A Roma, in Turchia e a Trento - La settimana di MICHELE NICOLETTI

A Roma
La Camera ha approvato il Decreto "Rilancio dei settori agricoli in crisi e razionalizzazione delle strutture ministeriali", un pacchetto di misure urgenti per il rilancio dei comparti strategici del latte, dell'olio e della pesca, per aiutare i conduttori agricoli colpiti dalle alluvioni del 2014-2015 e per razionalizzare la macchina amministrativa destinata al sostegno del settore primario.
Michele Nicoletti, 19 giugno 2015


Il provvedimento intende dare una risposta ai 35 mila allevatori italiani dopo la fine delle quote latte, consentendo la rateizzazione delle multe per l'ultima campagna, puntando sull'organizzazione, intervenendo sui contratti con novità rilevanti e prevedendo un apparato normativo che accompagni questo passaggio (la fine delle quote latte) in maniera morbida. Sono inoltre disposti il rafforzamento del contrasto alle pratiche sleali di mercato e l'istituzione di un Piano olivicolo nazionale con la creazione di un fondo ad hoc che finanzi una serie di interventi per evitare le conseguenze negative della crisi e per ristrutturare l'intero settore. E' infine previsto un sostegno per le realtà colpite da xylella e da alluvioni e per il settore ittico in generale.
Con un provvedimento unico e condiviso si sono forniti strumenti e misure, risposte e sostegni sia agli agricoltori in crisi sia a coloro che devono competere in un mercato sempre più globalizzato. Si tratta indubbiamente di un buon decreto con norme utili ed importanti per ammodernare il settore agroindustriale e sostenerlo in modo da poter affrontare le sfide che stanno investendo il comparto agricolo in questi ultimi anni.

Qui trovate il dossier di approfondimento.


La Camera ha approvato un testo unificato di alcune proposte di legge finalizzato ad ampliare la possibilità del figlio adottato o non riconosciuto alla nascita di conoscere le proprie origini biologiche. In particolare, anche per dare seguito ad una sentenza con cui la Corte Costituzionale ha dichiarato l'incostituzionalità della disciplina vigente, è prevista la possibilità di chiedere alla madre se intenda revocare la volontà di anonimato manifestata alla nascita del figlio.
Il provvedimento estende anche al figlio non riconosciuto alla nascita da donna che abbia manifestato la volontà di rimanere anonima la possibilità, raggiunta la maggiore età, di chiedere al tribunale dei minorenni l'accesso alle informazioni che riguardano la sua origine e l'identità dei propri genitori biologici. Esso disciplina inoltre la possibilità di accesso alle proprie informazioni biologiche nei confronti della madre che abbia dichiarato alla nascita di non volere essere nominata. L'accesso è consentito nei confronti della madre che abbia successivamente revocato la volontà di anonimato e nei confronti della madre deceduta.
Questa legge rappresenta un passo importante che pone fine alle attuali disparità di trattamento tra figli che oggi rivolgono queste istanze a Tribunali differenti. Le nuove norme garantiscono il diritto dei figli e quello delle madri, che hanno la libertà di rispondere all'interpello del figlio dichiarando di voler mantenere l'anonimato. In questo modo non viene messo in discussione il patto tra la donna e lo Stato fatto al momento del parto. Il risultato è un solido ed importante equilibrio tra diversi diritti, tutti ugualmente rispettati, garantiti e valorizzati.

Qui trovate gli approfondimenti.

 
La Camera, esaminata la Relazione del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen relativa alle azioni adottate per la gestione dei flussi migratori e all'impiego di lavoratori immigrati in Italia nel periodo ottobre 2013 - aprile 2015, ha approvato una risoluzione che impegna il Governo a valorizzare a pieno, per quanto di sua competenza, in sede europea e nazionale, con particolare riguardo alla riunione del Consiglio europeo del 25 e 26 giugno 2015, quanto previsto dall'articolo 17 del Regolamento (UE) n. 604/2013, cosiddetto Regolamento Dublino III, promuovendo un sistema di asilo europeo che consenta un'equa ripartizione degli oneri tra gli Stati membri di primo ingresso e gli altri.
Si tratta di un'ulteriore presa di posizione da parte della Camera, coerente con il lavoro che stiamo portando avanti in questi mesi a tutti i livelli, a favore dell'istituzione di un sistema di asilo integrato, basato sul mutuo riconoscimento tra i diversi Paesi e sui principi di solidarietà e condivisone delle responsabilità sanciti dai Trattati. L'auspicio è che l'Unione Europea riesca ad istituire uno status europeo di rifugiato analogo a quello di cittadino europeo. Come esiste il "cittadino europeo", dovrebbe esistere il "richiedente asilo europeo".



