L'accoglienza di profughi e migranti non è più una questione da affrontare in termini di emergenza: il loro arrivo è ormai normalità e come tale va affrontato. Il Trentino deve pensare alla creazione di un'«unità speciale» all'interno dell'amministrazione provinciale che sia in grado di gestire al meglio l'arrivo e la permanenza dei «nuovi trentini».
"L'Adige", 14 settembre 2015
Parola di Michele Nicoletti, deputato del Pd e capo delegazione italiana al Consiglio d'Europa, che ha partecipato ieri all'evento «La nuova Europa riparte da te» organizzato da Trentino Europa e dal Pd. «Per quanto riguarda l'aspetto logistico, è importante riuscire a valorizzare al meglio le strutture di cui disponiamo - afferma - Basti pensare che in Turchia è l'Agenzia di protezione nazionale ad occuparsi della gestione di oltre due milioni di profughi: da noi (e in tutt'Italia) la stessa funzione potrebbe essere ricoperta dalla Protezione civile». Non manca un riferimento all'intenzione di procedere con la realizzazione di progetti di accoglienza e di integrazione, sia per quanto riguarda l'ambito di inserimento nelle comunità che danno ospitalità ai profughi sia per l'insegnamento della lingua italiana che deve venire loro rivolto. «In tal senso servirà una precisa regolamentazione riguardo progetti ben mirati - aggiunge - che portino ad un attivo coinvolgimento di insegnanti e dell'intera comunità».
Dello stesso avviso si è dichiarato anche il senatore del Pd Giorgio Tonini, parlando di «passaggio dalla logica d'emergenza all'affrontare il problema in modo strutturato». «Diventa necessario predisporre un preciso welfare dedicato all'integrazione dei nuovi europei, nuovi italiani e nuovi trentini - dice - Dal momento del loro arrivo, fino alla semplificazione della burocrazia per la presentazione delle domande di asilo. Inoltre, spesso sui barconi sono presenti minori non accompagnati: serve una politica stabile per trovare loro una famiglia, magari proprio tra le coppie in cerca di un'adozione. E poi aiuti a chi desidera studiare e lavorare».
Sia Tonini che Nicoletti hanno preso a riferimento il modello trentino della cooperazione internazionale, «che andrebbe orientata verso i Paesi in cui esistono gravi conflitti in maniera da aiutare le popolazioni nelle loro terre, oltre che fornire supporto quando giungono in Europa». «Con un'azione di questo tipo - chiarisce Nicoletti - sarebbe possibile anche ridurre il flusso migratorio». «Migranti e profughi sono anche una risorsa demografica per i Paesi europei - specifica Tonini - Basti pensare all'Italia dove le morti superano le nascite di 100.000 unità: senza nuovi nati rischiamo di andare incontro ad un rapidissimo invecchiamento della popolazione».
Tonini e Nicoletti hanno sottolineato più volte, così come il parlamentare europeo Damiano Zoffoli, l'importanza di adottare politiche europee comuni. «Stiamo lavorando per modificare il regolamento di Dublino - conclude Nicoletti - in modo da evitare blocchi alle frontiere per i richiedenti asilo e favorire un'equa distribuzione delle persone che hanno il diritto ad essere accolte».