#ROVERETO - Le “visioni” di Miorandi e di Valduga

Visioni diverse su Mart, tangenziale, futuro della Ztl, in un dibattito che si è veramente infiammato solo quando si è affrontato l'impegno personale che si garantirà se eletti sindaci. Questo è stato il dibattito di ieri tra Andrea Miorandi e Francesco Valduga, organizzato dal Trentino e moderato dal caporedattore Paolo Mantovan, in vista del ballottaggio di domenica. Si è tenuto in una sala Filarmonica un'altra volta al completo.
M. Stinghen, "Trentino", 22 maggio 2015

Il sindaco uscente del centrosinistra, Andrea Miorandi, che si ritrova però dopo il primo turno indietro di qualche centinaio di voti, è stato quello ad attaccare di più, come ad esempio sul tema dell'impegno personale, o sulla possibile squadra di giunta "già vista" che potrebbe scegliere Valduga. La domanda posta da Mantovan sull'impegno personale da sindaco è quella che ha acceso la sala. Il sindaco uscente è stato criticato per una sua scarsa presenza in municipio, Francesco Valduga delle liste civiche invece per la sua professione, si perderebbe un oncologo stimato, oppure potrebbe, viceversa, togliere ore all'impegno amministrativo.

Miorandi ha promesso di fare il sindaco a tempo pieno: «Ad un sindaco di Rovereto serve una presenza assidua, non esistono altre possibilità». Valduga, garantendo un impegno a tempo pieno a sua volta, ha aggiunto però che «la mia professione è anche la mia libertà. Continuerò ad aggiornarmi e studierò con l'azienda sanitaria la possibilità di un orario ambulatoriale del tutto saltuario e rarefatto, qualche ora ogni due settimane». Su questo Miorandi è andato all'attacco, intervenendo in seguito (si era passati a parlare di Mart): «Non capisco questa equazione tra libertà e lavoro da dipendente pubblico. E chi lavora nel privato? Io vengo dal settore privato». A quel punto Valduga ha contrattaccato andando sia sul personale («Tu hai una professione?») e sul politico («chi non ha lavoro purtroppo non è libero, ma deve rispondere alle segreterie dei partiti, creando una situazione che produce danno alla politica»).

La sala si è infiammata, tra i sostenitori delle due parti (a sentire fischi e applausi, pareva più numerosa quella a sostegno di Valduga). La prima cosa che faranno da sindaci: Valduga risponde che, dopo la festa con la coalizione in piazza Oche, «Avvierò un'opera di pulizia della città. Pulizia materiale»; Miorandi risponde promettendo di «avviare una task force tra imprenditori, sindacati, Comune, per incidere di più sul lavoro; pulire i marciapiedi è una cosa ordinaria».

La giunta: «Nominerò subito la mia squadra - dice Miorandi - e intercorrerà pochissimo tempo tra le nomine e l'inizio del lavoro. Ci sarà innovazione, che non vedo - attacca ancora l'avversario - nelle figure che accompagneranno Valduga». Lo sfidante, dopo il primo voto, si ritrova ora leader e risponde che «nominerò la giunta una volta eletto, senza badare solo al criterio dei voti ottenuti. Persone che hanno fatto politica in modo genuino non devono essere offese come "vecchie"».

Il Mart: Valduga chiede più indotto, e quindi «non è corrompere il museo proponendo eventi di più ampio richiamo, coinvolgendo altre espressioni artistiche e fasce di popolazione. Deve inoltre portare l'arte trentina nel mondo»; Miorandi dice che si impegnerà «a cambiare la legge Cogo del 2007, che ha tolto Rovereto dal Cda».

Sulla viabilità si sanno le divergenze sulla tangenziale ovest (la vuole Valduga, Miorandi vuole invece fludificare la statale attuale, perché il traffico di attraversamento costituisce il 20% del totale). Sulla Ztl Valduga propone una soluzione elastica, con strade chiuse al traffico solo nei periodi di maggior passeggio, e aperte alle auto negli altri giorni. E se vincerà l'avversario, qual è la preoccupazione? «Sarà un ripiegamento verso l'ordinaria amministrazione», dice Miorandi; «mi preoccupa l'idea di una Rovereto autonoma rispetto alla Comunità di valle. Dobbiamo rimanere in corrispondenza con i comuni vicini», sostiene invece Valduga.

L'appello al voto di Miorandi è così concentrato sul «cambiamento. Non guardate me, guardate la mia squadra, siamo persone capaci di guardare lontano». Francesco Valduga invece ricorda: «Serve una politica libera, fuori dagli interessi personali, dalla litigiosità dei partiti, che si vede bene adesso, di fronte alla paura di perdere il potere».

 

I tanti elettori ancora incerti e il carattere dei candidati, P. Mantovan, "Trentino", 22 maggio 2015

Tanti tifosi, ma anche tantissimi cittadini indecisi sedevano ieri nella Sala della Filarmonica. La Rovereto che va verso il voto nell’incertezza, nell’indecisione è una fetta molto ampia. Ieri sera lo si è capito benissimo quando i “cori” dei tifosi si sono calmati: alla richiesta di tenere toni meno appassionati si è aperto un applauso convinto della maggioranza dei presenti. Che hanno voluto sottolineare così la loro presenza e insieme hanno testimoniato la larga parte di cittadinanza che sta cercando di capire. In un clima caldo e insieme incerto, i due candidati si avviano al voto di domenica con toni sempre più accaldati. Andrea Miorandi è più aggressivo rispetto al primo turno e lavora molto sulle provocazioni, cercando di amplificare tutte le contraddizioni che gli sembra di notare nell’avversario. Francesco Valduga, da parte sua, pur riuscendo a mantenere quasi sempre la sua ormai proverbiale “brillante pacatezza”, di tanto in tanto cede e si lancia in contrattacchi nient’affatto “pacati”.
Ma è il gioco dello scontro finale. La città, la parte di città che ieri sera è venuta per sentire chi sarà il suo futuro sindaco, è anche da questi particolari che giudica il giocatore: dal carattere del candidato “sotto stress”. È per questo che momenti come il faccia a faccia che, con il “Trentino”, abbiamo organizzato ieri diventano importanti e delicati. Perché si capisce meglio il carattere vero del candidato. Perché anche le soluzioni alle cose concrete della città dipendono da due fattori fondamentali: dal metodo che il primo cittadino adotta e dal suo carattere nell’affrontarle.