«Valuteremo le possibili opzioni, compreso lo spostamento del Not a Mattarello. Per quanto riguarda i tempi, stiamo attendendo gli ultimi approfondimenti tecnici e giuridici, per poi prendere una decisione definitiva. Per il bando ci vorranno almeno sei mesi, ma faremo il possibile per riuscire entro fine anno». Il neoassessore alla salute, Luca Zeni, che da sabato scorso ha assunto la delicata responsabilità delle politiche sanitarie e del welfare, dopo la traumatica estromissione dalla giunta di Donata Borgonovo Re per decisione del presidente Ugo Rossi, ha già iniziato ad informarsi sui principali dossier e sulle questioni più «calde» e urgenti in sospeso.
L. Patruno, 30 luglio 2015
Tra i temi più importanti c'è appunto cosa fare del progetto del Nuovo ospedale di Trento (Not). Nell'ottobre dell'anno scorso il Consiglio di Stato aveva azzerato la gara d'appalto con la quale era stata affidata in project financing la concessione a costruire il Not e a gestire i servizi per 25 anni nell'area delle vecchie caserme in via Desert, all'associazione temporanea di imprese guidata da Impregilo.
La ragione della nullità dell'appalto, secondo i giudici amministrativi, stava nell'irregolarità della Commissione tecnica per la valutazione delle offerte, nella quale erano presenti il direttore generale dell'Azienda sanitaria, Luciano Flor, e l'allora dirigente del Dipartimento sanità della Provincia, Livia Ferrario, che erano incompatibili.
Nella sentenza i giudici stabilivano la «possibilità di riaprire i termini per la presentazione di nuove offerte sia tecniche che economiche» aprendo però spazio a interpretazioni diverse sulla possibilità di partecipare solo per i quattro concorrenti già in gare o anche di altri.
Sono passati circa nove mesi dalla sentenza - il tempo di una gravidanza - ma la Provincia non ha ancora risolto i problemi giuridici aperti dalla sentenza per decidere quale strada seguire per non incappare in nuovi stop, ma non ha neppure deciso se e come modificare il progetto del nuovo ospedale cogliendo l'occasione dell'azzeramento del bando e quindi la possibilità di modificare sia il sistema di finanziamento che il progetto stesso compresa appunto la localizzazione della imponente struttura come lo stesso presidente della Provincia, Ugo Rossi, non aveva escluso nell'aprile scorso rinviando però ogni decisione a dopo le elezioni comunali e al necessario confronto con il nuovo sindaco di Trento, che poi è sempre Alessandro Andreatta.
L'idea che si sta valutando è quella di spostare il Not sui terreni che erano stati espropriati per realizzare la nuova caserma di Mattarello, progetto poi saltato.
La localizzazione a Mattarello presenta infatti degli aspetti ritenuti più funzionali soprattutto dal punto di vista logistico e di collegamenti, avvicinandosi a Rovereto, anche se come controindicazione avrebbe il fatto che il Centro di protonterapia già realizzato e funzionante in via Desert si ritroverebbe a questo punto scollegato e lontano dall'ospedale.
Degli aspetti progettuali si sta occupando l'assessorato ai lavori pubblici. L'assessore Mauro Gilmozzi , però, non si sbilancia per ora sottolineando che: «Sul Not, in termini strutturali, sarà possibile fare ragionamenti quando avremo un chiaro quadro d'assieme che oggi non c'è ancora. Sono soprattutto le questioni giuridiche, non ancora definite, a condizionare questa fase».
L'unica cosa certa è che la Provincia non intende più procedere con il project financing. Sul sistema di finanziamento, confermano sia Zeni che Gilmozzi, si punterà a realizzare il Not con soldi pubblici per almeno la metà attingendo ai fondi europei della Bei (Banca europea per gli investimenti).