«Il Patt ha violato il patto con il Pd»

«Sia il Pd che la coalizione in Trentino devono aprire un confronto interno per capire cosa non ha funzionato a dovere alle elezioni comunali, penso soprattutto al caso di Rovereto, dove le forze autonomiste e civiche non hanno risposto alle aspettative previste e dove è paradossale e ancora più preoccupante che si venga sconfitti da liste civiche e non dal centrodestra. Mi auguro che il Pd, come partito maggiore, si faccia promotore di questo confronto».
L. Patruno, "L'Adige", 3 giugno 2015

 

Il deputato ed ex segretario del Pd trentino, Michele Nicoletti, invita il suo partito a convocare una riunione dei segretari politici della coalizione, al di là delle iniziative annunciate dal presidente della giunta, per un'analisi politica sul futuro del centrosinistra autonomista in Trentino. E riguardo alla gestione transitoria del partito fino al congresso, previsto entro la fine dell'anno, esprime l'auspicio che la prossima assemblea provinciale (sarà probabilmente il 15 giugno) trovi una o più figure istituzionali (potrebbero essere il senatore Tonini o qualche consigliere provinciale o un assessore comunale come fu Italo Gilmozzi) per fare da «traghettatore».


Onorevole Nicoletti, cosa serve al Pd trentino e alla coalizione secondo lei?
Io penso che si debba subito aprire il confronto sia sui risultati elettorali che sulla strategia da perseguire, sia in termini di contributi al governo sia sul tipo di progetto politico che vogliamo perseguire soprattutto nei rapporti con gli alleati.


In che termini?
Con il Patt in occasione delle elezioni politiche avevamo firmato un accordo molto importante che ha bisogno di una verifica politica. Nell'accordo il Patt si impegnava a presentarsi con noi in coalizione nei centri maggiori alle comunali e come abbiamo visto non dappertutto è stato rispettato. Il Pd dunque dovrebbe chiamare il Patt e fare il punto. Lo stesso con l'Upt e Cantiere civico dobbiamo arrivare a un chiarimento. Non è pensabile che discutiamo per mesi di contenitori, come se tutto il dibattito fosse com'è la spartizione dei prossimi collegi. Io penso, per esempio, che non sono a favore di una semplificazione del quadro politico a due gambe, ma che serva un'articolazione della coalizione con il Pd, il Patt e una forza che faccia da raccordo dell'esperienza civica, lo vedo come fattore di arricchimento. Successivamente si fanno accordi su come presentarsi per le politiche o le europee. Certo, se poi vogliono venire nel Pd le porte sono aperte. Io non disfo il mio partito.


Ma Renzi ora non vuole fare il partito della nazione? Non è qualcosa d'altro rispetto al Pd?
Per come l'ho capito io il partito della nazione ha l'aspirazione di interpretare gli interessi nazionali, quindi è il Pd stesso. Poi è chiaro che se resta l'Italicum ragioneremo con i nostri alleati, vedremo quello che succede. Dobbiamo cercare invece di avere un centrosinistra capace di essere largo non stretto.


Il Pd trentino si avvia al congresso. Giulia Robol dovrebbe fare un passo indietro subito?
La mia proposta già da tempo, quando è venuta meno la fiducia a Giulia Robol da parte di una maggioranza di cui io non facevo parte, nata dall'accordo tra il secondo e il terzo che nessuno ha capito, era quella di ripartire dal risultato delle primarie con una gestione unitaria. Poi, quel tentativo non ha funzionato per responsabilità sempre di persone nella maggioranza, ora comunque penso che sia da considerarsi conclusa, è fallita, come la stessa Robol ha detto. Ora se si va a congresso serve una guida riconosciuta anche nella gestione transitoria, con persone che hanno responsabilità istituzionali. L'importante è che già nella prossima assemblea si decida.


Come valuta il risultato nazionale delle elezioni regionali?
Il dato oggettivo è positivo perché il Pd ha la stragrande maggioranza delle regioni, naturalmente in Liguria c'è stato un fallimento. Quindi non è un successo pieno. Sui rischi di scissione mi auguro che non ci siano penso infatti che ci sia spazio per una forza politica di sinistra radicale, che però non riguarda una sinistra che ha una cultura di governo.