In Turchia

Domenica, lunedì e martedì, nell'ambito delle riunioni del Bureau dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, ho visitato i campi profughi Nizip I e Nizip II che si trovano in Turchia ai confini con la Siria a poche centinaia di metri dalla incombente minaccia dell'ISIS. In questa occasione con i colleghi europei e il governo locale ci siamo confrontati sulle sfide che la Turchia sta affrontando per quanto riguarda l'ondata di rifugiati provenienti da Siria e Iraq. In particolare abbiamo discusso delle problematiche che caratterizzano i centri di accoglienza e degli strumenti attraverso i quali garantire e migliorare l'integrazione tra richiedenti asilo e popolazioni locali. I profughi accolti con grande dignità dalla Turchia sono 2 milioni, nonostante i costi economici ed elettorali.
Il tema è complesso e sta influenzando l'intero dibattito europeo. L'impegno del Consiglio d'Europa è finalizzato a tutelare i diritti delle persone coinvolte, valorizzando i principi internazionali che riconoscono il diritto d'asilo e la solidarietà tra i diversi Paesi nel far fronte a questa situazione, che attiene non solo a fenomeni economici o di sicurezza, ma alla dimensione etica e morale della civiltà europea, la cui peculiarità ed essenza sta proprio nel rispetto delle diversità e nella tutela delle persone e dei loro diritti politici e sociali.
Invece di palleggiarci i profughi come scorie radioattive, noi europei dovremmo costruire una grande alleanza politica e sociale contro questa immane catastrofe umanitaria. Le migliaia di bambini nate nei campi meritano una casa. Non un container o una tenda. E meritano soprattutto di poter vivere in pace e liberi.



A Trento

Sabato scorso, con il sen. Manconi e il sen. Tonini, sono intervenuto all'incontro organizzato dal PD trentino dal titolo "RESET Ri-Partire da Reddito e Diritti", nel quale ci siamo confrontati sui valori e il ruolo della sinistra alla luce delle dinamiche attuali, approfondendo la dimensione dei diritti civili e umani, dell'economia e diritti sociali e dei diritti politici e le regole del gioco democratico.
Nel mio intervento ho parlato della nuova legge elettorale e delle sue conseguenze sul piano politico e istituzionale. Essa condurrà ad una più netta polarizzazione del confronto politico, contribuendo a migliorare il rapporto tra voto e azione di governo e a stabilizzare il sistema partitico. Tutto questo in una fase caratterizzata dalla crisi della rappresentanza democratica (non solo politica), dal trasferimento dei poteri a livello sovranazionale e dal ridimensionamento del ruolo delle assemblee legislative.
La domanda che dobbiamo porci è come riuscire a coinvolgere maggiormente i cittadini nell'elaborazione ed implementazione delle politiche pubbliche e a democratizzare i processi decisionali in un contesto profondamente diverso rispetto al passato.

  

 
In occasione dell'incontro con il ministro Orlando a Strasburgo, il segretario generale del Consiglio d'Europa Jagland ha indicato l'Italia come un esempio di buone pratiche contro il sovraffollamento carcerario. Questo giudizio è indubbiamente motivo di soddisfazione per il nostro Paese. Gli sforzi compiuti a livello governativo e parlamentare, tra cui le iniziative che come Delegazione parlamentare italiana abbiamo promosso in questi mesi sia sul piano nazionale che sovranazionale, e la conseguente azione sinergica tra Italia e Consiglio d'Europa hanno permesso al nostro Paese di fare progressi significativi nel migliorare la situazione delle carceri e nello sforzo di rispettare e garantire i diritti e la dignità delle persone. Si tratta ora di rafforzare l'impegno nelle attività di recupero e di reinserimento dei detenuti.