OLIVI: «La decisione del Consiglio regionale del Veneto che porterà allo stop della realizzazione della superstrada a pedaggio, va colta positivamente, nell'ottica di un rapporto tra territori che deve essere improntato ad un principio di fondo: non ci devono essere territori che devono essere attraversati e altri territori che li usano come semplice canale di scarico».D. Sartori, "L'Adige", 6 agosto 2015
La svolta c'è, eccome. Perché, oggettivamente, l'approvazione, da parte del Consiglio regionale del Veneto della legge 15, primo firmatario il governatore Luca Zaia (vedi l'Adige di ieri, ndr), rappresenta un segnale chiaro mandato al Trentino. La Giunta Zaia, con la nuova legge, è stata autorizzata a rivalutare ed eventualmente «cancellare», revocandole, sette procedure di project financing . Tra queste, c'è quella di gran lunga più pericolosa per il Trentino e, prima di tutto, per la Valsugana: la realizzazione della superstrada a pedaggio nella Valbrenta, da Bassano a Cismon del Grappa. Zaia, in aula, ha detto che la finanza di progetto della Valbrenta «sarà rivalutata a seguito della interlocuzione con il ministro Delrio e con la Provincia di Trento». Interlocuzione che riguarda il tavolo di intesa sui collegamenti tra Veneto e Trentino, Valdastico nord compresa, per la quale la Giunta Rossi ha accettato di «trattare».«Ma che questa decisione incida sulla Valdastico è tutta un'altra partita» commenta il vicepresidente della Provincia di Trento, Alessandro Olivi . Che riconosce: «La decisione del Consiglio regionale del Veneto che porterà allo stop della realizzazione della superstrada a pedaggio, va colta positivamente, nell'ottica di un rapporto tra territori che deve essere improntato ad un principio di fondo: non ci devono essere territori che devono essere attraversati e altri territori che li usano come semplice canale di scarico».Assessore, le ricordo che la sua Giunta ha però accettato di sedersi al tavolo per trattare con il Veneto. Anche sul completamento della Valdastico nord, ipotizzandone l'uscita a Trento sud ed un raccordo in galleria con l'alta Valsugana. «Ci sta» osserva Olivi «che Trentino e Veneto discutano con pari dignità su come essere territorio di cucitura tra Alpi e area pedemontana e sui diversi sistemi di mobilità: rientra in una logica di cooperazione leale. Ma per quanto il ripensamento sulla superstrada a pedaggio, che avrebbe fatto "scoppiare" di traffico la Valsugana, sia una svolta positiva, il Veneto non deve per questo aspettarsi il sì alla Valdastico: nessuna compensazione automatica. Nessun baratto».Il vicepresidente del Pd aggiunge: «Resto fermamente contrario alla Valdastico. Non una contrarietà ideologica, né di partito, ma coerente con la visione di quello che sarà il Trentino tra 15-20 anni, con l'asse ferroviario del Brennero potenziato, anello di congiunzione tra territori su ferrovia, piattaforma intermodale, un Trentino paesaggisticamente fragile, con una economia che ha bisogno di europeizzarsi, e le imprese di autotrasporto più attente alle grandi piattaforme logistiche che a nuovi nastri di asfalto».Assessore, sul tavolo dell'intesa c'è pure la Valdastico nord non solo perché la vuole Zaia, ma anche perché il suo completamento lo condivide il Governo del Pd, con Renzi e il ministro Delrio. «Vero. È così. Ma su questo la penso come Mauro Gilmozzi ( l'Adige di ieri, ndr): «Dobbiamo guardare all'Europa che spinge per la ferrovia, non agli egoismi regionali o nazionali».
Seguici su YouTube
Partito Democratico del Trentino