#RivadelGarda - Il più votato ALESSIO ZANONI: «I 475 voti? Lavoro, passione e coerenza»

«Come si fa a raccogliere 475 preferenze e diventare il consigliere più votato nella storia di Riva? A dire il vero non so. Mi verrebbe da dire lavorando quotidianamente al servizio dei cittadini, con passione e serietà, e rimanendo sempre sé stessi. E' la politica dei piccoli passi ma continui, l'opposto di quella delle bottiglie di vino». Alessio Zanoni, classe 1967, di professione bancario, assessore uscente e segretario del Pd, domenica ha fatto incetta di voti mettendo a segno la migliore prestazione di sempre di un candidato consigliere comunale in una tornata elettorale in Busa.
G. Marcolini, "Trentino", 14 maggio 2015

 

Zanoni (che verrà certamente confermato in giunta, forse come vicesindaco) ha incominciato la propria attività politica nel 1993, candidando con Claudio Molinari nelle file di Insieme per Riva e guadagnando il suo primo seggio, che ha poi riottenuto nel 1995. «Dopodiché mi sono sposato e trasferito nel Bleggio – racconta – e la mia vita politica ha avuto una pausa che è durata fino al 2005, quando sono rientrato a Riva. Ho candidato nuovamente con Molinari, sono stato eletto e a pochi mesi dalla fine della legislatura sono entrato in giunta, in sostituzione di Bagozzi passato all'Apm». Il resto è storia recente. Nel 2010 la riconferma in consiglio e anche in giunta, con delega ai lavori pubblici, e domenica scorsa il trionfo elettorale.

A bocce ferme il giudizio si fa più sereno ed obiettivo. Che campagna elettorale è stata? «A me è piaciuta perché l'abbiamo fortemente incentrata sui temi che mi stanno maggiormente a cuore, come la socialità e la multiculturalità. Mi sono trovato bene a portare avanti questi argomenti assieme agli alleati, soprattutto con Upt e Riva Bene Comune. E siamo anche riusciti a dimostrare che la rivanità non esiste, come lista e neppure come concetto. Riva è un porto di mare, accogliente, aperta. Nel Pd ha candidato Gianluca Russo, che ha dimostrato come ci si possa mettere a disposizione della città con entusiasmo anche senza avere origini rivane. Ha raccolto meno voti di tutti ma ha dato un contributo incredibile. Non conta tanto il numero delle preferenze per dare un senso alla campagna elettorale e lui lo ha fatto pur non avendo una “zocca” rivana. E' questo che intendo quando dico che la rivanità non esiste».

Stefano Santorum, invece, ha spinto molto sul tasto della gardesanità. Le vostre proposte elettorali erano molto lontane.Cosa significa, per voi, aver vinto? «Questo voto spazza via gli estremismi. Vedere Casa Pound in piazza Catena, dove si è battagliato per la liberazione di Riva, ha generato una forte reazione nei cittadini. Il responso delle urne, che ha penalizzato la destra, dimostra che Riva è attaccata ai valori del 25 aprile».

E' più soddisfatto del risultato del Pd o del suo successo personale? «Quello del Pd mi dà grande gioia perché con un calo dell'8% dei votanti è riuscito a raccogliere 200 voti in più del 2010. E mi dà particolare soddisfazione il fatto che siamo riusciti a raggiungere tale obiettivo senza investire economicamente nella campagna elettorale ma puntando sul lavoro svolto in questi anni e non sul gradimento dell'ultima settimana. Non siamo un partito che va a cercarsi il consenso con le bottiglie di vino. Attenzione, non sto dicendo che questi voti non ci interessano bensì che dobbiamo essere noi interessanti tanto da riuscire ad intercettare questi voti».

Cosa intende per interessanti? «Dobbiamo essere capaci di comunicare meglio ciò che facciamo, cosa che non sempre siamo stati in grado di attuare. Diciamo che va migliorata un po' la nostra comunicazione ed è per questo che assieme agli altri partiti della coalizione abbiamo deciso di creare dei gruppi di lavoro su temi specifici dando vita ad incontri periodici in maniera da tenere desta l'attenzione sull'attività amministrativa. Fra 5 anni non ci dovranno essere più alibi quando si tratterà di scegliere per chi votare».

Segretario di partito e forse di nuovo assessore: la questione dell'incompatibilità è accantonata? «Chi avevo cavalcato, a suo tempo, questa questione si è dovuto ricredere oppure è uscito sonoramente sconfitto dalle elezioni perché il voto in tal senso parla chiaro. Poi c'è un discorso di opportunità da fare ma ho già spiegato che è mia intenzione lasciare spazio ai più giovani. Qualcuno si è affacciato a queste elezioni, altri sono nel direttivo. Nel prossimo congresso cittadino, dunque, ci sta che mi faccia da parte».