ROBOL: «Ho chiesto al sindaco Mosaner di compiere un ulteriore verifica all'interno del partito affinché si possa trovare un nome democratico condiviso considerato che il Partito Democratico ha raggiunto nell'Alto Garda uno dei suoi risultati migliori. È vero che con questa legge il pallino passa in mano ai sindaci e non è pensabile che la politica possa mettersi dentro questa partita. Io personalmente non ho alcun problema rispetto alla conferma del presidente uscente ma sbaglia Valandro quando dice che se il Pd molla la presidenza all'Upt non esiste più nemmeno un Pd a livello provinciale. Così dimostra di non aver capito il senso della legge».
P. Liserre, "L'Adige", 5 giugno 2015
La frase di uno dei sette sindaci che devono sbrogliare la matassa della presidenza della Comunità di Valle è emblematica: «Da questa storia ne usciremo tutti sconfitti». Il sindaco interessato però, per il momento, preferisce rimanere «coperto». Tutti sconfitti ma probabilmente qualcuno di più degli altri. Quasi sicuramente il presidente uscente Salvador Valandro le cui speranze di conferma sono minori di quelle che comunemente si definiscono «ridotte al lumicino». Praticamente zero, quindi.
Ma anche il Partito Democratico che a giochi fatti (sabato è in programma il vertice decisivo dei sette primi cittadini a Dro) potrebbe ritrovarsi non solo senza presidenza ma senza nemmeno un rappresentante in giunta. Perché, oggi come oggi, se la presidenza va all'Upt ( Malfer più di Accorsi, quest'ultimo comunque destinato ad entrare in giunta a Riva) la vicepresidenza è del Patt ( Carlo Pedergnana ) e almeno altri due posti sono espressione di Comuni non propriamente vicino al Partito Democratico, vedi Ledro (il prescelto dovrebbe essere Michele Segalla , 127 preferenze con la Civica Nuova Ledro) e Nago-Torbole. Resta la «quota rosa», una donna, che va a carico di Dro: e in questo caso o il sindaco-senatore Vittorio Fravezzi restituisce il «favore» a Riva e indica una donna targata dem oppure, e il nome circola, la prescelta potrebbe diventare Patrizia Angeli , transitata proprio dal Pd al Cantiere Civico Democratico). Il tutto senza dimenticare Tenno che comunque si «accontenterebbe» della presidenza della Conferenza dei sindaci.
Ieri la segretaria provinciale del Pd Giulia Robol ha avuto un colloquio telefonico con il sindaco di Riva Adalberto Mosaner facendosi interprete della perplessità emerse a livello provinciale rispetto alla mossa di lasciare al Cantiere-Upt la presidenza di una Comunità così importante come quella dell'Alto Garda e Ledro: «Ho chiesto al sindaco Mosaner di compiere un ulteriore verifica all'interno del partito affinché si possa trovare un nome democratico condiviso considerato che il Partito Democratico ha raggiunto nell'Alto Garda uno dei suoi risultati migliori - commenta la segretaria provinciale - È vero che con questa legge e questo meccanismo la logica diventa molto territoriale, il pallino passa in mano ai sindaci e non è pensabile che la politica possa mettersi dentro questa partita. Io personalmente non ho alcun problema rispetto alla conferma del presidente uscente ma sbaglia Valandro quando dice che se il Pd molla la presidenza all'Upt non esiste più nemmeno un Pd a livello provinciale. Così dimostra di non aver capito il senso della legge».
La speranza di Giulia Robol è che si possa trovare la quadra su un nome «dem»: «Non chiudere in tal senso sarebbe sicuramente negativo - aggiunge - E quanto al fatto che si rinunci perché non si trova un nome mi sembra una motivazione piuttosto fragile».
Nel frattempo il segretario pro tempore del Pd di Riva Gabriele Hamel non replica subito alle accuse di Valandro e alla sua richiesta di dimissioni: «La sede opportuna per discutere di queste cose è il direttivo che ho convocato per la prossima settimana e al quale parteciparà lo stesso Valandro». Direttivo che dovrà discutere del famoso «documento» consegnato al sindaco Mosaner e sottoscritto da cinque membri su 9. Documento che di fatto ha tagliato fuori Valandro e indicato quale via migliore da seguire quella una rappresentante democratica, donna quindi. Quando se ne discuterà? L'11 giugno, il giorno dopo la chiusura dei termini per la presentazione delle liste.