La dirigente di Borgo Laura Froner analizza la “rivoluzione” della scuola di Rossi: «Le lingue sono un’occasione ma vanno ricalibrati gli obiettivi da raggiungere ».L. Pianesi", Trentino", 29 agosto 2015
Trilinguismo, chiusura delle scuole periferiche che non raggiungono i numeri minimi di studenti previsti dalla Provincia, il rapporto tra precari e “quarta fascia”. La scuola trentina si avvia ad un anno di grandi cambiamenti e la politica (forte anche della piena autonomia in materia e del doppio ruolo di Rossi presidente della Provincia e assessore all’istruzione) si sta ergendo ad assoluta protagonista di questa “rivoluzione” (per qualcuno in maniera anche eccessiva, senza il necessario coinvolgimento proprio di quel mondo che intende riformare).
Se la strada intrapresa sia quella giusta o meno l’abbiamo chiesto a Laura Froner oggi dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo di Borgo Valsugana e ieri prima sindaco di Borgo e poi parlamentare del Pd. Politica e scuola: dunque.
Froner cosa devono aspettarsi genitori, studenti e insegnanti a partire dal 10 settembre (primo giorno di scuola) per la stagione 2015/2016? Ci aspettano davvero tante sfide. Speriamo che quanto fatto negli scorsi anni, anche tramite progetti “pilota” ci permetta di affrontarle tutte con una certa dose si ottimismo.
Si riferisce al Clil? Si, per esempio il Clil. Nel nostro istituto non l’abbiamo ancora attuato e da quest’anno si parte subito in grande, alle elementari cominceremo già con le terze, ma ci siamo incontrati con plessi della nostra valle che lo stanno già adottando da tempo e le loro risposte ci hanno parzialmente rassicurato.
Solo parzialmente? Beh i timori ci sono, inutile negarlo. Soprattutto i docenti non sanno bene a cosa andremo incontro. Il Clil è sicuramente una sfida molto interessante che può dare molto ai nostri studenti ma al tempo stesso non convince il mancato aggiornamento delle linee guida della scuola. Mi spiego meglio. Insegnando alcune materie in lingua sicuramente i nostri ragazzi impareranno molto meglio tedesco e inglese ma è possibile che i contenuti di quelle stesse materie in parte ne risentano. Potrebbero impoverirsi. E allora penso che la Provincia debba prevedere una certa elasticità nel raggiungimento degli obiettivi formativi.
Cioè la Provincia pretende che voi raggiungiate gli stessi obiettivi che raggiungevate in italiano su quelle materie che ora trasmetterete in lingua? Al momento è così. E mi chiedo se anche i test Invalsi saranno strutturati sulla qualità che veniva raggiunta in italiano o ricalibrata.
E la maturità? I nostri ragazzi che fanno le materie in lingua la faranno in italiano o no? I dubbi sono ancora tanti.
Tanti dubbi ci sono anche sulla prevista chiusura delle scuole “più piccole”. Lei che ne pensa? Penso che si faccia bene. Il punto di partenza di ogni ragionamento deve essere la qualità del servizio per i bambini. Le pluriclasse sono assolutamente superate e da evitare e dove si può, quindi nelle realtà che hanno plessi tra loro vicini, vanno evitate anche con la razionalizzazione degli istituti. Anche in Bassa Valsugana e nel Tesino abbiamo scuole che dovrebbero essere unite ad altre. Noi ci siamo detti favorevoli.
Per quanto riguarda il “caos” quarta fascia-precari cosa ne pensa? Penso che sia un vero ginepraio. A loro modo hanno tutti ragione. Purtroppo è difficile azzerare un problema che va avanti da anni e rischia di diventare una vera guerra tra poveri. Andrebbe tutto rivisitato andando in primis ad assorbire i “precari” per poi creare un sistema d’ingresso il più lineare possibile in futuro. E non dimentichiamo il caso dei Pas che devono ancora fare l’esame abilitante. A noi dirigenti è arrivata una circolare che dice che in caso di “buchi” nell’organico dobbiamo sopperire con il personale interno f in attesa dei Pas. Anche questa non è stata una cosa gestita molto bene. Speriamo che alla fine tutto si aggiusti e che si possa cominciare in un clima sereno e costruttivo.
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