#ROVERETO - Per il nuovo PD un triumvirato con Filippi, Gerola e Simoncelli

Questa sera alle 20 il circolo roveretano si ritrova all'Urban center in assemblea. Tra i punti in discussione il passo indietro del segretario cittadino Fabiano Lorandi che proporrà agli iscritti di affidare il partito a un triumvirato: Luisa Filippi, Fabrizio Gerola e Nicola Simoncelli. 
F. Franchi, "L'Adige", 17 giugno 2015


Lorandi, è questo il tema all'ordine del giorno?
Il tema è comunque che si apre una fase congressuale. La sconfitta ha un sapore amaro, ma risulta inutile se non le si attribuisce una valenza pedagogica. 
E lei che cosa dirà agli iscritti?
Si deve fare un bilancio nel mio partito e già abbiamo cominciato; un bilancio del centrosinistra, ma su questo non ho grandi speranze e infine il bilancio dell'amministrazione uscente, che deve interrogarsi su che cosa non ha funzionato.
E lei?
Mi faccio da parte, anche se nessuno mi ha sfiduciato. Ma ritengo un dovere etico prima che politico che chi ha avuto le responsabilità della guida del Pd a fronte di una sconfitta lasci. Proporrò all'assemblea di arrivare a un congresso a ottobre e in cui, rimesse a punto le strategie, si elegga una nuova classe dirigente.
Chi guiderà fino a ottobre?
Proporrò che i reggenti siano Luisa Filippi, Fabrizio Gerola e Nicola Simoncelli. Io resto in carico per l'ordinario.
E Andrea Miorandi?
È una risorsa importante, ma in questa fase non può assumersi responsabilità politiche in prima persona. 
Criptico...
Ma no... Faccio io una domanda: come mai il Pd roveretano ha perso, nonostante esprimesse il vicepresidente della Provincia, la segretaria provinciale, un esponente della direzione nazionale (Olivi, Robol e Elisa Filippi, ndr)? Un partito con persone così di rilievo, eppure ha perso...
Si sarà dato una risposta...
Credo che una delle ragioni fondanti sia la crisi della politica dei partiti. Il Partito democratico non è in grado di rappresentare settori importanti della popolazione. Non si spiegano altrimenti i due fenomeni dell'astensionismo e del civismo. Dico tre date e tre nomi: 1995, una lista civica con Chiocchetti, ex iscritto del Pci e militante del Patt. Dieci anni esatti dopo: altra forma di civismo con Valduga senior, ex democristiano. 2015, si ripresenta il civismo con un uomo che non ha precedenti esperienze politiche ma la sua squadra è composta da uomini che provengono dai partiti. Non è curiosa questa storia?
Secondo lei quindi c'è un filo comune?
Si, ribadisce la difficoltà dei partiti sul piano locale, perché sul piano provinciale e nazionale l'elettorato civico vota per noi.
Dovevate interpretare questa domanda di civismo?
Da un parte sì, dall'altra credo che ci sia qualcosa che rimanda a rivalse personali che prevalgono in questa città, in cui le reti di relazione sono corte. I demeriti del Pd e del centrosinistra sono inversamente proporzionali ai meriti del civismo.
Quindi vede un futuro poco roseo?
La sconfitta è amara, ma è necessaria una rivisitazione del nostro modo di fare politica nella città. Un errore che mi attribuisco è stato quello di lavorare troppo sull'ambito istituzionale amministrativo e poco nel tessere relazioni e cogliere bisogni della città, delle categorie e dei territori. Errore giustificabile, ma strategico.
E adesso?
Ci sono buone prospettive. C'è un aspetto paradossale: abbiamo aumentato i voti rispetto al 2010. Il Pd di Trento ha perso in termini percentuali e assoluti. A Mori ha vinto, ma perso voti rispetto al 2010.
Forse sono mancati gli alleati...
Già. Il Patt a Rovereto ha fatto il 4,5, l'Upt il 2.
Adesso Miorandi dice: prendo il Pd. Quindi, fuori la vecchia guardia?
Guardate che è già così. E Miorandi se lo dimentica. La vecchia classe dirigente aveva già fatto un passo indietro nel 2010. Ora bisogna lavorare di più nel tessuto sociale e meno nelle istituzioni, che non vuole dire abbandonare il consiglio comunale. Ho meno speranze sul rinnovo del Pd trentino, considerato che la classe dirigente dei quarantenni non si è dimostrata adeguata. 
E ora lei che fa?
C'è la necessità di formare e selezionare una nuova classe dirigente anche attraverso buone letture. Mi occuperò di quello.