Prima Besenello, poi Caldonazzo, adesso Rovereto sud. Sembra il gioco delle tre carte, te la sposta di qua e di là e alla fine eccola spuntare da un'altra parte. «Ma il problema di fondo non è dover far uscire il tratto nord della Valdastico. Il problema è che quell'opera non s'ha da fare perché non ha senso. Da un punto di vista economico ma anche e soprattuto ambientale».
P. Liserre, "Trentino", 17 luglio 2015
A dirlo senza tanti giri di parole è il gruppo consiliare del Partito Democratico a Rovereto che nella seduta di martedì prossimo 21 luglio (tornata nella quale il sindaco Valduga illustrerà le linee programmatiche della sua amministrazione) presenterà in apertura di lavori una domanda di attualità «perché - sottolineano la capogruppo Luisa Filippi, Fabrizio Gerola e Mario Airoldi - vogliamo che Rovereto si esprima e faccia sentire la propria voce». Il pensiero del Pd è chiaro e nemmeno nuovo. Perché, ricorda l'ex assessore Gerola, «come gruppo consiliare nello scorso mese di settembre abbiamo presentato una mozione contro la Valdastico che il consiglio comunale di Rovereto ha approvato a stragrande maggioranza (23 voti a favore su 29 presenti, ndr.)». E i concetti espressi allora non sono mutati di una virgola. Così come non si è spostata di un millimetro la posizione del Pd roveretano. «La costruzione della Valdastico - si affermò allora - provocherebbe danni devastanti all'ambiente, alle popolazioni e anche all'economia trentina soprattutto artigianale e del commercio». Concetti che adesso Filippi, Gerola e Airoldi ripetono con determinazione, preoccupati più che perplessi dai recenti movimenti trentini e dalla recenti prese di posizione del presidente degli Artigiani Roberto De Laurentis, del leghista Fugatti (che proprio ieri ha presentato un ordine del giorno in materia sottoscritto anche da Giacomo Bezzi, Forza Trentino) e di Zenatti. «Tra l'altro - precisano i tre consiglieri del gruppo dem - la proposta dell'uscita a Rovereto sud non è assolutamente una novità. Nel 2012 la Serenissima presentò uno studio d'impatto ambientale con 6 ipotesi di tracciato, tra le quali quella con sbocco a Rovereto sud. Fu la peggiore in assoluto, sulla base di considerazioni di carattere scientifico e dati tecnici».
Ma la questione, secondo il Partito democratico roveretano, non è dove piazzare tracciato e uscita del tratto nord quanto la filosofia di fondo che sta alla base di quest'opera. «Una strada che porterebbe vantaggi economici per pochi - rimarcano - e danni ambientali incancolabili per molti». «La Valdastico va contro quelle che sono le direttive e i principi europei finalizzati al trasferimento del traffico pesante dalla gomma alla rotaia» sottolineano ancora Filippi, Gerola e Airoldi. Tra l'altro, rimarcano i tre, su questo piano ci si comporta in maniera ondivaga: a Verona c'è il Quadrante Europa, a Trento l'Interporto, a Rovereto (dove si vorrebbe far uscire il tratto nord della Pirubi) non c'è nessuna struttura adeguata dedicata all'intermodalità. E di questi tempi, con Verona e Trento a poca distanza, si tratterebbe di uno spreco di risorse enorme.