Il vicepresidente della Provincia valuta positivamente il risultato del Cantiere civico democratico di Dellai a Trento: «È la conferma che siamo una coalizione a tre, non a due: Pd e Patt. Il Pd comunque non attende il cantiere di altri, che pure sono importanti per il contributo che danno alla coalizione, ma dovrà essere esso stesso il promotore del cambiamento e dell'evoluzione del quadro politico»."L'Adige", 12 maggio 2015
Litigano già gli alleati del centrosinistra autonomista, anche nell'analisi del voto. Pd, Patt e Upt puntano il dito ciascuno sulle altre forze politiche della coalizione, nell'individuare i responsabili di un risultato che tutti si aspettavano complessivamente migliore per la coalizione.
Mentre secondo l'ex governatore Lorenzo Dellai la coalizione ha affrontato queste elezioni con «sufficienza, disattenzione e interessi di bottega», il segretario del Patt, Franco Panizza sottolinea che queste Comunali dimostrano che: «La coalizione non vince se manca una delle due gambe, che è quella autonomista territoriale rappresentata dal Patt: per questo non possiamo sederci sugli allori, perché è latente la possibilità che risorga il centrodestra e il rifugio nelle civiche».
Panizza rimprovera soprattutto il Pd per «aver sottovalutato i segnali che venivano dai cittadini» a Rovereto, sull'opportunità di cambiare il candidato sindaco Andrea Miorandi, e a Cles, dove l'uscente Maria Pia Flaim, sostenuta da Pd-Upt, ha perso malamente contro il candidato del Patt: «Noi avevamo proposto le primarie, non ci hanno ascoltati». Particolare soddisfazione viene espressa comunque da Panizza soprattutto per il risultato delle Stelle alpine: «In termini assoluti il Patt è cresciuto dappertutto e abbiamo eletto 20 sindaci tra cui quelli di Cles e Lavis. Ora dovremo confrontarci con Pd e Upt per affrontare l'elezione, che questa volta sarà indiretta, dei presidenti e consiglieri delle Comunità di valle, che dovrà avvenire entro poche settimane».
Insomma, Panizza guarda già alle prossime caselle da riempire - e da distribuire - anche in base al risultato di queste elezioni comunali visto che saranno i consiglieri comunali a entrare nella Comunità e a scegliere il presidente. E poi glissa sul mancato sorpasso del Cantiere a Trento per aggiudicarsi il posto di vicesindaco, che prima del voto aveva dato come certo: «Non ho mai detto che saremmo stati secondi ma che avremmo confermato i voti delle Provinciali, che erano intorno al 10% e infatti a Trento siamo raddoppiati».
Il vicepresidente della Provincia, Alessandro Olivi (Pd), invece se la prende - per la situazione di Rovereto - proprio con il Patt che «ha fatto mancare i suoi voti» e l'Upt che «avrebbe fatto meglio a presentare il Cantiere anche lì, visto come è andata».«La coalizione - aggiunge poi il vicepresidente - esce indebolita da questa tornata elettorale perché, con i dovuti distinguo, complessivamente non ha saputo dare una risposta innovativa alla domanda dei cittadini di saper interpretare i problemi di questa fase di transizione, che non sono rappresentati solo dalla sicurezza, ma anche dalla sicurezza. La coalizione è apparsa poco concentrata con qualche sbandamento per ansia di prestazione del Patt che però è andato meno bene di quello che sperava grazie al traino della leadership provinciale. Il Pd - continua Olivi - ha ottenuto buoni risultati in alcuni comuni e meno in altri, deve però riuscire a fare uno sforzo supplementare per raggiungere in modo diffuso oltre ai centri urbani anche le realtà più piccole nelle valli. Il Partito democratico, forza imprescindibile che dà il senso a questa coalizione, deve darsi una nuova missione, che è quella di riuscire a penetrare di più nel Trentino e non accontentarsi di vincere a Trento. Credo che questo debba diventare un tema centrale per il prossimo congresso, che dovrà essere di svolta e profondo rinnovamento. Se ci sarà qualcuno che se ne vorrà fare carico bene, se no lo farò io perché il rischio che vedo è altrimenti una progressiva erosione del centrosinistra».
Il Pd dopo i ballottaggi si preparerà alle primarie per eleggere il nuovo segretario del partito al posto di Giulia Robol, come deciso dall'assemblea provinciale del partito, dopo il caos su Rovereto il mancato incarico ad Elisa Filippi, che pure si era messa a disposizione. Non è dunque escluso che Olivi scenda in campo in prima persona. Lui conferma di esserci.Il vicepresidente della Provincia valuta infine positivamente il risultato del Cantiere civico democratico di Dellai a Trento: «È la conferma che siamo una coalizione a tre, non a due: Pd e Patt. Il Pd comunque non attende il cantiere di altri, che pure sono importanti per il contributo che danno alla coalizione, ma dovrà essere esso stesso il promotore del cambiamento e dell'evoluzione del quadro politico».
