MORI - I suoi supporter, domenica notte, dopo la vittoria su Cristiano Moiola, gli hanno regalato una bottiglia di spumante formato «mathusalem» dall'etichetta speciale, con la dedica «Sindaco di tutti». Parole che, secondo il nuovo primo cittadino di Mori Stefano Barozzi, sono il più bel complimento che qualcuno potesse fargli.
"L'Adige", 28 maggio 2015
Trentotto anni, geometra, Barozzi è stato eletto per la prima volta in Consiglio a 23 anni, con 103 preferenze: da allora la sua carriera politica è stata alimentata dalla sua costante presenza al fianco dei cittadini. Che si tratti di fare lo speaker per gli Alpini, di organizzare un torneo di calcetto all'oratorio, di montare i proiettori per il cinema all'aperto, «io rispondo sempre sì a chi mi chiede aiuto».
Il candidato del centrosinistra ha condotto una campagna elettorale sobria, misurando le parole, senza mai strafare, ma puntando molto sulla concretezza. I rapporti costruiti in 15 di amministrazione e la sua affidabilità hanno convinto il 54% dei moriani, che lo hanno voluto come successore di Roberto Caliari, nel segno della continuità. Abbiamo incontrato Barozzi per chiedergli che sindaco vuole essere per i prossimi cinque anni.
Come ha vissuto questi mesi di infuocata campagna elettorale?
«Ho sentito tante falsità e molte mistificazioni da parte di Moiola. Io ho voluto essere semplice e coerente, l'atteggiamento di chi vuole vincere a tutti i costi non mi appartiene. Nonostante ciò, la mia priorità ora è parlare con chi mi ha votato contro, capire il loro punto di vista, anche se al momento avere un dialogo con il mio avversario non è facile. Colpo e Marzari (candidati sindaci di 5 Stelle e Lega ndr) mi hanno chiamato per complimentarsi, Moiola no».
Cosa cambierebbe di questi ultimi cinque mesi?
«Il mio è stato un percorso elettorale lineare. Ammetto però di non aver capito il voto di Besagno (dove Barozzi ha preso meno voti di Moiola, mentre a Tierno c'è stato un sostanziale pareggio ndr) . Se c'è una frazione dove abbiamo lavorato bene è proprio quella».
Il tema del gassificatore per il centrosinistra è stata una brutta gatta da pelare.
«Sì, perché gli avversari hanno giocato molto su questa tematica sensibile con falsi proclami. Noi ci siamo sempre impegnati nella trasparenza, anche se non ho mai voluto arrivare allo scontro. Magari con la mia scelta di non gridare come Moiola ho perso qualche voto, ma tutto sommato ho fatto la scelta giusta».
Che atteggiamento avrà la sua amministrazione nei confronti della Provincia?
«Il rapporto con la Provincia è fondamentale, il dialogo è imprescindibile. In generale non si possono erigere barricate: ho già incontrato Valduga e parlato con Soini. Si deve lavorare insieme. Forse questo un giovane inesperto come Moiola non lo capisce, non sa cosa significa amministrare un comune come il nostro».
Quale è il segreto della sua vittoria?
«Il mio bacino di voti è nella Mori operosa, in chi lavora. Non mi è servito mandare messaggi roboanti, o essere aggressivo, mi sono misurato con chi lavorava. La politica è una cosa bella, mi è sempre piaciuta e credo che questo la gente l'abbia capito».