Dopo il costante aumento della disoccupazione in questi otto l’ultimo anno fa registrare una decisa svolta nella domanda di lavoro delle imprese. Rispetto ai primi sei mesi del 2014 le assunzioni crescono di 2.700 unità (+5%). Per sostenere questi dati e dare continuità alla crescita il consiglio provinciale ha votato una risoluzione che impegna la giunta a indirizzare le politiche industriali del Trentino verso il progresso delle nostre imprese."Trentino", 4 settembre 2015
E quindi hanno chiesto, tra le altre cose, che si promuovano progetti di sviluppo aziendale e di incremento della produttività; si favorisca l’insediamento di nuove realtà imprenditoriali; si intraprendano specifiche iniziative finalizzate ad affrontare le situazioni di crisi aziendale creando in Agenzia del lavoro una specifica task force; si sostenga l’occupazione femminile.
Il Trentino sul fronte economico, nonostante la crisi, resta sui livelli nord europei con «un elevato livello di benessere economico». A dirlo l’assessore provinciale allo sviluppo economico e al lavoro Alessandro Olivi che in consiglio ha riferito proprio della situazione occupazionale in Trentino.
I dati sul Pil «Sul fronte economico - ha spiegato l’assessore - il Trentino, nonostante la crisi, con un Pil pro-capite a parità di potere d’acquisto pari a 33.700 euro, si conferma tra le realtà europee con un elevato livello di benessere economico. Nello studio sulla coesione, predisposto da Eurostat (riferito al 2013), il Trentino è tra le poche realtà italiane ad essere nella classe massima, assieme a diverse regioni tedesche, austriache e norvegesi». Il dato risulta ancora più incisivo se paragonato con il dato medio del Pil pro-capite italiano e con quello dell’Unione europea che sono inferiori rispettivamente del 27% e del 28% (rispettivamente 26.300 e 26.600 euro). Ma non è tutto oro quel che luccica e infatti il lungo periodo di crisi ha inciso significativamente anche nella realtà economica del Trentino che deve recuperare circa 5 punti percentuali per tornare ai livelli di Pil del 2007 (anno pre-crisi), mentre l’Italia e il Nord-est, con dinamiche simili, si attestano a circa 7 punti percentuali sotto il livello dello stesso periodo.
Crescita e disoccupazione Anche in Trentino quella della bassa crescita resta una delle principali problematiche da affrontare. Le stime dicono che la provincia crescerà di poco meno dell’1% nel 2015 e dell’1,5% per il triennio successivo. Altro elemento di grossa criticità è rappresentato dalla disoccupazione. «Va detto che il mercato del lavoro in questi anni ha continuato a creare posti di lavoro - ha detto Olivi -. Gli occupati in Trentino sono aumentati tra il 2007 e il 2014 quasi del 5%; solo l’Alto Adige ha registrato una performance migliore (+6,9%)».
Il tasso di attività, ossia la forza lavoro in rapporto alla popolazione, è costantemente aumentato dagli anni della crisi passando dal 68,3% del 2007 al 70,9% dell’ultima rilevazione di questi giorni, con una forza lavoro che è cresciuta in questi otto anni di 22.000 unità. «Di questi nuovi entrate nel mercato del lavoro - ha aggiunto l’assessore - 10.500 hanno trovato occupazione, comportando una crescita degli occupati da 223.500 a 234.000 unità. Però l’andamento economico non ha consentito l’assorbimento di tutta la nuova forza lavoro e quindi la disoccupazione è cresciuta anche da noi: nel 2007 era pari al 2,9%; oggi registriamo un 7,2%».
I giovani Per quanto riguarda il tasso di disoccupazione giovanile, la crisi ha visto crescere notevolmente questo tasso: il dato 2014 è rispettivamente del 42,7 per l’Italia e del 27,1% per il Trentino. Un dato, per Olivi, gonfiato dal fatto che sul nostro territorio quasi tutti i giovani proseguono gli studi e questi non vengono ritenuti “occupati”. «Infatti - ha spiegato l’assessore - se invece del tasso di disoccupazione utilizziamo il rapporto di disoccupazione, indicatore usato soprattutto da Eurostat, la disoccupazione giovanile si allinea al tasso di disoccupazione totale. Il rapporto di disoccupazione per i giovani fra i 15 e i 24 anni infatti è dell’8%».
La conclusione «Una valutazione complessiva dei dati dell’economia e del lavoro - ha concluso Olivi -porta quindi a ridimensionare gli allarmismi per una concreta fiducia nella tenuta del sistema economico ed occupazionale».
LEGGI IL DOCUMENTO sulla situazione economice ed occupazionale in Trentino presentato dall'Ass. Olivi
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