La campagna elettorale del Partito democratico parte da piazza Duomo, nella tarda mattinata di un giorno di mercato di inizio settembre. A presentarsi al popolo delle bancarelle, volantini alla mano, ci sono molti dei candidati: i consiglieri uscenti Margherita Cogo, Giorgio Casagranda, Giorgio Viganò, Beppe Zorzi. E poi Giovanni Kessler, l'ex segretario della Cgil Bruno Dorigatti, l'assessore comunale Andrea Rudari, il presidente del Parco Adamello-Brenta Antonello Zulberti. E ancora il nuovo che avanza: Mattia Civico, Sara Ferrari, Michele Nardelli, Giulia Robol e Clelia Sandri. L'Adige, 12 settembre 2008<Manca invece il capolista, Alberto Pacher, assente per impegni istituzionali legati agli ultimi giorni da sindaco del capoluogo. Manca, ovviamente, il grande escluso, l'assessore alla sanità Remo Andreolli. A lui, Bruno Dorigatti ha scritto per comunicargli la propria disponibilità a cedere il posto in lista a uno degli esponenti dei Ds «delusi» dall'esclusione di Andreolli. «Tutto, pur di fare in modo che da questa situazione alla fine possa solo trarre vantaggio il centrodestra» spiega Dorigatti all'ombra della copia in bronzo del Nettuno. «Va là, mandalo a farsi friggere, l'Andreolli» gli risponde in dialetto una esercente del centro che passa di lì. È, né più né meno, il pensiero inespresso di tutti i candidati. «Le liste elettorali non sono mica un tavolo del ristorante, che si può lasciar libero per cortesia» dice Rudari. «Andreolli deve avere la coscienza di capire che può avere un ruolo fondamentale anche senza essere assessore o consigliere» aggiunge Kessler. «In politica c'è un tempo per ogni cosa - dichiara Zorzi -. Magari in passato dovrebbe esserci stata più attenzione da parte di tutti, ma ora serve che Andreolli abbia la capacità politica di comprendere che il disegno del Partito democratico va in un'altra direzione». «Indietro non si torna - chiude Casagranda -. Il comitato elettorale ha preso una decisione democratica, che come tale va rispettata».
Le strategie per la campagna elettorale vengono spiegate da Italo Gilmozzi, coordinatore cittadino del Pd: «Vogliamo partire dalla gente, da quelle 13mila persone, 6mila delle quali a Trento, che hanno contribuito alla nascita del partito in provincia l'8 giugno scorso votando alle primarie». «Partirà da questa sera - continua Gilmozzi - una serie di 12 assemblee circoscrizionali che servirà a costituire i circoli delle varie circoscrizioni, a presentare i candidati ed il programma del Pd per le elezioni». Il Pd mira a diventare il primo partito. «Dobbiamo riuscire a diventare la prima forza politica del centrosinistra - dice Kessler - per fare così in modo che il buon lavoro fatto nella legislatura che si va a concludere venga percepito dalla gente non come qualcosa di calato dal palazzo». Chiude Dorigatti: «Se il centrosinistra riuscirà a prevalere, e il Pd riuscirà ad avere più consensi dell'Upt, allora avremo il compito di tirare a sinistra la coalizione, ad esempio su temi come la scuola, dove finora non ha avuto spazio una visione laica di cui dobbiamo farci portatori».
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Partito Democratico del Trentino