Scintille al faccia a faccia davanti a oltre cento persone. Domenica si profila un ballottaggio combattuto fino all’ultimo voto. Fino a ieri le stilettate erano viaggiate on-line. Ma dalle 18 sono arrivate dirette al corpo dell’avversario che era lì, a pochi metri di stanza. E’ stato davvero un dibattito a tratti acceso, quello che ieri il Trentino ha proposto dai borghesani, tra i due candidati sindaco che domenica si affronteranno alla sfida dentro o fuori del ballottaggio: da una parte Fabio Dalledonne, sindaco uscente appoggiato dalle due civiche con lo sguardo rivolto al centrodestra, e Fabio Pompermaier, candidato del centrosinistra autonomista.
"Trentino", 22 maggio 2015
Se all’inizio del confronto si respirava un’aria fin quasi troppo politicamente corretta, con tanti di quei «sì, sono d’accordo con lui» rivolti da uno verso l’altro quasi come nemmeno una trasmissione “vogliamoci bene a tutti i costi” (su ospedale, Valdastico, variante di Telve), è bastato che Paolo Morando, vicecaporedattore e responsabile del settore Valli del nostro giornale che moderava il faccia a faccia, pronunciasse un paio di semplici parole per alzare i toni e l’elettricità nell’aria dell’auditorium della Comunità di valle (oltre un centinaio di presenti nonostante l’ora pomeridiana).
La prima parola è stata lavoro. «Il Comune in questo campo è un ente sussidiario - ha detto Dalledonne -. L’unica cosa possibile è avviare il recuperare il centro storico per far lavorare le imprese, ma in ballo c’è delibera tipologica legata al Brenta. Senza quella non si fa nulla. E poi va fatto un piano specifico per il centro. Per recuperare il vecchio a favore del non consumo del territorio. Borgo come capoluogo energia rinnovabili non è stata una iniziativa fine a se stessa. Vediamo una economia green in grado di sostituirsi all'industria pesante. La Provincia non ci dica solo che progetto è interessante ma lo sostenga altrimenti andremo a chiedere soldi all’Europa». «Avete detto tanto e fatto poco - gli ha sbattuto in faccia Pompermaier -. Non puoi fare campagna elettorale come fossi stato sei anni all’opposizione. E’ vero che il Prg sui centri storici è uno dei pochi punti dove può stimolare l'economia, ma era il tuo primo punto sei anni fa e li è rimasto. La politica è credibile se dà seguito con i fatti a quanto dice. Quando si hanno i finanziamenti questi vanno spesi e non persi per inerzia dell'amministrazione. Le imprese non sono contente di aver perso 4/5 milioni di euro. Il Piano del centro storico si può fare subito anche senza aspettare il Pguap». «Sentirmi accusare di inerzia mi urta i nervi - gli ha replicato Dalledonne -. Per tre anni e mezzo sono stato bloccato da problemi ambientali. Poi i tagli effettuati a Borgo dalla Provincia hanno riguardato opere che non erano in fase d’appalto. Non ammetterlo è far finta di niente. O non saperlo perché si è lasciato il consiglio per andare in Comunità di valle come hai fatto tu Pompermaier. E poi il Piano per il centro non riusciresti a farlo entro l’anno nemmeno tu». «La morale è che un sindaco a tempo pieno per tre anni ha affrontato solo questioni ambientali e non è riuscito a portare a termine progetti già finanziati», ha sottolineato Pompermaier. E quando Morando ha richiamato proprio il concetto di “sindaco H24”, Pompermaier (che intende mantenere il proprio impegno professionale di architetto) ha “frecciato” sottolineando che «il sindaco di Pergine che è un libero professionista è stato rieletto a grande maggioranza valutando la sua competenza e non il fatto che sia sindaco H24 o H12. Secondo Dalledonne chi ha una propria professione non può fare il sindaco?».
Su cosa sarà dei due candidati da lunedì se le cose non andranno per il verso giusto, Dalledonne non ha dubbi: «Continuerò a fare quello che sto facendo con Galvan, visto che si chiacchiera tanto, come vice visto il suo grande risultato elettorale. In caso contrario avrete in consiglio un bel rompiscatole». Pompermaier da parte sua sottolinea che «comunque andrà sarò in consiglio per i prossimi 5 anni. E se sarà eletto sindaco lo farò per tutto il mandato senza pensare alla Provinciali», lanciando uno strale verso Dalledonne che ha replicato: «Discorso prematuro». «Ma io che ho il centrosinistra che mi sostiene non ho tessere in tasca, mentre tu con la Civica trentina...». «Non abbiamo tessere - ha replicato - anche se il mio impegno è far crescere anche qui la Civica». Alla fine c’è stato anche spazio per più d’un sorriso. Soprattutto quando Dalledonne, nel sottolineare un dato inconfutabile («domenica sarà una battaglia equilibrata») ha concluso rivolgendosi a Pompermaier: «Pensa, se finiamo pari diventi sindaco tu perché sei più vecchio di me».