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«Questa coalizione non può pensare di vincere per decreto». Riassume così Lorenzo Dellai il voto delle comunali in Trentino, dove le vittorie schiacchianti del centrosinistra autonomista a Riva del Garda con Mosaner e a Lavis con Brugnara non bastano a far dimenticare le sconfitte (Tomaselli a Pergine), i ballottaggi pericolosi (su tutti Miorandi a Rovereto), le divisioni fratricide (Cles, Mori, Mezzolombardo, Storo) e le vittorie sofferte più di qualsiasi previsione (Andreatta a Trento).
È una maggioranza in affanno quella che si è risvegliata ieri con i voti definitivi delle urne: il colpo a Rovereto è fortissimo, le fratture interne che hanno fatto perdere un pezzo di Upt per strada hanno pesato più di quanto si poteva prevedere e ora Andrea Miorandi vede tutta in salita la strada del ballottaggio con Francesco Valduga. A Cles vince il candidato sostenuto dal Patt, Ruggero Mucchi, e perde la candidata del Pd, Maria Pia Flaim. A Mori altra sfida interna: Stefano Barozzi (Pd) va al ballottaggio contro Cristiano Moiola (Patt). A Pergine, terzo Comune del Trentino, il centrosinistra pur unito non ce la fa a far dimenticare le divisioni del passato e perde al primo turno dal sindaco uscente, il civico Roberto Oss Emer. A Trento Alessandro Andreatta resta sindaco ma perde per strada più di 10 punti percentuali rispetto al 2009. Tantissimi.
Cos’è successo alla corazzata che solo un anno e mezzo fa alle provinciali si confermò vittoriosa senza quasi partita? «Il centrosinistra mediamente vince, in qualche caso tiene. Ma deve assolutamente ripensarsi e ritrovare un entusiasmo che è mancato», analizza Dellai. «Anche dove abbiamo vinto abbiamo faticato non poco, dobbiamo recuperare uno spirito di coalizione che si è affievolito e trasmettere un’idea aggregante e convincente per gli elettori». Sul risultato del Cantiere civico democratico, a Trento il 12% (5 punti in meno dell’Upt ma pur sempre secondo partito della coalizione davanti al Patt) parla di una «scommessa vinta»: «È l’inizio di un percorso che faremo con i candidati e anche con i non eletti e con persone esterne che hanno aderito al progetto, e anche l’Upt - aggiunge - dovrà riflettere dopo questo voto, perché Margherita e Unione hanno avuto successo quando hanno dimostrato la capacità di aprire scenari nuovi».
Non è d’accordo (e non è una novità) la segretaria Upt Donatella Conzatti, per la quale «il progetto del cantiere nato all’ultimo non è servito a trainare e i numeri ci dicono che tutti i 5 eletti a Trento sono Upt, gli assessori e il capogruppo uscente, più Panetta, ed è normale perché le persone vanno formate alla politica e questo richiede tempo». «Dove abbiamo vinto l’Upt è stata determinante, non è certo una forza rottamata». E a chi le ricorda il crollo a Rovereto (dal 6 al 3,8%) e a Pergine (dal 15,6 al 9,7%), lei risponde citando Torcegno, Carzano, Sporminore, Terzolas, Caldes, Peio. Quanto a Rovereto, dove l’Upt si è spaccata, il commento è tranchant: «Verrebbe da dire “ve l’avevamo detto”, se le due segretarie provinciali roveretane sostengono un messaggio (Miorandi non riesce ad aggregare, ndr), la responsabilità è di chi non l’ha raccolto».
Non canta vittoria la segretaria Dem Giulia Robol: «Il Pd non arretra ed è saldamente il primo partito della coalizione ma i risultati impongono a noi e alla coalizione di aprire una profonda riflessione perché non siamo riusciti a rappresentare quel desiderio di cambiamento che i cittadini ci chiedono». «Il sentimento del Pd nazionale va trovato anche qui, cambiamento, decisione, velocità. Non possiamo più dare nulla per scontato».
Chi gioisce è il Patt. Che non sfonda come sperato a Trento (dove raddoppia i voti ma resta dietro al Cantiere di Dellai): «Il Patt cresce e sempre di più si evidenziano i due pilastri della coalizione, il Pd e l’area autonomista che si rivela fondamentale per far vincere la coalizione», dice il segretario Franco Panizza. Per il quale «i candidati sindaci andavano scelti in una forma più coinvolgente, per questo noi avevamo proposto le primarie». «Dove il Pd non è stato disponibile a trattare, il Patt dimostra che è in grado di condizionare la coalizione». E su Trento: «Non ho mai detto che volevamo essere il secondo partito, volevamo confermare il 10% delle provinciali con il traino di Rossi, e l’abbiamo fatto».
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