Martedì ho incontrato una Delegazione di parlamentari ucraini in visita ufficiale in Italia. E' stata una utile occasione per discutere dei rapporti tra i nostri due Paesi e del conflitto tra Ucraina e Russia, che rappresenta una delle dispute di politica internazionale più preoccupanti.
Michele Nicoletti, 24 luglio 2015
A questo proposito, i colleghi ucraini hanno ribadito la volontà del loro Paese di rispettare gli accordi di Minsk, rispetto ai quali l'Unione Europea è molto attenta, e ci hanno esposto i principali contenuti della riforma costituzionale che stanno adottando, la quale è finalizzata ad una decentralizzazione del potere dallo Stato alle regioni (uno dei punti più problematici è rappresentato dallo status di alcune di esse). Dalla discussione è però emerso che sul concetto di decentralizzazione non vi è condivisione da parte delle forze politiche ucraine.
Altri ambiti di intervento sono il settore della giustizia e l'importante tema dell'anticorruzione e della trasparenza e il settore economico e sociale nei quali l'Ucraina sta investendo molto per sviluppare le potenzialità dei suoi mercati.
Dall'incontro è emersa la volontà comune di sviluppare dei programmi di collaborazione in ambito politico, economico e socio-culturale, partendo dal presupposto che sia il mondo della ricerca che la cooperazione interparlamentare sono degli ottimi strumenti per migliorare i rapporti tra Paesi e per normalizzare e stabilizzare le relazioni internazionali. L'idea è quella di organizzare una serie di incontri sul futuro degli investimenti italiani in Ucraina e sull'importanza di collaborare a livello sovranazionale.
I parlamentari ucraini hanno infine ribadito la scelta chiara del loro Paese di integrarsi con l'Unione Europea e hanno sottolineato come l'invadenza russa renda particolarmente difficile l'adozione di riforme costituzionali, la fine dei conflitti e il superamento delle tensioni a livello internazionale.
Da parte mia ho affermato che l'Italia comprende la criticità della situazione in Ucraina ed è solidale con il governo di Kiev. Il comportamento russo e il non rispetto delle norme di diritto internazionale sono stati infatti condannati più volte, sia a livello nazionale che a livello europeo con iniziative in sede di Unione Europea e di Consiglio d'Europa. Il nostro Paese è però consapevole che per affrontare i grandi temi di politica internazionale, dal Medioriente al terrorismo, dalla Siria al Mediterraneo, la Russia deve essere coinvolta. Questo chiaramente senza derogare ai suoi obblighi internazionali, di rispetto dei diritti umani e delle regole sovranazionali. Il nostro sforzo deve essere quello di trovare un equilibrio tra queste due esigenze.
Ho infine ribadito la nostra disponibilità a collaborare con i parlamentari ucraini sul piano economico, culturale e sociale e in particolare sul tema del decentramento, rispetto al quale ho fatto riferimento alla nostra autonomia speciale che più volte è stata indicata anche a livello europeo e internazionale come possibile modello di convivenza pacifica tra gruppi linguistici diversi e di autogoverno delle minoranze.
Mercoledì la Delegazione parlamentare italiana al Consiglio d'Europa ha incontrato il Professor Palmisano, Presidente del Comitato europeo per i diritti sociali, con il quale abbiamo parlato della Carta Sociale Europea, delle sue potenzialità e delle sue prospettive di sviluppo.
Essa, insieme alla Carta Europea dei diritti dell'uomo, rappresenta una delle due Carte fondamentali del Consiglio d'Europa, nonché uno dei due pilastri della costruzione europea.
Il suo contenuto è orientato alla promozione e alla tutela dei diritti sociali, tra i quali il diritto all'abitazione e alla protezione contro la povertà, il diritto al lavoro, sindacale e di sciopero, il diritto alla protezione dei bambini, alla sicurezza sociale e all'assistenza medica.
I due pilastri della Carta Sociale sono quindi il diritto al lavoro e dei lavoratori e il diritto alla sicurezza e alla protezione sociale in tutti i suoi aspetti. Essa pone inoltre un'attenzione specifica ai diritti delle persone con disabilità.
Dopo aver illustrato i contenuti della Carta Sociale e i meccanismi di attuazione delle disposizioni in essa contenute, la discussione si è focalizzata sulla sue prospettive di sviluppo. A questo proposito, già da molti mesi, è iniziato il cosiddetto "Processo di Torino", un percorso del Consiglio d'Europa, nel quale l'Italia e la nostra Delegazione stanno giocano un ruolo da protagonisti, per rilanciare il significato della Carta e la promozione e tutela dei diritti sociali.
