Per qualche ora si era vista immersa in un mare di indici di edificabilità e bonus volumetrici, incomprensibili sigle urbanistiche e pianificazioni territoriali. Poi, però, il sindaco Alessandro Andreatta ha deciso che, dopo un «tirocinio» di un anno e mezzo, Mariachiara Franzoia, 36 anni, la più votata dell'intero Consiglio comunale (865) meritava la riconferma alle politiche sociali.
D. Battistel, "L'Adige", 31 maggio 2015
Ci ha pensato davvero di finire all'urbanistica?
Io ero pronta. Se Andreatta avesse valutato di affidarmi questo incarico non mi sarei assolutamente tirata indietro. Sarebbe stata una sfida, ma mi sarei buttata perché quando si è eletti si è a servizio della città e del sindaco. Pertanto si dev'essere pronti a fare quello di cui c'è bisogno. Poi all'ultimo momento il sindaco ha valutato che forse era meglio se sia io che Biasioli continuassimo quello che avevamo intrapreso negli anni passati, e va benissimo così.
Quindi avanti con le politiche sociali, e non solo.
Già, devo dire che il sindaco ha valorizzato il mio risultato dandomi nuove competenze. Mi ci metto con entusiasmo.
La prima novità è che le politiche familiari hanno avuto dignità di delega specifica e non all'interno delle politiche sociali.
Di fatto tutte le politiche riguardano la famiglia, dai nidi alla mobilità, e in questo senso l'esplicitazione con una delega ad hoc è il riconoscimento del lavoro fatto in questi ultimi due anni.
Cosa si intende per politiche familiari?
Se tradizionalmente le politiche sociali sono sinonimo di servizi cura e assistenza a supporto di momenti di fragilità - penso alla non autosufficienza, minori in difficoltà, anziani - le politiche familiari lavorano sul coinvolgimento e sulla sussidiarietà, come sostegno alla famiglia nella sua «normalità».
Cosa serve alle famiglie normali?
Un aiuto a conciliare lavoro e casa, supporto alla genitorialità, creazione di una rete «informale» di sostegno.
Il Comune cosa può fare?
Di sicuro può aiutare a costruire una rete di supporto, dare informazioni. Per esempio abbiamo realizzato delle guide per mettere insieme iniziative, opportunità, eventi utili per le famiglie a cui nasce un bambino. Il Comune insomma può lavorare per una promozione della famiglia a tutti i livelli. Non serve un grande sforzo economico, ma supporto logistico e di promozione e comunicazione di quanto è già in essere.
Per quanto riguarda le politiche sociali in genere su cosa c'è da lavorare?
Sicuramente va creato un rapporto più serrato con la Provincia per avere un budget maggiore e che tenga conto delle effettive esigenze della città. Sul capoluogo ricadono problematiche che sugli altri territori sono molto meno prorompenti: prostituzione, senza dimora, aree di emarginazione, rom e sinti. Pensiamo agli anziani: da noi il numero di persone sole a cui noi dobbiamo dare supporto è proporzionalmente più alto che altrove. Nei paesi le reti di vicinato, la parrocchia, le associazioni possono dare risposte importanti. La città invece sconta un forte problema di anonimato di queste persone. Per questo vanno trovati strumenti innovativi. Per gli anziani penso al co-housing sociale. Si tratta di belle esperienze che evitano l'«istituzionalizzazione» degli anziani.
Altro grande ambito è quello del lavoro.
A ben vedere la grande madre dei problemi che poi intercettano le politiche sociali è la disoccupazione. Noi in realtà non abbiamo competenze su questo campo ma nell'ultimo anno ci siamo interrogati su cosa si può fare. Per esempio abbiamo pensato di ampliare l'opportunità dei lavori socialmente utili attraverso la Civica casa di riposo e l'Asis nella manutenzione del verde e in altri servizi, introducendo diversi part time al posto dei full time per dare più possibilità a tutti di lavorare e di costruirsi un reddito.
Dopo anni in cui erano legate all'urbanistica le politiche abitative sono tornate nell'ambito del sociale.
Mi pare una scelta intelligente. Qui il nodo è il ritorno all'Itea come ente pubblico.
Tra le sue nuove competenze anche quella sui giovani.
Credo che qui la grande scommessa sarà ricoinvolgere i giovani come protagonisti della vita della città. Poi c'è da sviluppare tutto l'ambito del servizio civile e della formazione.