Università e ricerca, una ricetta per collegarle al nostro territorio

 I nuovi vertici dell'Ateneo hanno incontrato Lucia Maestri. L'eredità di Trento Rise è stata il cuore dell'incontro che ha messo di fronte i nuovi vertici dell'Università e dei centri di ricerca collegati alla Quinta commissione del consiglio provinciale.  Il presidente FbK, Francesco Profumo, ha richiamato in particolare la necessità di disporre dell'«hub» della ricerca in Trentino.
"L'Adige", 9 giugno 2015


La presidente della Quinta Commissione, Lucia Maestri (Pd) ha aperto la seduta ricordando che il «viaggio» dei commissari nelle tre principali realtà della ricerca, Fem, Fbk e Università, ha lo scopo di raccogliere elementi in vista della discussione delle linee guida della ricerca che l'assessorato guidato da Sara Ferrari sta elaborando. Il rettore, Paolo Collini , ha ricordato che l' «hub» di cui ha parlato Profumo ha qualcosa a che fare con quello che doveva diventare, al di là dei problemi che sono sorti, Trento Rise. 
Ma più in generale il problema della ricaduta della ricerca è un tema dibattuto in tutta Europa. A differenza che in America, in Italia e nel Vecchio Continente la ricerca fa fatica a trasformarsi in impresa. Forse è un problema di mentalità, ha detto Collini, ma in Europa la propensione dei ricercatori a diventare imprenditori è minima rispetto a Paesi come gli Usa o il Giappone. Quindi, ha aggiunto, non sono loro lo strumento per raggiungere le imprese che da noi sono piccole e quindi non possono sopportare i costi di andare alla ricerca di soluzioni scientifiche ai loro problemi. Quindi, vanno cercate nuove figure in grado di fare questo lavoro. E su questo il Presidente dell'Università, Innocenzo Cippolletta, ha detto che in altre realtà questo collegamento è stato realizzato attraverso il contributo di dirigenti industriali in pensione che conoscono i bisogni delle aziende.
Il prorettore Flavio Deflorian ha poi affermato che l'Università deve fare prima di tutto buona ricerca e buona didattica, altrimenti non ha nulla da trasferire all'economia. Problema, questo del trasferimento, tutt'altro che banale e che non può essere limitato al nostro territorio. 
Sul calo delle iscrizioni degli studenti trentini all'Università Collini ha detto che va inquadrato nel forte calo (-30%) di iscrizioni registrato nelle facoltà italiane, nella maggiore mobilità degli studenti e all'interno del calo demografico. Inoltre, in Trentino c'è stata una crescita del 20% dei ragazzi che hanno ottenuto un diploma di scuola quinquennale ed è cresciuto il numero di chi ha scelto il lavoro. Però, ha sottolineato il rettore, a fronte di un calo di iscritti non si è ancora registrato un calo di laureati. L'assessora alla ricerca Sara Ferrari ha detto che la Provincia sta studiando, per il prossimo anno accademico, un sistema di incentivi che passa per le borse di studio, piani di accumulo finanziari per le famiglie in vista dell'iscrizione dei figli all'università, l'orientamento, mentre si sta abbandonando la via dei prestiti d'onore.