Questa volontà nasce dalla consapevolezza dell'indivisibilità dei diritti umani (civili, politici e sociali) e dell'importanza che essi hanno per la qualità dei processi democratici.
L'idea emersa è quella di proseguire questo percorso, organizzando una serie di incontri nei quali migliorare e rafforzare ulteriormente il ruolo dei Parlamenti nazionali.
Infine il dibattito si è concentrato sui meccanismi di controllo dell'attuazione e del rispetto delle disposizioni contenuti nella Carta. Le procedure previste sono due: procedura dei reclami collettivi per mancato rispetto o non sufficiente attuazione dei diritti sanciti dalla Carta da parte di uno o più Stati, che porta a delle raccomandazioni nei confronti dei Paesi; procedura di presentazione dei rapporti da parte degli Stati, rispetto ai quali il Comitato europeo fa delle valutazioni di conformità o non conformità.
E' emerso come il problema principale sia il carattere non vincolante di questi meccanismi, problematica che caratterizza tra l'altro tutti i sistemi di protezione e tutela dei diritti umani.
La nostra volontà è quella di migliorare l'efficacia di questo strumento e di contribuire a diffonderne i contenuti, perché riteniamo possa giocare un ruolo molto significativo nella promozione dei diritti sociali. Esso, infatti, ha il merito di portare questo tema nella società civile.
Il nostro impegno nasce dalla convinzione che la crescita della consapevolezza è un aspetto fondamentale per la tutela dei diritti, a maggior ragione in questo caso dove l'efficacia dello strumento dipende dal coefficiente di adesione spontanea da parte degli Stati.
Ho depositato come primo firmatario un'interpellanza urgente sullo sgombero, operato nei giorni scorsi dall'esercito libanese, di 41 campi profughi siriani (che ospitavano circa 5.300 persone) per sapere dal Governo quali iniziative intraprenderà sia in sede di Unione Europea e di Nazioni Unite che attraverso il contributo della nostra Cooperazione allo Sviluppo per garantire il rispetto dei diritti umani dei profughi della guerra civile in Siria e per sostenere lo Stato libanese nello sforzo di accoglienza e protezione.
Qui trovate il testo dell'interpellanza.
Qui trovate alcuni lanci di agenzia sull'iniziativa.
La Camera ha approvato il ddl di conversione del decreto legge 27 giugno 2015 n. 83, recante Misure urgenti in materia fallimentare, civile e processuale civile e di organizzazione e funzionamento dell'amministrazione giudiziaria. Il provvedimento passerà ora all'esame del Senato.
Esso contiene molteplici misure, tra cui facilitazioni per l'accesso al credito da parte dell'impresa che abbia chiesto il concordato preventivo (anche con riserva), un nuovo accordo di ristrutturazione dei debiti nei confronti di creditori finanziari, una disciplina migliorativa per i contatti pendenti nel concordato preventivo, una serie di novità in materia di esecuzione forzata, disposizioni in materia fiscale volte ad ampliare la deducibilità delle perdite ai fini Ires e Irap e modifiche della disciplina del processo civile telematico. Il ddl introduce quindi significative novità orientate alla maggiore competitività nel concordato preventivo, all'introduzione di più stringenti requisiti per i curatori nel fallimento e alla velocizzazione delle procedure in materia di esecuzione forzata.
Questo provvedimento ha indubbiamente il merito di semplificare le procedure burocratiche a vantaggio delle imprese, equilibrando gli interessi della giustizia amministrativa da un lato e delle imprese dall'altro, che spesso sono stati in conflitto. Il miglioramento della legge fallimentare e lo sblocco dei crediti hanno l'obiettivo di stimolare la crescita dell'economia in un momento storico in cui essa corre veloce.
Con questi obiettivi abbiamo anche adottato misure per rendere più efficiente il processo civile, attraverso nuovi investimenti, nuove assunzioni e una forte azione di riqualificazione del personale della giustizia.
Il ddl recepisce inoltre una parte del Decreto legge sull'ILVA che intende garantire la salute e il lavoro dei cittadini di Taranto e rilanciare un polo industriale tanto importante per il Sud quanto per il Paese.
Qui trovate un dossier di approfondimento.