Nicoletti: «Qui si deve scegliere se vogliamo portare Trentino verso standard migliori europei o verso scelte elettoralistiche fatte tre anni prima delle elezioni. Si ha avuto paura di fare le riforme e si è scelta un'altra soluzione. Si ha avuto paura di discutere prima di decidere: quello di Rossi è un segno di debolezza e non di forza».
A. Conte, "L'Adige", 28 luglio 2015
Michele Nicoletti, parlamentare del Pd, componente del Coordinamento che ha chiesto, senza ottenerla per ora, la verifica sulla politica della giunta, spiega che quanto accaduto a Donata Borgonovo Re non può essere derubricato «a scelta per motivi personali o caratteriali: è una scelta politica, relativa al piano sanitario che è stato tra l'altro avviato da Rossi quando era assessore». Per questo Nicoletti torna a chiedere con forza un confronto con Rossi e il resto della maggioranza sui «contenuti delle scelte della maggioranza».
Onorevole Nicoletti, voi chiedete la verifica a Rossi, perché?
Abbiamo chiesto la verifica all'unanimità come Pd dopo che c'erano delle criticità che andavano affrontate e che sono state sollevate come tema dal presidente stesso. Io ritengo che occorra parlare di contenuti in politica prima di prendere delle decisioni, per questo non ho capito la sostituzione di Donata Borgonovo Re.
Quali logiche sono state alla base della sostituzione dell'assessore secondo lei?
Sono state scelte elettoralistiche a tre anni dalle elezioni. La linea di Donata Borgonovo Re Donata, che come posizione personale oggi è più forte di prima, di una sanità a servizio della popolazione e di una donna durante tutta la sua vita, è basata su principi condivisi a livello europeo e nazionale. Mi spiace che ci siano state opposizioni così strumentali legate a logiche elettoralistiche miopi e perdenti, perché quelle scelte sui punti nascita alla fine si dovranno fare.
Ma secondo lei la popolazione capirà se ci sarà una chiusura del punto nascita di Tione ad esempio?
Io credo che se si spiegano bene le cose, i cittadini capiscono. Qui non si tratta di togliere alle periferie, ma di decidere di dare un'assistenza alla donna durante tutta la sua vita in modo diverso rispetto a oggi, compensando i territori a cui si toglie il servizio dei punti nascita con altri servizi o investimenti. La scelta è stata spiegata e fatta sulle scuole in passato, ed è stata capita. Mi pare che qui ci sia però un rischio che va oltre la questione punti nascita.
E cioè?
Ho timore che sui contenuti politici, la giunta stia tornando indietro rispetto alle riforme che sono necessarie al Trentino. Prendiamo ad esempio i Comuni: io avevo parlato tempo fa della necessità di dimezzarne il numero, per portarci al livello del vicino Alto Adige. Ora vedo che si è fatto un passo ma non c'è abbastanza convinzione.
A Rossi chiederete conto di questo rallentamento nelle riforme?
Ci dica Rossi come vuole affrontare le questioni sul tappeto dalla sanità e dalle scelte sui punti nascita alla Valdastico al tema dell'orso e della cultura. Rossi deve fare sintesi e dare risposte a tutto l'elettorato che lo ha eletto. Se siamo soddisfatti del fatto che sia stata respinta la mozione, ritengo un fatto grave che non ci sia stata una discussione prima della scelta sulle deleghe alla sanità.