ha incontrato i lavoratori delle poste trentine - ma anche con il Consorzio dei Comuni.

E Paride Gianmoena - presidente dei Comuni trentini - fa sapere che l’obiettivo è quello di individuare soluzioni specifiche (“più dolci”) per il nostro territorio che - applicando le regole uguali per tutti - risulta tra i più penalizzati in assoluto (come spieghiamo nella scheda). Lorenzo Decarli (Uilpost) lamenta l’assenza della politica su questi temi: «L’errore è stato lasciare che le questioni finanziarie dell’azienda prevalessero sulle scelte politiche che invece, in un’azienda che svolge un servizio pubblico devono essere in primo piano. Ricordiamoci che quando si parla di consegna della posta non valgono le regole del mercato, ma quelle del pubblico servizio. In città ci sono tanti operatori, ma chi andrà a portare le lettere e i giornali a Kamauz? Perché Bolzano si muove e invece la Provincia di Trento finora è ferma?». Sul fronte aziendale Decarli lamenta l’assenza di informazioni: «Come al solito apprendiamo le notizie dalla stampa, ma qualcuno dovrà pure dirci qualcosa ora. Ma parliamo di un piano aziendale che sembra trovare fondamento nel collocamento in borsa dell’azienda invece che nel servizio ai cittadini. Ci chiediamo inoltre che conseguenze ci saranno per i dipendenti (che hanno ormai un’età media di cinquant’anni) anche dal punto di vista della sicurezza sul lavoro».

 

Consegna della posta a giorni alterni in 284 Comuni trentini e altoatesini a partire dal 2017. Questa l’intenzione di Poste italiane che ha già ottenuto il via libera dell’Agcom. Anche nei capoluoghi di provincia e nei centri maggiori è previsto il recapito a giorni alterni, ma con una linea di recapito “plus” per la posta prioritaria e la stampa quotidiana. Secondo gli accordi nazionali con l’Agcom questo nuovo modello “al risparmio” dovrà riguardare al massimo il 25 per cento della popolazione italiana, ma in Trentino (dove la densità di popolazione è molto bassa) la novità finirà per riguardare il 60 per cento della popolazione. Il nuovo modello di recapito partirà in ottobre in alcune regioni italiane, mentre in Trentino Alto Adige dovrà essere comunicato nei dettagli ai Comuni interessati entro il 2016.