TRENTO «Non mi va bene né che l'Upt si senta a disagio, né che il Pd paghi nelle valli per la politica sanitaria provinciale». Sul “caso punti nascita” e la mozione di sfiducia all'assessora Donata Borgonovo Re, il capogruppo del Pd Alessio Manica è convinto che vada fatta chiarezza nella squadra di governo. Una volta per tutte e non senza fare autocritica. L. Marognoli, "Trentino", 17 luglio 2015
«La maggioranza deve chiudersi dentro una stanza, prima del 24 (data della discussione della mozione in aula, ndr) e ragionare assieme all'Upt per capire quanto sia profondo il disagio di quest'ultimo, la componente che è letteralmente esplosa alla notizia emersa sugli ospedali periferici”. Manica si corregge e la ribattezza poi «non notizia», perché «la maggioranza ha sempre dettoche sui punti nascita si sarebbe rinviata la decisione in attesa di sapere, da Roma, quali siano i nostri margini di autonomia». Fatto sta che - continua il capogruppo - una volta reso pubblico quanto l’assessora ha comunicato ai tecnici nella riunione “incriminata” (che Passamani del Pd conferma in toto - si veda riquadro a lato - “scagionando” la stampa da accuse di montature) - «è iniziata la fibrillazione...».
Capogruppo Manica, non è certo un novità che i rapporti siano tesi... Non c’è il rischio che questa nuova fibrillazione indebolisca ulteriormente o comprometta il cuore già malandato della coalizione? Sì, il rischio di indebolirsi c’è e per questo la maggioranza non può mettere da parte quanto accaduto ma deve affrontarlo. La cosa più importante è recuperare la fiducia: una fiducia che manca, come è emerso chiaramente dagli interventi di Passamani e Detomas.
Ritiene che la coalizione possa reggere a questa nuova scossa? Confido di sì, guai se non accadesse: questa maggioranza ha preso un impegno verso la collettività. È giusto riunirsi e discutere degli errori di tutti...
Da parte vostra ritiene che di errori ce ne siano stati? È evidente che dobbiamo rivedere il metodo, perché quando compagni di viaggio come Ual e Upt ti dicono che sul merito sono pronti a discutere, vuol dire che c’è un problema proprio di metodo. E io me ne faccio carico.
A suo avviso l’Upt non poteva ritenere sufficiente il fatto che il Pd e l’assessora avessero sottoscritto la risoluzione per la tutela dei punti nascita di Tione e Cavalese per rinunciare a una verifica di maggioranza? Non lo so, dovrebbe rispondere l’Upt. Il dato è che la maggioranza non va avanti se una gamba non cammina.
Ma questo problema di metodo qual è? Un problema anche nei confronti del territorio: leggo sulla stampa di un “Pd arrogante”: vuol dire che c’è qualcosa che non quadra nel modo in cui comunichiamo. Non mi va bene che la gente pensi che la responsabilità sia solo nostra...
Siete disposti a sacrificare l’assessora sull’altare dell’unità della coalizione? Non è questo il pensiero adesso, ma che ci siano i margini per compattare la maggioranza. Serve un cambio di passo, probabilmente anche da parte dell’assessora. Non abbiamo la presunzione di essere perfetti.
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