La campagna elettorale di Mori si scalda. A nove giorni dal ballottaggio la battaglia tra Stefano Barozzi e Cristiano Moiola si combatte senza esclusione di colpi. Mentre il vicesindaco uscente invita la Provincia a non autorizzare il gassificatore, prendendo così anche lui posizione sul più delicato tema elettorale, il segretario del Patt nega l'accordo ufficiale con la Lega Nord annunciato ieri dall'Adige. Mosse, queste, che servono a sanare posizioni fin qui poco chiare, addirittura scomode dei due candidati.L. Galassi, "L'Adige", 15 maggio 2015
Moiola ha cavalcato l'onda del dissenso sul gassificatore fin da subito, mettendo in chiaro la sua contrarietà all'impianto delle Casotte. La giunta Caliari, invece, si è sempre detta contraria ai «no» a priori: prima di rifiutare l'azienda, l'amministrazione voleva saperne di più. Un attendismo, questo, che gli avversari hanno più volte rinfacciato a Barozzi.Ecco che allora ieri è arrivata la svolta. «Abbiamo riflettuto sui dati del primo turno. Il risultato dei 5 Stelle è legato al tema del gassificatore. I voti di Colpo sono da rispettare. Ho incontrato molte persone che mi hanno confessato di aver votato i grillini per questa ragione», spiega il candidato della coalizione di centro-sinistra. Un 17%, quello dei 5 Stelle, che pesa sugli equilibri del ballottaggio, un bacino che Barozzi vuole attirare, tanto da spingerlo ad annunciare con enfasi: «La sospensione non basta, chiediamo alla giunta provinciale di non autorizzare l'impianto».Dall'altra parte della barricata, anche Moiola ha le sue gatte da pelare. Dopo aver incontrato mercoledì sera alcuni rappresentanti del Carroccio moriano, il giovane segretario delle stelle alpine ha voluto rassicurare i suoi elettori: sabato, data ultima per consegnare gli apparentamenti in vista del ballottaggio, il Partito autonomista non avrà alcuna alleanza da dichiarare e si presenterà da solo al duello con Barozzi. Nessuna cerimonia di matrimonio quindi, anche se di fatto i contatti tra le due forze politiche continuano. «È normale incontrarsi in questa fase politica. Ciò non significa che si procederà con un apparentamento», sostiene Cristiano Moiola.La notizia pubblicata dall'Adige di ieri sull'avvicinamento tra il candidato delle stelle alpine e Fiorenzo Marzari ha valicato i confini di Mori, scatenando un piccolo terremoto a piazza Dante. Saputo del possibile fidanzamento, l'assessore provinciale Alessandro Olivi aveva fatto sapere ai suoi alleati di governo che la scelta di Moiola avrebbe avuto ripercussioni sugli equilibri della giunta. «Il governatore Rossi ha fatto un richiamo alla coesione. Il Patt a Mori ha già imbarcato quello che in consiglio provinciale è uno dei nostri più feroci oppositori, Claudio Civettini. Con la Lega si va oltre il limite», aveva ammonito Olivi.Dopo l'uscita dell'esponente democratico, la mossa del presidente del consiglio non si è fatta attendere: sembra che ieri mattina il Patt provinciale si sia fatto vivo con Moiola, facendolo riflettere sulla convenienza di prendere in moglie la Lega.I 700 voti del Carroccio, però, agli autonomisti di Mori farebbero veramente comodo. È quindi probabile che, abbandonata la via dell'appoggio ufficiale, Moiola cerchi di accordarsi almeno per quello ufficioso. «Stasera ci sarà un nuovo incontro, ma per ora non c'è nulla di certo», spiega il candidato della Lega, Marzari.Intanto, Barozzi comincia a svelare le carte della sua possibile giunta, in caso di vittoria. Lo scranno di vicesindaco andrà a Nicola Mazzucchi, mister preferenze della lista Patto Civico-Upt con 156 voti. «È giusto premiare l'ottimo risultato degli alleati e anche quello personale di Nicola. Con questa scelta copriremmo il ventaglio politico della coalizione», afferma il vicesindaco uscente.
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