Oggi è prevista la prima riunione del coordinamento provinciale del Pd per un'analisi dei risultati del voto alle elezioni comunali e sulle mosse prossime in vista del congresso per la scelta di un nuovo segretario, già concordato prima delle comunali, che dovrà tenersi entro l'anno. La segretaria provinciale, Giulia Robol, per il momento non sembra intenzionata a lasciare prima del congresso, anche se il senatore Giorgio Tonini lancia l'idea di un «comitato» a cui affidare la gestione del partito fino alle primarie da organizzare con calma dopo l'estate."L'Adige", 27 maggio 2015
«La crisi del centrosinistra autonomista - dice Tonini - era annunciata. Da mesi e mesi tutti i giorni il dato prevalente erano le liti all'interno della coalizione e nel Pd. Dopo il successo travolgente delle politiche del 2013 dove abbiamo vinto perché c'era un'idea forte di coalizione, si è persa l'idea innovativa di governo del Trentino perché in questi mesi si sono privilegiate le crisi interne ai tre partiti: l'Upt per la metamorfosi che sta attraversando per non essere più il partito egemone della coalizione nel dopo-Dellai: il Patt in crisi di crescita e il Pd in crisi perché il congresso non ha dato una maggioranza chiara e questo ha portato a quello che io ho definito un mediocre accordo di potere fra Robol e Scalfi per spartirsi in posti, poi finito in modo rissoso, che ha fatto perdere credibilità al partito. Ora - esorta il senatore - per non continuare con la metastasi della frammentazione io sconsiglierei di rotolare verso l'ennesima resa dei conti. Apriamo invece una riflessione sul futuro del Trentino, cercando di dare un contributo più forte rispetto a quanto fatto in questo anno e mezzo e cerchiamo di colmare i buchi nella capacità di rappresentanza nelle valli dove il Pd è troppo debole o ha subito sconfitte pesanti. Un partito a vocazione maggioritaria e ambisce alla presidenza della Provincia non può non riuscire a rappresentare le valli. Per questo serve un piano straordinario per radicarci da qui al 2018».Per Tonini il congresso va rinviato a dopo l'estate: «Ci sono dei nodi da sciogliere anche a livello nazionale come il ripensamento del partito, con il Cantiere del Pd di cui tornerà a parlare Renzi dopo le elezioni regionali. Dovremo parlarne anche qui, su come partecipare alla discussione nazionale, e con interlocutori come Dellai e il Patt. Dobbiamo prenderci il tempo per ragionare di questo in modo non strumentale ma sincero e dimostrare di aver ricevuto il messaggio dei cittadini eliminando le barriere e cercando di ridare entusiasmo in vista delle primarie. Un comitato può gestire nel frattempo il partito».Il consigliere provinciale Luca Zeni, che come il vicepresidente Alessandro Olivi, potrebbe essere tra gli aspiranti alla segreteria del Pd trentino, dice: «Non si può pensare di proseguire d'inerzia: la sfiducia è verso lo sfilacciamento e la poca coesione dentro il partito e nella coalizione e questo lo si risolve rilanciando il partito con un congresso con regole che evitino la frammentazione.Ma la sfiducia è anche verso il governo provinciale percepito come più rivolto a gestire l'ordinario invece di avere una linea chiara di dove si vuole portare il Trentino. I due aspetti sono collegati. Dobbiamo recuperare la capacità di elaborazione di pensiero da tramutare poi in azioni capaci di anticipare e risolvere i problemi».
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Partito Democratico del Trentino