ROVERETO Valduga dimentica il Museo Civico, lo Smart Lab, non cita il teatro Zandonai, non parla di turismo nè di integrazione degli stranieri, ma copia (alla lettera) Matteo Renzi. Il Pd è durissimo sulle linee programmatiche presentate dal sindaco Francesco Valduga, le definisce prive di visione ma soprattutto scova che un intero paragrafo del documento è stato copiato (parola per parola) dal programma di Matteo Renzi presentato per primarie del 2012.M. Stinghen, "Trentino", 7 agosto 2015
Ieri i consiglieri del Pd in consiglio comunale hanno fatto le pulci al documento che dovrebbe delineare l'azione amministrativa dei civici. Seppure critici su molte cose, i democratici si sono ritrovati d'accordo con i passaggi sul welfare di pagina 13. «Se non che ad un certo punto - dice Fabrizio Gerola, ex assessore - si dice di dover "creare patti territoriali che superino gli attuali piani di zona". Questi in Trentino non esistono dal 2007, esistono nel resto d'Italia. Ad un più approfondito esame, ho così scoperto che tutta questa parte è stata copiata, pari pari, dal programma di Matteo Renzi per le primarie 2012». Ed è vero, provare per credere, google in questo caso rende questa verifica un gioco da ragazzi.
I consiglieri attaccano il documento su altri aspetti. «Il sindaco dice fin dall'inizio che è un programma flessibile, e questo è anomalo, perché non specifica una visione su cui confrontarsi, denota scarsa chiarezza», dice Luisa Filippi. Sul welfare Gerola si dice d'accordo sulla politica delle relazioni, «ma non la declina in dimensioni concrete. Si descrive nei minimi termini il nuovo piano di spazzamento delle strade, ma non spiega le azioni di merito da seguire per il welfare. L'Istat ha definito 12 indicatori del settore, e pulizia e sicurezza percepita, gli unici temi affrontati, non sono tra questi». «É un programma che prescinde dalla situazione attuale, dalla crisi - aggiunge Luigino Pellegrini - potrebbe andare bene per gli anni Settanta o tra dieci anni.
Non c'è una visione, e si pensa solo al "decoro". Ora, Rovereto non mi pare sia il Bronx: che senso ha centrare il programma di 5 anni sul decoro?». «Parla di lavoro, ma ha un approccio obsoleto - afferma Nicola Simoncelli - chiama Progetto Manifattura con il termine abbandonato nel 2011 di "Manifattura Domani", parla di materiali locali e vocazione storica, quando la Provincia ha impostato su Rovereto una politica di innovazione». «Non cita il teatro Zandonai, non spende una parola sugli stranieri, non parla dei rapporti con il Santa Chiara, non cita una volta il Museo Civico, parla dei giovani solo come ricettori di esempi e mai come soggetto attivo», aggiunge Filippi. «Lo avevamo visto fin dalla campagna elettorale: pochezza di proposte, il nulla - a parlare è l'ex sindaco Miorandi - manca la parola "turismo", non si parla di Tav, manca la parola "Dolomiti Energia", di cui siamo soci e per cui si era impostato un lavoro per una new co, in risposta al referendum del 2011». Sulla viabilità «Tutto dipende dalla tangenziale ovest - afferma Mario Airoldi - ma sappiamo, dati alla mano, che questa non risolve i problemi del traffico. E sull'ambiente si dice poco». Per il Pd il sindaco che pensa solo al decoro «è un sindaco che guarda ai fiorellini, senza pensare all'aiuola», conclude Luisa Filippi.
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