Un articolo pubblicato su Il Messaggero (D. Pirone 01.07.2015) relativo alla proposta, avanzata da Michele Nicoletti, di modificazione al Regolamento della Camera volta all'introduzione di un Codice etico per i deputati.
Vuoi vedere che i deputati, proprio loro, provano a lanciare un messaggio di correttezza agli altri italiani? O siamo di fronte all’ennesimo ”facite ammuina” come dicono a Napoli, ovvero al gioco delle tre carte per cui alla Camera si predica bene ma si razzola male? Lo scopriremo nel giro di qualche settimana.
Già perché è ormai pronto il testo del Codice di Condotta o Codice Etico che la Camera dovrebbe adottare. Se ne doveva parlare oggi nella Giunta del Regolamento presieduta dalla presidente Laura Boldrini ma all’ultimo minuto la riunione è saltata. «Motivazioni puramente tecniche», tranquillizzano alla Camera.
LA PRUDENZA Resta il fatto che il provvedimento equivale (almeno in potenza) ad una mezza rivoluzione e – dopo il cancan scoppiato con la Commissione Antimafia accusata a torto o ragione d’aver strumentalizzato il Codice di autoregolamentazione dei partiti – a Montecitorio il livello della prudenza deve essersi impennato. Ma cosa prevede il Codice? Presto detto: più trasparenza nei comportamenti concreti di tutti i deputati. E questo – sempre se sarà applicato come si deve – significa cose concretissime: dichiarazione pubblica dei redditi e del patrimonio anche dei familiari stretti; stop ad atti di nepotismo di qualunque genere; dichiarazione del proprio percorso professionale e di quello dei familiari più stretti per evitare conflitti d’interesse occupandosi di leggi vicine agli interessi lavorativi che ogni deputato ha coltivato in passato o da cui proviene direttamente; mini-sanzioni per cui , ad esempio, non si può diventare presidente di Commissioni se si rappresentano (legittimamente, sia chiaro) determinati interessi. E poi scatterebbero piccoli ma importanti divieti. Un esempio: il Codice del Parlamento Europeo prevede che i deputati di Starsburgo non possano ricevere regali di valore superiore ai 150 euro. Non più di una bottiglia di ottimo Brunello, per intenderci.
IL DEONTOLOGO
Il Codice del Parlamento francese offre poi un’altra chicca che il Codice italiano potrebbe recepire senza difficoltà. I deputati transalpini hanno a disposisizione un ”Deontologo”. Si, avete capito bene: un professionista (per l’esattezza un professore universitario) che spiega loro (e lo fa sapere agli elettori) come devono comportarsi in concreto per rispettare l’etica esaminando e votando determinate leggi. Non solo. Il Deontologo fa parte di un Comitato Consultivo che sia nel parlamento francese che in quello del Regno Unito valuta il comportamento etico dei deputati e dà loro una sortadi voto. Se una cosa del genere diventasse realtà in Italia sarebbe un segnale enorme: una supercategoria, come quella dei deputati, che accetta di farsi valutare da un ”esterno”! Quasi impossibile da immaginare per le nostre corporazioni come dimostra, ad esempio, la rivolta dei professori delle scorse settimane. «E invece il Deontologo, se si vuole, potrebbe diventare una realtà entro la fine dell’anno», spiega Michele Nicoletti, deputato Pd, trentino ed ex professore di filosofia che tira le fila del Codice. Perché è così ottimista? «Il Consiglio Europeo – spiega Nicoletti – raccomanda l’adozione di comportamenti anticorruzione in tutte le istituzioni. Ormai sono moltissimi i parlamenti europei che hanno adottato precisi Codici di Condotta. E poiché il Consiglio Europeo l’anno prossimo ”ispezionerà” il parlamento italiano sarebbe opportuno farci trovare con le carte in regola».
CONTROFIRMATO
Ma come accade troppo spesso in Italia non sarà una passeggiata. Tecnicamente, infatti, il Codice di Condotta della Camera è una variazione del Regolamento. Quindi deve essere approvato – nelle linee generali – dalla Giunta del Regolamento. Ma poi una apposita Commissione dovrà specificare in un testo dettagliato cosa significa ”aumento della trasparenza”. Non solo. In Giunta del Regolamento sono già fermi moltissimi provvedimenti, fra i quali quello strategico che prevede alcune semplificazioni (oggi ogni volta che il governo chiede la fiducia la Camera chiude per 24 ore). «Ma sul Codice c’è una larga convergenza – sottolinea Nicoletti – Il testo è firmato da 174 deputati di tutti i gruppi ad eccezione dei 5Stelle che hanno un loro regolamento ma che non sono contrari ad un aumento della trasparenza. Insomma la spinta è collettiva e anche questo elemento fa ben sperare in una accelerazione dei tempi».