«Giusto il richiamo di Rossi ai partiti ad avere una cultura di governo. Ma occorre dire che se su alcuni temi la coalizione non è riuscita a trovare una sintesi positiva, è anche perché è mancata la pazienza, che non significa perdere tempo, da parte dell'esecutivo di far sentire proprie le decisioni anche ai singoli consiglieri». Il vicepresidente della giunta, Alessandro Olivi, legge in questo modo quanto è avvenuto finora nella nuova legislatura.
A. Conte, "L'Adige", 29 giugno 2015
Facendo capire che occorre mettere da parte «le posizioni dei singoli» per riuscire a concentrarsi sulle scelte fondamentali del «governo della Provincia per i prossimi anni». Per farlo servirà non basarsi solo su «alcuni temi, come il trilinguismo, importanti ma che rischiano di essere un po' marketing politico», per pensare come «coniugare la crescita economica con una maggiore inclusione sociale a favore di quei gruppi, come i giovani, che sono maggiormente in difficoltà».
Vicepresidente Olivi, il governatore Rossi lancia un appello ai partiti della maggioranza ad avere più cultura di governo. Che ne pensa?
Sul fatto che i partiti della maggioranza facciano sintesi e siano più collegiali nei confronti dell'esecutivo, Rossi mi trova e mi troverà suo alleato strettissimo sempre. La coalizione deve capire che saremo misurati sulla capacità di governo e di fare scelte senza sbandamenti. C'è, invece, una cattiva abitudine nei partiti a distinguersi per fare emergere posizioni dei singoli.
La responsabilità di una mancanza di unità nella coalizione su alcuni temi è solo dei partiti?
No, va detto che su alcune tematiche fondamentali lo stesso governo provinciale non ha avuto la pazienza di costruire percorsi per far diventare le scelte finali patrimonio comune, e di essere quindi percepite come decisioni di tutti i consiglieri e non solo del presidente della giunta.
Cosa occorre cambiare, secondo lei, nella gestione di tali processi?
Occorre trovare più spazi di confronto per discutere delle cose: la seduta di giunta non può rappresentare il momento di confronto, serve che i temi e le scelte si condividano di più con in consiglieri e con i partiti.
Per il presidente della giunta, poi, occorre che l'esecutivo sappia trovare un profilo attraverso l'innovazione. È d'accordo?
Sì: come giunta in un momento di grande cambiamento come questo dobbiamo essere in grado di tenere insieme la capacità di rendere solida l'autonomia e quella di introdurre riforme che innovino il Trentino. Perché solo in questo modo si riescono a combinare i due grandi obiettivi che abbiamo.
E quali sono?
Il primo: mettere il nostro territorio in grado di crescere economicamente e svilupparsi. Il secondo: riuscire a farlo conciliando la crescita con una maggiore inclusione sociale che deve coinvolgere i gruppi, come i giovani, che sono oggi più in difficoltà.
Quali le misure necessarie per raggiungere il risultato? Rossi ha parlato, ad esempio, della riforma urbanistica come innovazioni.
Leggo in alcune proposte un eccesso di ripetizione come per fare marketing politico. Credo che per la scuola, oltre al trilinguismo, ci sia la sfida di renderla più europea e collegarla con ricerca e lavoro. Occorre rivedere il rapporto tra pubblico e privato sulle infrastrutture e sul sociale. Più che la riforma urbanistica, pur importante, mi pare che l'innovazione sia arrivato dal Pup.
Sul piano dell'evoluzione della coalizione, si parla del partito dei trentini. E il Patt potrebbe affiancare una lista civica con Daldoss a capo per agganciare un elettorato diverso. Lei che ne pensa?
Ho sempre detto che non credo al partito dei trentini, perché non siamo il Sudtirolo. Credo poi che il Patt non possa essere la forza che federa il centrosinistra autonomista, ma che questo ruolo debba essere del Pd. Ho visto che Rossi nega l'idea di una lista civica: di sicuro se ci pensa l'ultima persona a cui lo direbbe ora è un giornalista.
Ma il Pd perché non esercita la leadership per la coalizione come lei auspica da tempo?
Si paga l'insipienza delle primarie in cui parte del Pd ha scelto di impedire al sottoscritto di guidare la coalizione. Invece è necessario che il Pd torni forte e abbia un ruolo guida per evitare che il centrosinistra autonomista si trasformi in qualcosa di diverso.