Il primo partito a Lavis è il Pd, premiato domenica dagli elettori con ben 1.198 voti, ovvero, più del 30% rispetto alle altre liste; con un rapporto di forza che garantisce 6 consiglieri sui 18 eletti. Il segretario locale, Luca Paolazzi, anche alla luce del risultato personale (229 preferenze, è il più votato), non nasconde la soddisfazione.
Vi aspettavate un esito di questa portata? «Sapevamo sarebbe andata bene, ma non in questi termini. Nello scenario provinciale, abbiamo avuto un risultato migliore rispetto ai comuni più grandi, come Trento o Rovereto, dove il voto d’opinione e lo scenario nazionale hanno un’influenza maggiore. Credo ci sia stata la combinazione di diversi fattori. Innanzitutto, il lavoro del circolo negli ultimi anni: ha saputo rinnovarsi, interpretando però il radicamento territoriale. Ha influito anche il buon lavoro in consiglio comunale, come testimonia il risultato personale di Paolo Facheris, che è stato rieletto con 135 voti. In più, avevamo una bella lista, con un mix fra rinnovamento ed esperienza».
Alla luce di questo, non rimpiangete il fatto di non avere un sindaco del Pd? «I numeri confermano che richiederlo sarebbe stato legittimo. Credo la nostra sia stata una scelta coraggiosa ma meditata, che ha pagato, rispetto ad altre realtà come ad esempio Mezzolombardo o Mori, dove ci sono state forzature sia da parte del Pd sia del Patt. A Lavis abbiamo cercato una coalizione ampia, ma con un rinnovamento che segnasse la discontinuità rispetto al passato. Il risultato è evidente».
Quali richieste avete fatto a Brugnara per la giunta? «Ne stiamo parlando. Siamo sicuri che al nostro interno abbiamo molte competenze da poter spendere. Gli elettori hanno dato un segnale inequivocabile a favore del Pd, e di questo va tenuto conto nell'affidamento degli incarichi».
La legge regionale permette di avere un assessore in più, mantenendo la stessa spesa (ovvero tagliando gli stipendi di tutti). Qual è il vostro punto di vista in merito? «La decisione spetta al sindaco. C’è da fare però una riflessione sul carico di lavoro, dato che le competenze rimangono invariate, rispetto agli scorsi anni. Passare da 6 a 4 assessori potrebbe essere problematico. Soprattutto perché nella giunta non ci saranno pensionati, ma giovani che hanno una propria vita lavorativa, e che non potranno fare gli assessori a tempo pieno. Considerando che non cambierà nulla per le tasche dei cittadini, un assessore in più potrebbe garantire una migliore qualità nell'amministrazione. Se Brugnara riterrà opportuno avere una giunta più ampia, il Pd lo appoggerà di sicuro».